30 luglio 2015

L'approfondimento:MERKEL,DALLA GRECIA UN PRIMO SCOSSONE


 
 L'Unione Europea nonostante i passi avanti fatti sul fronte greco, continua ad avere nodi da sciogliere e sfide da affrontare: se, in Germania, c'è un crescendo di critiche alle scelte della cancelliera Merkel.Molti analisti vedono le radici della difficoltà dell'Unione nelle riforme istituzionali sbagliate fatte, soprattutto per il ruolo conferito al Consiglio europeo con il Trattato di Lisbona..
Vediamo come Affariinternazionali analizza le difficoltà della Merkel in Germania.
 
dalla newsletter di Affariinternazionali

Ue e Germania
Merkel, dalla Grecia un primo scossone
Eugenio Salvati
23/07/2015
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Il duro confronto tra Unione europea e Grecia, e in particolare tra governo tedesco e governo greco, si è avviato verso una conclusione positiva anche grazie al voto con cui il Bundestag ha approvato il nuovo piano di aiuti dell’Ue ad Atene.

La maggioranza che ha dato il via libera all’accordo è stata larga, anche perché numericamente è ampia la maggioranza di quella grande coalizione che governa la Germania.

Il dato di maggiore interesse sta però nelle defezioni e nelle voci critiche nei confronti di questo accordo. Rispetto ai due precedenti voti salva Grecia esse crescono sensibilmente.

Una sessantina di deputati della Cdu-Csu (il partito ddi Angela Merkel) ha votato contro il piano e anche Peir Steinbruck, autorevole esponente dei socialisti della Spd ed ex candidato alla cancelleria, ha criticato l’intesa sposando la tesi della Grexit temporanea proposta dal ministro delle Finanze Wolfang Schäuble. La stessa opinione pubblica tedesca appare spaccata in due sulla questione: il 49% si oppone al terzo salvataggio, il 46% invece è favorevole.

Spina nel fianco
Indipendentemente dal voto del Bundestag, quel che sembra probabile è che la trattativa burrascosa con la Grecia e le modalità con cui si è raggiunto l’accordo lasceranno dei segni profondi sugli assetti della politica tedesca, coinvolgendo anche la posizione della Merkel.

Un primo elemento sistemico rilevante è la dimostrazione di quanto le arene politiche nazionali ed europea si siano ormai intrecciate e di come quest’ultima incida prepotentemente sui processi politici che avvengono nelle prime: la questione greca è stata il centro del dibattito pubblico tedesco e gli equilibri interni alla grande coalizione e alla Cdu e il ruolo della cancelliera ne sono stati influenzati.

La politica tedesca, ormai schiacciata sul ruolo dominante di Merkel e della Cdu, con una Spd relegata a un ruolo ancillare come partner di governo, ha vissuto il primo scossone all’interno di una lunga stagione di stabilità sotto il segno della cancelliera.

A livello dei rapporti di coalizione, le durissime parole del vice-cancelliere e ministro dell’Economia Sigmar Gabriel e del presidente del Parlamento europeo Martin Schultz consegnano una Spd interprete fedele della politica europea dettata dalla Merkel, indebolendo così l’immagine dei socialisti come futuri sfidanti della cancelliera.

La posizione della Spd sembra chiudere anche la possibilità che il campo del Partito socialista europeo possa varare una proposta politica alternativa a quella del rigore tedesco.

La maggiore opposizione alla Merkel è arrivata dal lato destro dello schieramento politico tedesco, da quel variegato mondo che voleva imporre l’uscita di fatto della Grecia dalla zona euro e che ha trovato nel ministro Schäuble un nuovo punto di riferimento, capace di catalizzare attorno a sé il sostegno sia della fazione “rigorista” della Cdu-Csu sia quello degli ambienti euroscettici che si stanno organizzando alla destra del partito cristiano-democratico.

Una leader che perde forza
Anche la scelta del premier greco Alexis Tsipras di abbandonare a fine giugno il tavolo delle trattative e di indire un referendum ha prodotto dei profondi riverberi sulla politica interna tedesca.

La Merkel aveva incarnato nel campo tedesco la posizione più incline al dialogo, ma tale atteggiamento è stato messo con le spalle al muro dalla scelta audace del leader greco che così facendo ha aperto un ampio varco ai falchi tedeschi guidati da Schäuble, il quale ha simbolicamente preso il vessillo di difensore della posizione tedesca in Europa.

Per questo motivo la leadership della Merkel sembra essere sempre più schiacciata tra la necessità di farsi carico dell’integrità della zona euro e del processo di integrazione e il bisogno di non essere messa nell’angolo dall’ala più intransigente del suo partito.

Se il voto del Bundestag ha promosso il ruolo di mediazione della cancelliera è anche vero che da tale voto ha prodotto delle crepe vistose rispetto alla forza della sua leadership, una cosa mai accaduta prima d’ora.

La leadership della cancelliera sembra destinata a mutare forma dato che si troverà costretta a fronteggiare all’interno del suo partito una solida opposizione rispetto alla politica da adottare nei confronti della Grecia (e a situazioni simili che potranno presentarsi in futuro).

Se fino ad oggi il baricentro della politica tedesca è stata la figura forte e rassicurante della Merkel, appare non improbabile che “il falco” Schäuble possa incarnare un’alternativa politica che, partendo da una diversa interpretazione dell’idea di Europa e della posizione tedesca nell’Ue, si proietta giocoforza anche nella politica interna.

Un’alternativa forte di una posizione politica chiara, espressa nel comunicato dell’ultimo Eurogruppo dove si parla di Grexit, forte di una porzione crescente del partito che è con lui, come dimostrano i 60 contrari del voto al Bundestag, e soprattutto sostenuto da una popolarità in crescita in Germania.

Eugenio Salvati è Dottore di Ricerca in Scienza Politica, Università di Pavia.
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