ASPETTANDO IL GIUBILEO.
La
denominazione e numerazione dei quindici “quartieri” romani risale solo al 1926
e quello Aurelio è uno dei primi: confina con le mura Vaticane e quelle
Aureliane, a est con Borgo e Trastevere ma si estende a ovest fino a Primavalle
e a nord fino al Trionfale.
La
parte più a ridosso del Vaticano è letteralmente sommersa dal degrado del
turismo mordi-e-fuggi dei pellegrini
incrementato a dismisura dal successo dei papi negli ultimi trent’anni - Giovanni Paolo II regnò come sesto Sovrano dello Stato della
Città del Vaticano dal 1978-2005 innescando la moda del pope-star e cioè del papa mediatico e gran comunicatore.
Un
nutrito gruppo di cittadini di questa zona che si trova un così ingombrante
vicinato, ha iniziato a organizzarsi per fare una serie di richieste che
garantiscano la sopravvivenza a quest’ultima follia dell’invenzione dell’Anno Santo
straordinario denominato “della Misericordia”. Se non si prenderanno dei
provvedimenti di minima “l’Anno della Misericordia” rischierà di fare terra
bruciata specialmente nelle zone limitrofe al papato di cui si è appena
celebrato l’anniversario dei Patti Lateranensi.
Nell’incontro
di giovedì scorso sono emerse parecchie questioni (leggete l’articolo di Mimmo Fischetto
ASSEMBLEA CITTADINA
ALL'OMBRA DEL CUPOLONE del 12 giugno), qui vorrei sottolineare solo alcuni
punti di riflessione che costituiscono richieste di micro-interventi urgenti
per la messa in sicurezza del pedone di cui purtroppo nella nostra zona si
contano i morti con una certa frequenza:
1.
Le strisce
pedonali vanno tutte ridipinte e
segnalate anche con insegne luminose (come ad esempio quelle all’uscita dei
tunnel in piazzale Gregorio VII )
2.
Va ritarao la cadenza temorale dei semafori pedonali che spesso diventano rossi
mentre si attraversa (vanno controllati specialmente quelli a catena che legano
le strade e le corsie riservate agli autobus)
3.
Vanno inserite ex-novo delle strisce di
attraversamento in corrispondenza delle maggiori
fermate di parecchi autobus (ad esempio in via di Porta Cavalleggeri
all’uscita del tunnel riservato agli autobus) per non costringere i pedoni a
lunghi percorsi per l’utilizzo dei sottopassi non vicinissimi.
4.
I percorsi pedonali vanno protetti con i bollards
sia dove non c’è possibilità di costruire i marciapiedi sia dove anche i
marcipiedi vanno protetti perché le auto vengono parcheggiate sopra. A tutt’oggi, ad esempio, è impossibile
risalire via delle Fornaci fino
Villa Pamphili verso l’ambasciata russa (parliamo di circa un chilometro e
mezzo).
5.
Inserire i dissuasori di velocità in alcuni punti strategici (dossi, cunette)
in alcuni punti strategici dove la segnaletica non è sufficiente.
6.
Alcune strettoie delle strade impediscono
ai cittadini l’accesso ai servizi di quartiere come ad esempio alla farmacia di Porta Cavalleggeri da via
delle Fornaci dove tra ringhiera del
sottopasso, l’ampliamento dell’edicola del giornalaio trasformata in fast food, e i tavolini dei bar e della
pizzeria è impossibile far passare una carrozzina (sia questa di neonato o di
disabile).
7.
È fondamentale una presenza costante dei vigili in particolare lungo tutta la via
Stazione di San Pietro dove i pullman
stazionano in doppia fila e per di più con il motore acceso procurando ai cittadini un inquinamento anche
acustico.
8.
È altresì fondamentale il controllo
quotidiano dei “nuovi mostri” e cioè di tutte le doppie file comprese quelle delle auto NCC di grossa cilindrata che,
non avendo uno stazionamento fisso, invadono le strade dimezzandone la
capacità.
9.
Sarebbe opportuno inoltre, regolamentare il
traffico commerciale di rifornimento delle strutture commerciali relegandolo
solo ad alcuni orari prestabiliti.
I
cittadini della zona di Santa Maria delle Fornaci/Porta Cavalleggeri/Largo
Micara stanno preparando una mozione da presentare al Comune (Prefetto?
Commissario?) di richieste urgenti cui seguiranno ulteriori iniziative da qui a
dicembre.
Ghisi
Grütter
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