Ieri
sera (11/06/2015) ho assistito - in parte, confesso subito, con l'aiuto della fantasia - a
una singolare e originale assemblea politica. Eravamo oltre un centinaio in una
sala a Largo dello Scautismo a partecipare all'incontro-dibattito su Mafia
Capitale, promosso dai Circoli PD del II Municipio in presenza di Funiciello,
commissario degli stessi nominato da Orfini, commissario a sua volta del PD
romano, a sua volta nominato da Renzi, segretario nazionale.
Assemblea singolare e proficua perchè? Perchè
ad inizio lavori si è deciso, stante la drammatica condizione di eccezionalità
in cui si trova il PD romano, infiltrato nel gruppo dirigente e sconvolto nella
sua base da Mafia Capitale, non di
procedere secondo lo schema classico rispettoso di ruoli, cariche e gerarchie.
Quindi non con il commissario nominato dal Partito ad aprire con il suo
intervento, seguito dai consiglieri comunali espressi dal Municipio, dal
Presidente dello stesso, e poi in fila dai segretari dei 5 Circoli, per poi,
dopo un'ora e mezza di relazioni gerarchiche inevitabilmente esortative,
autorassicuranti e giustificazioniste, dare nell'ultima mezz'ora la parola per
non più di tre minuti ciascuno ai cittadini militanti di base presenti. Ma,
vista l'eccezionalità del terremoto in corso,
si è proceduto secondo uno schema esattamente opposto, e cioè dando
spazio e privilegiando interventi, testimonianze, riflessioni, denunce,
proposte dei cittadini attuali o ex militanti di base del PD presenti. E quindi
hanno preso via via attenzione e spazio centrale le voci di sofferenza e
angoscia del dramma collettivo in atto come una salutare, necessaria e pubblica
terapia politica, con i dirigenti territoriali del Partito ad ascoltare e il
suo popolo a chiedere conto e ragione, a lanciare denunce e invettive e a
suggerire e proporre soluzioni possibili. Poi, alla fine, nella mezz'ora
finale, in punta di piedi, resi più consapevoli e quasi intimoriti da tanta
veemente e comprensibile passione, ecco intervenire sobriamente, in tre minuti
di tempo ciascuno, Grippo, Corsetti e Alemanni,
Gerace, e infine le osservazioni del Commissario Funiciello.
Ecco come io avrei voluto si svolgesse la
pubblica assemblea del PD del II Municipio sui fatti e misfatti di mafia
Capitale «affrontati a testa alta». Invece c'è toccato anche ascoltare, o
meglio farci intrattenere dall'amabile e spigliato commissario politico piovuto
dal casertano, che inneggiava al favoloso «modello Roma» della gestione
Veltroni-Rutelli. Nessuno l'aveva evidentemente informato che Luca Odevaine è
stato un loro collaboratore principe - e poi di Zingaretti, e infine di Buzzi e
Carminati. E che la spartizione delle risorse, ubiqua e trasversale, di posti e
opportunità nelle aziende pubbliche o partecipate secondo una onnivora logica
familistico-parentale, era in auge pure allora, senza bisogno che Alemanno la
spingesse poi ai suoi estremi perfezionsitico-malavitosi.
L'assemblea si è ahimé svolta nel modo
esattamente opposto a quello da me immaginificamente raccontato.
Un piccolo ma interesssante inciso: dei 270 e
passa iscritti negli anni scorsi al Circolo PD di Via Catanzaro, presenti in
sala non ne ho visti più di una decina. E guarda caso, proprio quelli fin
dall'inizio esigua minoranza schierata pro Marino.
Ad essere sincero, con questi dirigenti qui,
implicati o meno che siano nei fatti di
Mafia Capitale, e magari del tutto personalmente onesti, da Mafia Capitale temo
non si verrà mai fuori.
En attendant la terza tranche.
Gian Carlo Marchesini
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