Comunque lo si voglia giudicare, Franco Berardi con questa lettera ci ha ricordato la incommensurabile differenza tra la responsabilità di cui si chiede conto alla Grecia e quella tedesca.
C’è un ma: la responsabilità della Germania è la sprezzante responsabilità di un “forte” e “temibile” paese. Quella furbesca della Grecia (che assomiglia tanto a quella italiana) è di un piccolo paese senza forza contrattuale. Persino alla Francia (debole ma grande) è concesso di sforare il deficit e all’inghilterra (forte) e alla Danimarca (satellite) persino di ritagliarsi spazi “eccezionali” . La contropartita è il sostegno alla supremazia tedesca.
Franco Berardi bifo
Gentili organizzatori del Festival di letteratura internazionale Poetische Quellen,
vi ringrazio per avermi invitato a partecipare il 30 agosto e 1 settembre alla 14ma edizione della vostra manifestazione,
Gentili organizzatori del 100 Jahre Gegenwart Eröffnung, vi ringrazio per avermi invitato all’incontro che si terrà presso Haus der Kulturen der Welt tra il 30 settembre e il 4 ottobre.
Devo però comunicarvi che pur avendo qualche mese fa accettato il vostro invito mi vedo oggi costretto ad annullare la mia partecipazione alle vostre manifestazioni perché al momento non posso mettere piede in un paese la cui popolazione nella sua larghissima maggioranza si riconosce nelle posizioni dei fanatici persecutori del popolo greco e di tutti i popoli dell’eurozona.
Credo che per ogni democratico europeo sia giunto il momento di ammettere una verità che addolora profondamente e che spaventa: settanta anni dopo la fine del regime nazista, sessantadue anni dopo la Conferenza di Londra in cui venne condonato il debito che la Germania aveva contratto con l’umanità, la nazione tedesca ripresenta i tratti culturali, psicologici e politici che la caratterizzarono nel suo passato più oscuro.
Il debito morale che lo Stato greco ha nei confronti dell’Unione europea consiste nella falsificazione dei libri contabili. Il debito morale che lo Stato tedesco ha nei confronti del mondo consiste nell’eliminazione fisica di sei milioni di ebrei, due milioni di rom, trecentomila comunisti tedeschi, ventotto milioni di sovietici, trecentomila jugoslavi per tacer d’altro. Di quella colpa però il popolo greco è innocente, perché di quella falsificazione sono responsabili le agenzie finanziarie che aiutarono i funzionari del governo di Nea Demokratia e del Pasok. Il popolo tedesco invece non è affatto innocente degli impensabili crimini del nazismo, dato che la grande maggioranza dei cittadini tedeschi fu attivamente o passivamente complice.
Che la Germania si senta oggi legittimata a chiedere la punizione e l’impoverimento del popolo greco (nonché di quello portoghese irlandese spagnolo italiano francese) in nome del principio secondo cui le regole non si trasgrediscono è segno di una straordinaria ipocrisia: lo Stato tedesco infatti non ha rispettato le regole europee relative al vincolo del 3% del PIL nell’anno 2003 e 2004. Ma soprattutto dimostra una prova di ottusità, dal momento che le regole debbono mutare in considerazione delle esigenze della comunità umana.
In quanto figlio di un partigiano comunista arrestato e detenuto nelle prigioni naziste nell’anno 1943 sarebbe per me disonorevole recarmi in un paese il cui popolo mostra di non avere imparato nulla dalla sua storia orribile.
So bene che le persone che mi invitano a Berlino per le manifestazioni Poetische Quelle e 100 Jahre Gegenwart Eröffnung sono altrettanto scandalizzate del riemergere di sentimenti di arroganza, crudeltà e disumanità nella maggioranza del loro popolo quanto lo sono io. Ma non posso superare il sentimento di orrore che la violenza del governo tedesco provoca in me, non posso provare rispetto né amicizia per chi vuole l’umiliazione del popolo greco. E posso solo invitare i cittadini tedeschi democratici a battersi per una riforma morale che non sia solo di superficie, e soprattutto ad abbattere al più presto il governo criminale di Merkel Shauble e Gabriel.
franco berardi bifo
vi ringrazio per avermi invitato a partecipare il 30 agosto e 1 settembre alla 14ma edizione della vostra manifestazione,
Gentili organizzatori del 100 Jahre Gegenwart Eröffnung, vi ringrazio per avermi invitato all’incontro che si terrà presso Haus der Kulturen der Welt tra il 30 settembre e il 4 ottobre.
Devo però comunicarvi che pur avendo qualche mese fa accettato il vostro invito mi vedo oggi costretto ad annullare la mia partecipazione alle vostre manifestazioni perché al momento non posso mettere piede in un paese la cui popolazione nella sua larghissima maggioranza si riconosce nelle posizioni dei fanatici persecutori del popolo greco e di tutti i popoli dell’eurozona.
Credo che per ogni democratico europeo sia giunto il momento di ammettere una verità che addolora profondamente e che spaventa: settanta anni dopo la fine del regime nazista, sessantadue anni dopo la Conferenza di Londra in cui venne condonato il debito che la Germania aveva contratto con l’umanità, la nazione tedesca ripresenta i tratti culturali, psicologici e politici che la caratterizzarono nel suo passato più oscuro.
Il debito morale che lo Stato greco ha nei confronti dell’Unione europea consiste nella falsificazione dei libri contabili. Il debito morale che lo Stato tedesco ha nei confronti del mondo consiste nell’eliminazione fisica di sei milioni di ebrei, due milioni di rom, trecentomila comunisti tedeschi, ventotto milioni di sovietici, trecentomila jugoslavi per tacer d’altro. Di quella colpa però il popolo greco è innocente, perché di quella falsificazione sono responsabili le agenzie finanziarie che aiutarono i funzionari del governo di Nea Demokratia e del Pasok. Il popolo tedesco invece non è affatto innocente degli impensabili crimini del nazismo, dato che la grande maggioranza dei cittadini tedeschi fu attivamente o passivamente complice.
Che la Germania si senta oggi legittimata a chiedere la punizione e l’impoverimento del popolo greco (nonché di quello portoghese irlandese spagnolo italiano francese) in nome del principio secondo cui le regole non si trasgrediscono è segno di una straordinaria ipocrisia: lo Stato tedesco infatti non ha rispettato le regole europee relative al vincolo del 3% del PIL nell’anno 2003 e 2004. Ma soprattutto dimostra una prova di ottusità, dal momento che le regole debbono mutare in considerazione delle esigenze della comunità umana.
In quanto figlio di un partigiano comunista arrestato e detenuto nelle prigioni naziste nell’anno 1943 sarebbe per me disonorevole recarmi in un paese il cui popolo mostra di non avere imparato nulla dalla sua storia orribile.
So bene che le persone che mi invitano a Berlino per le manifestazioni Poetische Quelle e 100 Jahre Gegenwart Eröffnung sono altrettanto scandalizzate del riemergere di sentimenti di arroganza, crudeltà e disumanità nella maggioranza del loro popolo quanto lo sono io. Ma non posso superare il sentimento di orrore che la violenza del governo tedesco provoca in me, non posso provare rispetto né amicizia per chi vuole l’umiliazione del popolo greco. E posso solo invitare i cittadini tedeschi democratici a battersi per una riforma morale che non sia solo di superficie, e soprattutto ad abbattere al più presto il governo criminale di Merkel Shauble e Gabriel.
franco berardi bifo
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