18 dicembre 2015

RIFLESSIONI SUI RISPARMIATORI "TRUFFATI" DALLE BANCHE COMMISSARIATE

Riflessioni indotte dalla puntata di Piazza Pulita di ieri sera dedicata alle vicende drammatiche di chi ha perso i suoi risparmi nelle quattro banche commissariate. Gli esperti, i giornalisti, i politici presenti che intervenivano con le loro opinioni orchestrate da Formigli, sembravano tutti impegnati a capire e a spiegare chi aveva sbagliato, dove e perché. Le banche che non avevano reso evidente il rischio elevato in certi tipi di investimento? I risparmiatori ingenui e sprovveduti che avrebbero dovuto sapere e si sono invece fatti ingenuamente abbindolare dal miraggio di guadagni facili? Ma - ha osservato qualcuno - come volete sia verosimile che un investimento proposto su un titolo finanziario possa rendere l'8 o il 10%, se il PIL dell'economia non cresce più dello zero virgola per cento, sempre ammesso che cresca? Ma, peggio, nessuno ha spiegato che la fase dell'economia capitalistica in atto, quella della finanza speculativa, è rappresentabile come una idrovora dalla forza distruttiva terrificante perché capace di elevare il valore monetario di un bene a una potenza virtuale folle.Gli indicatori, i parametri della ricchezza reale è come venissero immessi in una centrifuga e fatti schizzare in un iperuranio che ha sempre meno contatto con il dato dell'economia reale. L'economia su  dominante base finanziaria è diventata così un enorme casinò funzionale a una avidità sfrenata affidata alle danze fuori controllo di un algoritmo. Quindi, i risparmiatori di Banca Etruria o delle Marche sono stati gli ignari donatori di sangue irretiti da insaziabili vampiri. Prendersela con la Banca d'Italia o con la Consob è come fingere che lo scenario sia ancora quello dei pastori agresti dell'Ottocento, o dello  sviluppo industriale del Novecento. Non sono i controllori che vanno richiamati alla vigilanza, è l'uscita dall'idrovora impazzita della finanza speculativa che va immaginata e  realizzata. Pena l'estendersi e il moltiplicarsi, al di là della buona volontà dei controllori, della follia e della rovina. Qui non solo la ricchezza è finita nelle mani dell'1% della popolazione, ma si tratta sempre più di ricchezza fittizia e farlocca. La macchina dello sviluppo e della crescita, nelle mani private dei detentori della ricchezza che vogliono solo moltiplicarla a prescindere,  è impazzita.  Continuando così distruggiamo noi e il Pianeta. Altro che furto dei risparmi sudati del povero pensionato della Banca Etruria.
Gian Carlo Marchesini

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