17 luglio 2015

COMUNE DI ROMA:IL TEMPO DEL CAMBIAMENTO E' ORA

Pubblichiamo la lettera aperta di Carte in Regola in cui si chiede un passo indietro del PD se si crede fortemente nella volontà di cambiamento al Comune di Roma,ripercorrendo le tappe fondamentali della crisi che finora la hanno caratterizzata.
D.F.

    

 
Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Al Sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino

Al Commissario del Partito Democratico di Roma Matteo Orfini



Per rendere credibile la volontà di cambiamento, la politica (e il PD) faccia un passo indietro



Roma, 14 luglio 2015

Riferiscono i giornali di un incontro tra Ignazio Marino e Matteo Orfini, in cui il commissario del

PD romano
vrebbe chiesto al Sindaco di "dare l'idea di un nuovo inizio, una ripartenza vera"


invitandolo a creare una “super giunta” formata da assessori


“scelti di preferenza fra i



parlamentari, ai quali - vista la situazione d'emergenza - verrà concessa una deroga, potranno cioè

continuare a fare i deputati o i senatori pur lavorando nel nuovo governo cittadino.



" Il tutto concordando tabella di marcia e condizioni della rivoluzione”.




Ma se le indiscrezioni giornalistiche corrispondessero al vero, non si tratterebbe di una rivoluzione

bensì di una restaurazione, che riporterebbe ancora una volta la Capitale sotto lo stretto controllo

del partito di maggioranza, in barba a quanto sta emergendo dalle indagini giudiziarie e soprattutto

alla faccia delle promesse di cambiamento fatte ai cittadini.

Ripercorriamo la cronologia degli avvenimenti degli ultimi 8 mesi. Le indagini di Mafia Capitale

mettono a nudo stretti e ramificati legami tra politica e soggetti criminali, e una corruzione che dire

"diffusa" non rende abbastanza l'idea, che attraversa svariati settori del mondo politico della

Capitale e della Regione Lazio. Vengono arrestate e indagate decine di persone, tra cui Daniele

Ozzimo, un assessore eletto consigliere PD dal 2008, ma che ha cominciato la sua carriera politica

nel 2000, come segretario DS del V Municipio, Mirko Coratti, Presidente dell'Assemblea

Capitolina (traghettato nel PD dall’ UDEUR di Mastella come Marco Di Stefano, ex consigliere

regionale arrestato per altre vicende non meno pesanti), il Presidente della Commissione

Patrimonio Pier Paolo Pedetti, una militanza cominciata nella Sinistra Giovanile che lo porta alla

presidenza dell’ associazione che si occupa della costruzione del programma del Partito

Democratico di Roma e, dal 2012, a entrare nella direzione regionale del PD. E ancora: Andrea

Tassone, Presidente del Municipio X con un passato nella segreteria giovanile della Democrazia

Cristiana, poi nella Margherita, e dal 2008 nella Direzione Romana del Pd. E’ indagato l’ex

presidente della federazione romana PD Eugenio Patanè, oggi consigliere regionale. Tantissimi i

nomi di politici PD che ricorrono nelle intercettazioni (la maggior parte non indagata): alcuni si

autosospendono dal partito, come il presidente PD della Commissione bilancio Francesco Ferrari

(in Campidoglio dal 2006) e il capogruppo PD in Regione Marco Vincenzi (prima consigliere e

assessore alla Provincia), e come Luca Giansanti, oggi lista civica Marino ma già consigliere della

Margherita con Veltroni. Francesco D’Ausilio, ex capogruppo PD in Campidoglio, si dimette

anche da consigliere. Rassegna le sue dimissioni anche il capogabinetto in Regione del presidente

Zingaretti Venafro (già capogabinetto di Veltroni e dello stesso Zingaretti alla Provincia).

A occhio possiamo dire che la maggior parte dei politici coinvolti nelle indagini e nelle

intercettazioni (molti non indagati) hanno mediamente alle spalle una lunga carriera

politica e/o amministrativa di nomina politica (naturalmente anche quelli di area centrodestra). E

pochi giorni dopo lo scoppio di Mafia Capitale il Presidente-Segretario nazionale del Partito

Democratico commissaria il partito di Roma incaricando Matteo Orfini di fare pulizia. Si

promuove anche un'indagine ad ampio raggio sulla base PD affidata a Fabrizio Barca, arrivando a

scandagliare fino l'ultimo circolo di periferia, per compilare la classifica che va dai circoli che

lavorano davvero nel territorio a quelli del "potere per il potere", di cui si ventila la chiusura.

