13 settembre 2015

UNA RIFLESSIONE SULLE TRIVELLAZIONI IN ADRIATICO




 
Avevamo già informato i nostri lettori sulla petizione lanciata da change.org per sensibilizzare i politici nazionali e locali sulle possibili conseguenze sull'ecosistema e sulla stabilità del suolo che potrebbero essere causate  dalle  trivellazioni nell'alto Adriatico.A questo proposito ,oggi pubblichiamo il contributo, sempre molto misurato e documentato, di Umberto Pradella.
Buona lettura.
D.F.
 
Le trivellazioni in Adriatico presentano un problema grosso come una casa, anche se di gas. Trivellando e sfruttando i giacimenti, si crea instabilità dei fondali. Poichè le trivellazioni sono fatte in alto Adriatico, il problema della subsidenza riguarda da vicino Venezia. Come minimo, l’obbligo di valutazione ambientale, in aree così delicate, dovrebbe tenerne conto speciale. Poi, ovviamente si decide.
Visto come sta andando la questione delle grandi navi da crociera – con lo scavo dell’ex canale petroli che altererà l’ecosistema lagunare, perchè non si vogliono fare attraccare i mastodonti fuori, trasportando le orde di croceristi nella laguna con mezzi adeguati alla fragilità del luogo (privandoli però della vista di palazzo Ducale dall’alto, ma eliminando il rischio, insieme, di un ben più grave disastro tipo isola del Giglio) e visto come si preferisca fare di Venezia un luna park, in cui la bassa stagione è ridotta ai primi 15 giorni di novembre, e nei mesi estivi si debbano imporre sensi unici pedonali tra piazza san Marco e il ponte di Rialto,la decisione è scontata.
D’altronde (villa Blanc docet), stiamo ancora discutendo dei bus turistici nel centro di Roma, (rifiutando le tariffe elevate e deterrenti, ipotizzate); e i commercianti ebrei di souvenir e i monopolisti dei furgoni bar- tavola calda osteggiano il comune che li ha allontanati dai monumenti che avevano trasformato in un suck.
Oppure basta guardare le foto dei rubinetti usati per le fontane a Pompei o cosa sia la costa ionica o la valle dei templi di Agrigento soffocata dall’abusivismo (abbiamo, dopo decenni, demolito un muro e ne siamo orgogliosi)
L’argomento “tutela della bellezza” è spinoso, ma pretenderebbe di essere almeno preso in considerazione, prima di decidere che l’unica sua utilità sia quella di fare cassa. Il risultato potrebbe essere quello di perderla, la bellezza, eliminando così la fonte della cassa.
In questo paese siamo già sulla buona strada, con la decisione dei 20 musei cui va la attenzione del ministero e dimenticando che la nostra peculiarità è la bellezza diffusa. Invece invidiamo i numeri dei grandi e (pochissimi) musei francesi, inglesi e spagnoli, volendo ignorare la ragione per cui si faceva il gran tour.
Discorso importantissimo ma non credo che susciterà troppo interesse. Paesaggio e beni storici e culturali non sono più, da tempo, nell’agenda di questo paese e si vede benissimo.
 La fregola del “progresso” elimina la ponderazione dei problemi e la possibilità di adottare strategie di lungo periodo.
Si decide secondo le regole del “fare”, che spesso vuol dire “eliminando il pensare”

Umberto Pradella

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