Vedo due modalità di intendere la prevenzione e la
diagnosi in Medicina.
La prima modalità consiste nel produrre una serie di messaggi ansiosi, diretti alla popolazione per convincerla a delegare la tutela della propria salute a
chi produce il messaggio. In cambio di questa delega viene promesso il
mantenimento di uno stato di salute e di
benessere, la lotta ai sintomi psico fisici che si manifestano sul
nostro corpo, e la vittoria sugli aggressori
esterni che si dovessero presentare nel corso della vita.
Il
paziente rimane ignaro della causa della malattia, o ne cerca la ragione all’esterno come nell’elenco sotto indicato che ho
tratto dalla informazione mediatica che le trasmissioni televisive ci
offrono sull’argomento e che presenta
alcune lacune scientifiche che ho evidenziato.
Il fumo, e poichè il tumore ai polmoni colpisce
inspiegabilmente tanti soggetti che non hanno mai fumato, anche il fumo
passivo. L’inquinamento ambientale,
in cui non è ancora considerata
la tossicità degli organismi geneticamente modificati e l’inquinamento
elettromagnetico dei ripetitori dei segnali satellitari.I virus e i batteri, pur
essendo stati progenitori della vita sulla Terra, e presenti come alleati nella
digestione e assorbimento dei principi vitali per il nostro organismo, tanto che la vita senza di
loro non sarebbe possibile. Il Dna, ereditato dai nostri genitori spostando nel
passato la domanda senza risposta del
perchè di quello che ci accade oggi, e trascurando la ricerca di quello che succede nei nove mesi
della gravidanza e rimane trascritto nello sviluppo biologico. Lo stress, una ragione mediata dalla
psiche, aspecifica e non sufficiente a creare una malattia se non sopraggiunge
un evento inatteso e intenso che ci
sorprende impreparati.
Accogliendo
questa prospettiva di cercare all’esterno la causa delle nostre malattie siamo in
linea con le credenze popolari, aria di fessura aria di sepoltura, e
con le credenze moderne che il cancro come e più della mafia siano da
estirpare. Pensiamo di operare nel bene
e di non aver bisogno di spostarci dalle nostre corrette convinzioni. Ci
consideriamo bersaglio della sfiga umana,
oggetto di espiazione di colpe che l’albero genealogico ci impone, e
utilizziamo la malattia per chiedere un
aumento dell’attenzione affettiva e
sociale su di noi.
Questa modalità di prevenzione si identifica in fin
dei conti con la diagnosi precoce, che non
evita di ammalarci, ma di conoscere con largo anticipo, come succede con la diagnosi
genetica, la probabilità che abbiamo di andare incontro a malattia. e di
suscitare per questo il panico nel paziente. E poiché ancora oggi è difficile
combattere contro, come vengono descritte,
cellule impazzite come quelle tumorali o stupide come quelle autoimmuni
i pazienti vengono colti dal panico. Ignari e atterriti si concentrano sulla malattia bloccati
emozionalmente, e vivono l’attesa che gli venga restituito il corpo aggiustato perdendo la libertà di
agire e pensare, e soffrendo la diagnosi
e l’etichetta che l’accompagna, tumore suona
già come una sentenza tu-muori.
La seconda modalità di prevenzione è diretta a
raggiungere la sintonia con le leggi
biologiche scoperte dal Dott. Hamer che ci consentono di perseguire il fine
evolutivo di un continuo miglioramento della nostra specie senza avere più
paura di quanto finora definito malattia. I sintomi sono considerati
manifestazioni di un disagio che parte dalle memorie del vissuto personale
dell’organismo e vanno compresi per arrivare a capirne il senso, e la ragione
profonda da cui hanno origine.
“Quando il mondo
delle forme diviene allegoria, acquista valore e significato per
l’uomo”(Goethe)
Il fondamento di questa prevenzione è che ogni
forma vivente ha come fine la
sopravvivenza del singolo e la crescita della specie, e non c’è mai in
Natura cellula maligna o stupida che ostacola questo disegno, e che invade a
tradimento il corpo. Da parte dell’unità psiche mente corpo c’è il tentativo
costante di risolvere le conflittualità biologiche impreviste sviluppando nuovi
strumenti per affrontarle, e una volta verificatane l’utilità fissarli nella
genetica per il vantaggio delle
successive generazioni.
