22 giugno 2015

L'ITALIA E' DI DESTRA?

 
                                                      Matteo Salvini
 
Sul tappeto c’è una questione da far tremare i polsi, che tutte le altre ingoia.
Bisogna privilegiare la “moderazione” o il sogno?.
Forse così il dilemma è mal posto.
Insomma dico come la penso io:
Tenere conto della realtà, cercando di addolcirla o comunque di costruire un compromesso che eviti l’enormità di una soluzione estrema, conduce all’accettazione del punto di vista e dei presupposti ideali del più forte.(nel caso specifico italiano, dove la “destra” è maggioranza, la funzione della sinistra “riformista e moderata” si riduce a freno, capace di rallentare l’affermarsi della idea maggioritaria, ma non certo di modificarla. Lo stesso vale per l’ideologia liberista dominante nel mondo). Si dirà che questa è l’essenza della democrazia. E’ propio così, nel mondo della politica.
Ma la politica non fa la storia. La storia scaturisce proprio dalle situazioni che la politica non sa governare; dai sommovimenti della società, che la politica spesso radicalizza inconsapevolmente. La “società”, ad un certo punto, non riesce più a sopportare le regole che la politica ha imposto; perchè la politica tende a conservare – anche quando si dichiara progressista – le regole dettate dai dominanti.
Quando questa insofferenza sociale ribolle e ci sono persone capaci di interpretarla (i visionari), raccontando il futuro, contro la cappa della politica che ripete se stessa e che perpetua il privilegio di elite più o meno estese, si preparano le condizioni del cambiamento profondo. Ma perchè alla ormai sfilacciata ed insopportabile realtà, si sostituisca un assetto nuovo, i sognatori e i visionari non bastano. Bisogna che la nuova visione si incarni in uomini di grande statura e carisma capaci di tradurre in nuove regole sociali il ribollire intellettuale della visione che ha saputo interpretare il nuovo. E’ un processo imprevedibile, che si può sentire a pelle, ma cui non si sa dare risposta fino a che i nuovi statisti non codifichino il cambiamento.
Per questo non vedo più “sinistra” e “destra”. Per questo le differenze tra PD, M5S e Lega, come ho scritto, mi sembrano meno importanti delle convergenze. Per questo in Europa le politiche di Cameron, Hollande, Merkel,Renzi,.....della Danimarca, Finlandia,Polonia..... e le teorie della “governance” del FMI, della BCE, della UE....sembrano tutte la stessa pappa indigeribile.
In questa situazione, l’attenzione alla “realtà” è “attenzione” a un mondo in disfacimento, non più salvabile, in cui le pulsioni peggiori e gli egoismi nazionali, dei gruppi, delle persone, finiscono di avere il sopravvento.
Non mi sottraggo però alla domanda concreta :
Grillo o Salvini , al posto di Renzi, saprebbero essere politicamente più accoglienti e umani?
Sono tutti decisi a rallentare e, se possibile, azzerare i flussi della immigrazione. Renzi ha fatto approvare all’Europa, almeno in teoria, la decisione di affondare i barconi su cui arrivano i diseredati. Non si possono lasciare morire in mare (per di più sarebbe pessima pubblicità): Le opposizioni vogliono che i migranti siano fermati in Africa. Renzi affonda i Barconi sottraendo agli scafisti i mezzi per il “trasporto”. Il risultato è ancora: quelli che scappano siano bloccati in Africa. Che differenza c’è? Se Salvini o Grillo fossero al governo, non tratterebbero con l’Europa e con i paesi africani come fa (o cerca di fare) Renzi? A volte le parole e le nostre inclinazioni nascondono la realtà.
Le mie motivazioni non sono in odio a Renzi (motivazione davvero cervellotica) ma dicendo che Renzi, Grillo o Salvini rappresentano, ai miei occhi,    lo stesso sfacelo della politica, non solo italiana.
Umberto Pradella

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