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UN MONDO PERFETTO
di Clint Eastwood
del 1993
In questo film si ritrovano tanti elementi che Eastwood
svilupperà nei suoi lavori più maturi.
Gli individui descritti da Clint non rientrano mai, o quasi
mai, nella categoria del cattivo (ma neanche in quella del buono); sembra che
lui voglia proprio trasmetterci l’impossibilità a giudicarli. Così in “Grand
Torino” il vecchio Walt Kovalski,
scorbutico reduce della guerra in Corea, si fa intenerire dal piccolo vicino asiatico,
e così in “Million Dollar Baby” Eastwood mostra come l’eutanasia possa essere
considerata una sorta di atto d’amore.
“Un mondo perfetto“ è un film del 1993 retrodatato di
trent’anni all’epoca della campagna elettorale per il governatorato del Texas
pochi giorni prima della famigerata “parata di Dallas“ dove venne ucciso John
F. Kennedy. Il killer Butch - evaso con
un compagno dal carcere – in qualche modo salva la famiglia di Phillip ma è
costretto a portare con sè il bambino con il quale nasce una storia di
amicizia. Butch (Kevin Costner) è un amante dei bambini e vedere trattare male
un piccolo lo fa montare su tutte le furie e diventare violento; è anche
un’idealista, un sognatore e vuole fuggire in Alaska come per rigenerarsi e
cominciare una nuova vita. Di fronte alla famiglia di neri quando il padre dà
un forte schiaffo al figlio, Butch ha una reazione esagerata: alla fine Phillip
non sa decidere se è più violento il padre o lo stesso Butch.
La storia in mano a Clint presenta anche dei classici clichés del cinema americano: i cecchini
dei Texas rangers, il poliziotto buono e quello cattivo, l’esperta criminologa
che battibecca con il detective (lo stesso Clint Eastwood) e così via.
Il tema dell’infanzia innocente violata è molto spesso
presente nei films di Clint Eastwood: in “Mystic River” la profanazione dell’innocenza
infantile di uno dei tre protagonisti lo condizionerà negativamente per tutta
la vita. Per me rimarrà sempre un evento
incomprensibile come abbia fatto un attore di successo - peraltro non troppo
espressivo - a diventare un tale bravo regista!
Ghisi Grütter
Ghisi Grütter
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