20 dicembre 2015

Recensione film:IRRATIONAL MAN di Woody Allen



Locandina Irrational Man


Un film “carino”, un’ennesima prova della professionalità di Allen anche quando si cimenta in tematiche più importanti. Ritmo incalzante, panorami bellissimi (fotografia di Darius Khondji), descrizione appropriata del milieu universitario americano non meno conformista degli altri. Musiche efficaci dal jazz ai preludi di Bach. Però, nonostante le tematiche trattate, non induce alla riflessione e scorre via agevolmente. Del resto dei suoi 45 film, Woody Allen negli ultimi 23 anni ne ha girati 23!
Abe Lucas è un Professore di filosofia che è il ritratto del tipico intellettuale impegnato politicamente (quante marcie e manifestazioni ha fatto!) che ha partecipato a varie spedizioni umanitarie. È alla ricerca di uno scopo nella vita che non sia un’ennesima elucubrazione mentale con cui fare un ulteriore libro (ne sta scrivendo uno su “Heiddeger e il nazismo”). Abe ha sempre sul comodino un libro di Dostoevskij e a lezione spiega agli studenti del college le teorie di Kant e di Kierkegaard un po’ a modo suo, tra il trasgressivo e l’informale. Disilluso da varie esperienze negative come la morte in Irak del suo migliore amico e l’essere stato abbandonato dalla moglie, Abe Lucas è totalmente demotivato e affoga nell’alcool la sua disforia.
Corteggiato da Rita Richards (Parker Posey) una collega passionale - “amore e lussuria” commenta lo stesso Abe - con un grande desiderio di fuga e dalla sua studentessa talentuosa Jill Pollard (Emma Stone), riuscirà a capovolgere la sua apatia attraverso un fatto astruso: la programmazione di un omicidio che dovrebbe rivelarsi perfetto. Da una conversazione ascoltata per caso (tema caro a Woody Allen) in un bar-ristorante, Abe si auto-investe del ruolo di giustiziere reputando “morale” far fuori un giudice non imparziale e forse corrotto che stava per emettere una sentenza ingiusta contro una giovane mamma con due bambini piccoli. Mettere in pratica “fare del bene compiendo il male” (Hanna Arend?) lo eccita e ritrova in questa determinazione tutta la gioia di vivere, il piacere dei sensi, il risveglio dell’eros. Varie altre vicende - compreso un finale in stile Dino Risi - trovano il giusto scenario nel campus dell’University of Rhode Island.
“Irrational Man” non può non evocare “Match Point” (ma anche “Crimini e disfatti” e e così via) - tanto che alcuni critici lo considerano una sorta di sequel. Il film di Woody Allen del 2005 era stato una migliore prova di regia tra amori e omicidi premeditati: c’era una maggior critica sociale – non a caso lo aveva ambientato in Inghilterra – ed era ricco di riferimenti e citazioni (su tutti Alfred Hitckoch de “L’altro uomo”).
Bravi i protagonisti, specialmente Joaquin Phenix, ingrassato quel tanto da avere la pancetta del bevitore e con un’aria sempre un po’ stonata.

  Ghisi Grütter

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