Un'indagine parallela si occupa delle tessere gonfiate. E nella relazione stilata dalla Commissione

prefettizia che ha lavorato per mesi passando al setaccio tutti i documenti relativi ad appalti e

affidamenti del Comune di Roma, si mette in evidenza un passaggio dell’ordinanza del gip: «

Il

polimorfismo dell’approccio alla dimensione pubblica da parte di mafia capitale si coglie ove si

considerino i protagonisti interni ed esterni alla struttura, rigorosamente bipartisan, appartenenti

per storia e per scelte politiche ad aree diverse, spesso anche opposte, nelle quali al radicalismo

delle posizioni ideali professate fa da contrappunto l’assenza totale di remore a comporre, con

soddisfazione e apprezzamento reciproci, affari illeciti


»

Tutto questo avrebbe dovrebbe spingere i decisori del PD a cambiare rapidamente aria e sistema,

avanzando per eventuali nuovi assessori la candidatura di facce nuove, gente scelta per capacità e

competenze, senza la zavorra della carriera politica e quindi libera da alleanze, debiti, gratitudini e

finanziamenti per le campagne elettorali. Invece, a quanto pare, l’orientamento va esattamente

nella direzione opposta, quella degli assessori-deputati o degli assessori-senatori. Così per "
dare

l'idea di un nuovo inizio, una ripartenza vera


" si nominerebbe gente che ha storie politiche ancora

più lunghe, molte cominciate proprio sui banchi del Campidoglio o del Consiglio Regionale e poi

passate al Parlamento. Parlamento che non si trova su un altro pianeta, ma a Roma, con tutti i

legami mai allentati che si sono formati in decenni di correnti, tribù e cordate PDS-DS-PD (e

Margherita, UDEUR, UDC...), che hanno da sempre fatto il bello e il cattivo tempo, a Roma come

nel Lazio. Oltretutto la proposta sembrerebbe all'insegna del "prendi uno paghi due", dato che gli

assessori-parlamentari non rinuncerebbero alla doppia carica e al doppio stipendio. Ed bisogna dire

chiaramente che chi ha ricevuto un mandato dagli elettori di rappresentanza nazionale, non deve

venir meno al suo compito sommando ulteriori e impegnativi incarichi. Se siamo arrivati a questo

punto, è anche per il disinvoltura con cui si aggirano le regole più elementari.

E non fa onore alla gloriosa tradizione di un Partito nato per difendere i diritti dei lavoratori e dei

più deboli, il cui leader indimenticato, Enrico Berlinguer, aveva avuto il coraggio di sollevare la

questione morale fin dal 1981, promuovere la sacrosanta spinta moralizzatrice solo per le ultime

ruote del carro, anziché, come sarebbe stato doveroso, cominciare la verifica dai vertici, valutando

l’impegno per l’interesse collettivo e per il buon nome del partito di consiglieri, dirigenti,

funzionari. Probabilmente molti sarebbero assegnati alla categoria del “potere per il potere”. E se

l’indagine fosse stata fatta prima, molti degli arrestati e degli indagati forse non sarebbero mai stati

candidati.

Mafia Capitale è un punto di non ritorno che ci saremmo augurati di non raggiungere mai.

Presidente Renzi, Sindaco Marino, Commissario Orfini: è il momento di prendere le vostre

responsabilità davanti ai cittadini. Vogliamo che, se ci saranno avvicendamenti nella Giunta, sia

rafforzata la presenza di qualificati esponenti della società civile in grado di avviare

l’indispensabile ristrutturazione della macchina comunale, che rappresenta il vero ostacolo a

qualsiasi tentativo di riportare la Capitale sui binari della buona amministrazione.

Non accetteremo nessun gioco di prestigio che fa spuntare dal cappello sempre lo stesso coniglio.

Non accetteremo nessun “nuovo inizio” che faccia la solita fine.

Il tempo del cambiamento è ora.

Laboratorio Carteinregola

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