Il medico cura, ma
il paziente guarisce
quando prende coscienza del problema, ne riconosce la causa, e provvede a
cambiare prospettiva per superare la difficoltà.
Prendere coscienza
del problema per noi tutti è difficile, vuol dire rimettere in discussione tante convinzioni, ma il risultato è la
fiducia nelle nostre potenzialità e nella bontà dei programmi biologici dei
nostri tessuti, che tendono al progressivo sviluppo delle potenzialità della
specie e dell’individuo.
Riconoscere la
causa è
il punto di partenza necessario per avviare la guarigione. Può essere doloroso esaminare il proprio vissuto, ammettere
degli errori, delle sofferenze affettive patite che possono tornare a ferirci
perché non riusciamo ad accettarle e a perdonarle. E’ problematico accettare
l’idea che ci creiamo la nostra realtà, ma ci conforta la fortuna di
un sapere che educa e fornisce le chiavi di un vivere nuovo, biologico, e
spirituale perché in linea con le semplici regole della Natura che governano il
Creato.
Cambiare prospettiva per noi uomini è la cosa più difficile, vincere il
proprio orgoglio, spostarsi di angolazione e diventare forti nella flessibilità. Tanto è vero che il
problema diventa la recidiva, l’ostinata resistenza al cambiamento, e per molti arriva
ad essere più facile soffrire che
cambiare.
Superare le
difficoltà vuol
dire tracciare vie neuronali diverse, nuove sinapsi, ispirati dallo spirito
evolutivo e aperti alla forza creatrice
che non si è esaurita nell’atto iniziale, ma che quotidianamente ci viene
offerta e ci alimenta. Tecniche
destrutturanti come la psicomagia provocano uno spostamento dalla posizione
conflittuale, facendoci cambiare binario con un’azione paradossale,
significativa per il nostro inconscio,
capace di riflettersi sul piano organico e sciogliere nodi e memorie che bloccano il funzionamento dei tessuti
coinvolti.
Verificando senza pregiudizi o interessi di
parte si arriva alla comprensione che non
esiste la malattia come processo sbagliato nel contesto di una Natura assurda, ma un programma Speciale Biologico Sensato elaborato di continuo da una Natura
intelligente che può prevedere la crescita del
tessuto di un organo per consentirne un aumento funzionale, o la
ulcerazione e ricomposizione di un altro per rafforzarne le prestazioni.
Prevenzione
è l’insegnamento e l’acquisizione dei programmi fisiologici utili per gestire i
conflitti o per lo meno per ridurne
l’entità e la durata, per non aver più paura di quanto da sempre definito
malattia perché di questa avremo non solo la conoscenza della causa ma ne
capiremo la quintessenza, cioè il
benefico scopo ultimo.
Per confermare e sostenere quanto appena scritto è utile rileggere quanto scritto dal Dott.
Luigi De Marchi psicologo clinico e sociale, autore di numerosi
saggi conosciuti a livello internazionale, che parlando con un amico
anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle
terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: «Sì, anch’io ho molti dubbi.
Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle
nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente
dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era
poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale»[1].
«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose
negli ultimi decenni – si chiese Luigi De Marchi – in tutto l’Occidente
avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle
diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano
naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro
fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi
precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione
del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della
Medicina ufficiale. Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia
della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di
regressione e guarigione dei tumori?”.
In
effetti può diventare un pericolo lo
sviluppo odierno di tecniche sempre più
sofisticate che hanno portato ad un
eccesso diagnostico di malattie quanto di tumori che non saranno mai sintomatici né causa di
morte precoce.
Concludendo Medicina, etimologicamente medion
chinesi, è movimento al centro, e significa che la salute non è
un’acquisizione statica, lineare e senza scosse, ma una continua perdita e riconquista di un
equilibrio psico fisico che fa parte del dinamismo vitale ed evolutivo:
continuamente eventi inaspettati ci fanno sbandare e continuamente dobbiamo
cercare e trovare le soluzioni per tornare al centro, grazie agli strumenti già
a disposizione se non addirittura creandocene di nuovi. Il paziente informato sarà
solo impaziente di recuperare il suo equilibrio e riprendere il suo percorso di
vita rafforzato dalla prova affrontata e superata.
Voltaire: “L’arte in medicina è distrarre il paziente mentre la
Natura lo guarisce.”
bibliografia:
Grazie Dottor Hamer. Claudio Trupiano,
Secondo Natura Editore
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