20 luglio 2015

TOTO VICE SINDACO DI ROMA

Marco Causi
Marco Causi

Dopo aver facilmente previsto che la candidatura di Nichi Vendola a vice sindaco di Roma era una bufala,buttata lì per spararla  grossa tanto per impressionarema senza un reale intento concreto ,ora è la volta di Marco Causi,ottimo assessore al bilancio dell'era Veltroni,promosso a deputato insieme ad una schiera di ex consiglieri e assessori capitolini.Lo stesso Causi si è precipitato a smentire queste voci.Giustamente è in altre faccende affaccendato in Parlamento e non si sogna di essere retrocesso e di tornare a servire Roma.Perchè proprio di questo si tratta:si tratta di servire Roma,di farla uscire dal pantano in cui si è cacciata e dovrebbe essere un privilegio non una diminutio servirla.Ma si sa:i vari Morassut,Argentin,Miccoli,Campana e soprattutto  Marroni,per citarne alcuni, scalato Monte Citorio non ci pensano lontanamente di ritornare sul colle capitolino.L'hanno scampata bella e non si sognano lontanamente di mettersi in discussione tornando ad occuparsi delle buche delle strade romane ,avendo peraltro come "capo" un Sindaco poco incline alle deleghe e al dialogo.Quindi il popolo romano stia tranquillo:questo problema lo risolverà Marino stesso che si sceglierà il suo vice tra quelli che,pur competenti,non gli facciano ombra e siano buoni esecutori.
Leggiamo cosa scrive Anna Maria Bianchi di Carte in Regola a proposito.
D.F.


Per il nuovo vicesindaco di Roma si parla con insistenza della nomina, fortemente voluta dal Presidente Renzi, di Marco Causi, già assessore al bilancio di Veltroni fino al 2008, quando il debito della Capitale aveva raggiunto la bella cifra di 22, 4 miliardi di euro (accumulati anche in anni precedenti alle amministrazioni Rutelli e Veltroni). Ancora una volta chiediamo alla politica di dimostrare ai cittadini che di fronte a Mafia Capitale intende fare sul serio, abbandonando le solite logiche partitiche e scegliendo esponenti autorevoli della società civile.
Dopo le dimissioni del Vicesindaco Luigi Nieri (SEL) e un’ipotesi, peraltro piuttosto fantascientifica,“vicesindaco Vendola” (segretario nazionale SEL) per non incrinare gli equilibri della maggioranza, da un paio di giorni è spuntata l’ipotesi Marco Causi, deputato PD. Come riferisce Cinquequotidiano, Causi ha prima smentito, definendo “fuffa giornalistica” le indiscrezioni e dicendosi disinteressato, per poi virare su un “se il sindaco Marino e il Pd me lo chiedono sarei onorato(1). In realtà più che il Sindaco Marino probabilmente glielo avrebbe chiesto il Presidente Renzi, a cui altre indiscrezioni giornalistiche da giorni attribuiscono l’intenzione di infarcire la Giunta di Roma Capitale di politici di lungo corso e di sua fiducia (2). Intenzione che a noi sembra esattamente agli antipodi di quello che sarebbe necessario, e che si aspettano i cittadini, per portare Roma fuori dal pantano di Mafia Capitale: far entrare in Campidoglio aria nuova e facce nuove, scelte tra gente in gamba della società civile, lasciando al lavoro parlamentare quei politici con lunghe carriere alle spalle. Quella di Marco Causi, in particolare, ha già incrociato la storia della Capitale: infatti il deputato è stato Assessore al bilancio della Giunta Veltroni dal 2001 al 2008, cioè nella consiliatura che ha preceduto la vittoria di uno dei peggiori centrodestra della storia della Capitale. E più che una vittoria di Gianni Alemanno, quella del 2008 è stata una sconfitta del “Modello Roma” e dei suoi fautori, su cui peraltro non sono è mai stata fatta la necessaria autocritica. E forse il momento giusto potrebbe essere ora, prima di riproporre i protagonisti di quella stagione come la panacea per risolvere i mali di Roma. E sarebbe utile ricordare che, in quel periodo, mentre si lanciavano festival e notti bianche le periferie affondavano, e soprattutto non si correva ai ripari per evitare di raggiungere il debito monstre (accumulato in vari anni) che nel 2008, quando il centrosinistra ha lasciato il governo della città, ammontava a 22, 4 miliardi. Debito poi blindato da una gestione commissariale e spalmato sugli anni e le generazioni a venire, che continua a pesare sulle finanze di Roma e che contribuisce non poco alla difficile situazione odierna. E ci dispiace citare una fonte troppo spesso partigiana, ma (3) come ricorda Il Giornale, Causi è l’uomo della “mina derivati” nel bilancio del Comune di Roma, cioè “una massa di contratti stipulati, ufficialmente per proteggere il Campidoglio dal rischio di tasso, ma che nel tempo hanno causato all’amministrazione perdite rilevanti” e che “Gli unici dati certi sono rappresentati dalla spesa sostenuta dall’ex commissario al debito di Roma Varazzani per chiudere 7 dei 9 swap: 150 milioni. Non a caso la Corte dei Conti parlò di «comportamenti che hanno compromesso la stabilità dei conti comunali». E se i cittadini hanno sempre la memoria troppo corta, Carteinregola intende cominciare a raccogliere informazioni e riflessioni su quel lungo periodo di governo del centro sinistra, per farne un bilancio, seppure postumo, insieme a tutti quelli che vorranno partecipare al dibattito, perchè non si ripetano gli stessi errori. Nella nostra sezione “Il modello Roma è finito implementeremo man mano materiali e notizie. Sul Venerdì di Repubblica di questa settimana, un articolo di Piero Melati ne rievoca due: ACEA “ancora scossa dai duecento milioni di perdite per la distribuzione dell’acqua in Perù” (impresa che ci risulta essere partita nel 2000, Sindaco Rutelli) e le consistenti perdite di ACEA “per lo spericolato sbarco nella telefonia” nel 2003 (Sindaco Veltroni e assessore Causi) . E speriamo che l’attuale ammministrazione, a cui da tempo abbiamo chiesto i dati della situazione economica della Capitale non solo relativa alla giunta Alemanno, ma a tutte le giunte precedenti (4), voglia far chiarezza una volta per tutte su come e chi ha accumulato il debito.
Perchè Roma non è dei partiti, Roma è dei cittadini.
Chi è stato eletto in rappresentanza dei cittadini non ha deleghe in bianco, ma deve rispondere delle sue scelte. E adesso è proprio venuto il momento che per le decisioni su incarichi così importanti si mettano da parte le considerazioni che riguardano equilibri tra partiti e correnti e rapporti fiduciari con la nomenklatura, tutti aspetti che non hanno niente a che vedere con l’interesse pubblico.
Il tempo del cambiamento è ora.
Anna Maria Bianchi Missaglia 

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