4 luglio 2015

OXI-NO AL REFERENDUM GRECO DI DOMANI, 5 LUGLIO 2015



 
 Piazza Farnese 3 luglio: solidarietà e appoggio per il NO al prossimo referendum in Grecia

 
Ieri ,3 luglio,si è tenuta un'affollata e colorata  manifestazione a Piazza Farnese in favore del NO per il prossimo referendum di domenica in Grecia.Una manifestazione dove si è ritrovata l'anima in pena della sinistra romana ,riunitasi ancora una volta sotto il nome di Tsipras.
Inutile dire che  il maggior quotidiano oggi nella cronaca di Roma abbia letteralmente ignorato l'iniziativa.E'ormai un pò di tempo che questo giornale sia diventato il megafono del governo e dei poteri forti.A danno dell'informazione libera e democratica che era alla base dei suoi principi fondativi.Probabilmente invecchiando, come il suo fondatore, ha smarrito la diritta via e si lascia incantare dalle sirene diversamente camuffate.
Fortunatamente in soccorso della libera informazione è arrivata la rete a cui ancora non è stato inventato il modo di imbavagliarla e alcuni giornali  che,pur barcamenandosi in difficoltà finanziarie,riescono ancora a fornire al lettore un'informazione libera.
Tre Righe per questo oggi riporta due stralci di articoli apparsi nell'edizione odierna del Manifesto.Buona lettura.
Domenico Fischetto
 
 
 
 
«Il referendum greco, quale che sarà il suo risultato finale, segna uno spartiacque nella vicenda europea. Per la prima volta la tesi sull’insostenibilità sia democratica che economica dell’attuale assetto dell’euro esce dall’ambito dell’analisi intellettuale e si traduce in un atto politico. Non la solita generica invocazione di un’altra Europa, ma un gesto con il quale un leader e una forza politica mettono totalmente in gioco la propria funzione per scardinare un equilibrio di potere lesivo degli interessi popolari che si vogliono rappresentare. Questo atto non lo hanno compiuto i leader del socialismo europeo al governo nei Paesi più importanti.
 
Anche se il governo di Syriza fosse sconfitto, quanti in Europa hanno a cuore il primato della democrazia e un’idea di società fondata sul lavoro e sull’uguaglianza dovrebbero essergli grati per almeno due buone ragioni: per averci provato fino in fondo mettendo in gioco la propria permanenza al potere e per aver disvelato la vera natura del sistema di governo dell’euro e l’illusione di poterlo cambiare con gli appelli e le prediche edificanti, senza affrontare e vincere una battaglia politica fondata anzitutto sulla rivendicazione dell’autonomia democratica e nazionale.
 
Per questo domenica, comunque vada, è decisivo far capire da che parte si sta e, in ogni caso, dopo il referendum non si potrà rimuovere la lezione greca. Anche in Italia, provando per un momento a lasciare sullo sfondo la discussione sulle appartenenze e sui contenitori e partendo da quella svolta culturale che occorre sia alla sinistra riformsta che a quella radicale per ripensare il rapporto Europa, sovranità democratica e interesse nazionale. Senza questo ripensamento non basterà certo la scomposizione e riaggregazione di pezzi di personale politico per ricostruire nel campo del centro­sin­stra un progetto popolare, nazionale e di governo: un progetto che sappia accumulare sul piano interno l’energia politica necessaria per guidare su un sentiero costituzionale l’indispensabile recupero di autonomia decisionale del Paese e indicare la strada di una rifondazione del disegno europeo su basi di cooperazione, rispetto del principio democratico e pari dignità tra i popoli.»
 
(Alfredo D'Attorre,  trentenne deputato del Partito democratico, originario di Melfi, Basilicata, su il manifesto di oggi)
 
“Spezzeremo le reni alla Grecia” dichiarò solennemente Benito Mussolini.
Gli andò male. I greci sconfissero gli invasori italiani ; ma c’erano pronti
i tedeschi dell’amico Hitler. Che invasero la Grecia e la distrussero.
Ci risiamo. I cani da guardia europei del nuovo ordine omicida mondiale
non muove più i carri armati, muove il Fondo Monetario, la BCE, le banche…
Tsipras e Syriza, con la loro opposizione eroica ai diktat della troika,
rappresentano l’unica luce di speranza non solo per il popolo greco
ma per tutti coloro che in Europa non si sono rassegnati alle nuove forme
di dittatura della finanza. Non si sono rassegnati alla morte della politica
e della democrazia. Non si sono rassegnati allo sterminio di ogni ottimismo
della volontà, come diceva Gramsci, grazie al quale gli uomini riprendono
in mano il loro destino e non se lo lasciano imporre
da nessuna troika.»
 
(Carlo Cecchi, attore e regista teatrale, su il manifesto di oggi).

Nessun commento:

Posta un commento