Un
film “carino”, un’ennesima prova della professionalità di Allen anche quando si
cimenta in tematiche più importanti. Ritmo incalzante, panorami bellissimi
(fotografia di Darius Khondji), descrizione appropriata del milieu universitario americano non meno
conformista degli altri. Musiche efficaci dal jazz ai preludi di Bach. Però,
nonostante le tematiche trattate, non induce alla riflessione e scorre via
agevolmente. Del resto dei suoi 45 film, Woody Allen negli ultimi 23 anni ne ha
girati 23!
Abe
Lucas è un Professore di filosofia che è il ritratto del tipico intellettuale
impegnato politicamente (quante marcie e manifestazioni ha fatto!) che ha
partecipato a varie spedizioni umanitarie. È alla ricerca di uno scopo nella
vita che non sia un’ennesima elucubrazione mentale con cui fare un ulteriore libro
(ne sta scrivendo uno su “Heiddeger e il nazismo”). Abe ha sempre sul comodino
un libro di Dostoevskij e a lezione spiega agli studenti del college le teorie di Kant e di Kierkegaard
un po’ a modo suo, tra il trasgressivo e l’informale. Disilluso da varie
esperienze negative come la morte in Irak del suo migliore amico e l’essere
stato abbandonato dalla moglie, Abe Lucas è totalmente demotivato e affoga
nell’alcool la sua disforia.
Corteggiato
da Rita Richards (Parker Posey) una collega passionale - “amore e lussuria”
commenta lo stesso Abe - con un grande desiderio di fuga e dalla sua
studentessa talentuosa Jill Pollard (Emma Stone), riuscirà a capovolgere la sua
apatia attraverso un fatto astruso: la programmazione di un omicidio che
dovrebbe rivelarsi perfetto. Da una conversazione ascoltata per caso (tema caro
a Woody Allen) in un bar-ristorante, Abe si auto-investe del ruolo di
giustiziere reputando “morale” far fuori un giudice non imparziale e forse
corrotto che stava per emettere una sentenza ingiusta contro una giovane mamma
con due bambini piccoli. Mettere in pratica “fare del bene compiendo il male”
(Hanna Arend?) lo eccita e ritrova in questa determinazione tutta la gioia di
vivere, il piacere dei sensi, il risveglio dell’eros. Varie altre vicende - compreso
un finale in stile Dino Risi - trovano il giusto scenario
nel campus dell’University of Rhode
Island.
“Irrational
Man” non può non evocare “Match Point” (ma anche “Crimini e disfatti” e e così
via) - tanto che alcuni critici lo considerano una sorta di sequel. Il film di Woody Allen del 2005 era
stato una migliore prova di regia tra amori e omicidi premeditati: c’era una
maggior critica sociale – non a caso lo aveva ambientato in Inghilterra – ed
era ricco di riferimenti e citazioni (su tutti Alfred Hitckoch de “L’altro
uomo”).
Bravi
i protagonisti, specialmente Joaquin Phenix, ingrassato quel tanto da avere la
pancetta del bevitore e con un’aria sempre un po’ stonata.
Ghisi Grütter
Ghisi Grütter
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