Un altro sogno
americano?
Louisiana (The
Other Side) è un film a
dir poco impegnativo dove il regista ci presenta due realtà entrambe
inquietanti. La prima, onestamente un po’ troppo lunga, è uno squarcio su un
mondo di squallore e povertà dove tutti “si fanno” di crack, di metanfetamina, di eroina e quant’altro nell’incapacità
di affrontare un modo di solitudini e di giornate senza senso. Mark, un giovane che
produce e vende anfetamine, è appena uscito dalla galera e deve affrontare la morte del fratello, la
malattia della madre, aiutare materialmente la sorella e contenere l’esuberanza
di Lisa sua compagna. Un uomo fragile, a suo modo anche generoso e attento agli
altri, ma che le droghe hanno reso incapace a reagire arrivando a desiderare di
tornare in prigione per disintossicarsi e poter ricominciare da capo. Nel
gruppo di disadattati anche lo zio Jimmy settantenne, un reduce probabilmente
del Vietnam che, dopo aver vissuto di tutto, trova conforto solo nell’alcool
sognando una presidente donna che si prenda cura di tutti
i veterani. West Monroe in Louisiana è
il teatro di questo scenario ma poteva essere in qualsiasi
luogo «…anche a Ostia» commentava la mia compagna di cinema. La seconda realtà
messa in luce da Minervini è prettamente americana, una volta si diceva un vero
apple-pie. Sono mostrati l’uso e
l’abuso delle armi e i raduni fascisti di una sorta di paranoici guidati da ex combattenti delle forze speciali,
che con l’idea di proteggere le proprie famiglie organizzano degli
addestramenti bellici con cadenza quindicinale nelle zone paludose della
Louisiana. In contemporanea, in occasione della festa del 4 luglio, si
consumano giochi e riti volgari e goliardici negli acquitrini.
Un regista sensibile e attento che ha realizzato un docufilm, probabilmente con poca
spesa ma con molto coraggio. La sua ricerca può essere considerata etno-antropologica e vuole rappresentare l'altra faccia del
sogno americano. Il
film-documentario Louisiana (The Other Side) ha rappresentato
l’Italia nella sezione Un Certain Regard
alla 68esima edizione del Festival di Cannes, dove è stato accolto con grande
entusiasmo dalla critica internazionale.
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