13 dicembre 2015

ROMA 20-25 – Nuovi cicli di vita per la metropoli”MAXXI 18 Dicembre




Avevamo già segnalato ai nostri lettori come l'ex assessore Caudo fosse stato l'unico tra gli assessori uscenti,che  ha lasciato traccia del suo passaggio in Campidoglio indirizzando una lettera al commissario Tronca in cui venivano elencati tutti i lavori iniziati sotto il suo assessorato ma non ancora conclusi.Coerentemente prosegue anche l'iniziativa da lui fortemente voluta   del workshop internazionale sulla Trasformazione Urbana del Comune di Roma che ved la sua inaugurazione il prossimo 18 dicembre presso la Fondazione MAXXI con MAXXI Architettura presentano“ROMA 20-25 – Nuovi cicli di vita per la metropoli”.Un workshop internazionale dunque e una mostra che coinvolgono dodici università italiane e tredici internazionali per produrre letture, visioni e progetti per la Roma futura.Il 18 dicembre ci sarà l’inaugurazione della mostra Romaprossima, che dal 19 dicembre al 17 gennaio sarà aperta a tutti. A gennaio, nell’ultima settimana prima della chiusura della mostra, si terrà un seminario per discutere di Roma Prossima.(dal sito www.roma20-25.it)

Ghisi Grütter, che partecipa come Roma 3 al progetto nel quadrante 8,  ha inviato la nota che segue, fornendo ai nostri lettori maggiori elementi di approfondimento sulla mostra. 

 
“ROMA 20-25 - Nuovi cicli di vita della metropoli”

workshop internazionale e mostra



Come pensi che sarà Roma fra dieci anni? Come vorresti si sviluppasse?

Sono un po’ queste le domande che venticinque Università – di cui dodici Dipartimenti di Architettura italiani e tredici stranieri – si sono poste per questa occasione.

Prendendo spunto da Roma Interrotta del 1978 organizzata da Piero Sartogo (una mostra  riproposta recentemente dal MAXXI), il gruppo dirigente del museo stimolato dall’allora Assessore alla “trasformazione urbana” Giovanni Caudo, ha suddiviso il territorio romano in una griglia di 25 quadrati, ruotati a 45 gradi, di 10 km di lato per un totale di 50 x 50 km. Attraverso una nuova mappa della città metropolitana, identificata come perimetro della vita sociale ed economica della Roma di oggi, a ciascuna università è stata affidata una porzione di territorio da leggere e progettare - un progetto difficile perché in scala 1:10.000. Il workshop quindi presenterà modi e metodi diversi di interpretazioni e proposte su varie tematiche che vanno dall’architettura al paesaggio alle infrastrutture dell’abitare. 
Roma Interrotta era un progetto promosso da Incontri Internazionali d’Arte che ha visto dodici noti architetti internazionali utilizzare la pianta di Giovan Battista Nolli del 1748 immaginando che Roma si fosse fermata due secoli e mezzo prima, e in tal mondo hanno ricominciato a progettare la città. “ROMA 20-25. Nuovi cicli di vita della metropoli” prende spunto dall’esercizio progettuale ma opera un salto nel tempo in avanti e, invece di operare sull’intera dimensione urbana, fornisce dei tasselli di approfondimento.
La scelta di affidare questo lavoro alle università evoca anche altri precedenti, ad esempio “Learning from Las Vegas” di Venturi e Scott-Brown, e il dispositivo del figure-ground di Colin Rowe come strumento di analisi e progettazione urbana. Si tratta di due letture della città contemporanea che hanno avuto origine da esperienze didattiche (a Yale, e nell’Urban design studio della Cornell University). Il primo è quello del “Learning from”, che prendeva dall’osservazione dei fenomeni l’ispirazione per un progetto (un’idea nata da un fieldtrip a Las Vegas di studenti dell’università di Yale guidati da Robert Venturi e Denise Scott-Brown). Il secondo è quello dell’”Understanding”, che cerca di comprendere i fenomeni rielaborandoli in progetti che vogliono essere efficaci perché in sintonia con i processi (un’idea che nasce dal fieldtrip di Dubai da parte degli studenti di Harvard guidati da Rem Koolhaas). 
Le Università sono i luoghi deputati della ricerca e sono meno condizionate dell’amministrazione comunale pressata da fenomeni contingenti (dai giubilei vari alle elezioni politiche e così via) che in qualche modo condizionano le scelte di politica urbana. La fiducia che Caudo ha nelle Istituzioni lo ha portato a voler sentire le varie posizioni che esse possono avere sul territorio romano.
Negli ultimi decenni le discipline dell’architettura e dell’urbanistica si sono confrontate con due macro-paradigmi affermatisi dopo l’idea che la città potesse essere costruita sulla base di un progetto complessivo, applicando modelli urbani come quelli messi a punto dalla modernità. Mi ricordo che quando studiavo Bruno Zevi aveva coniato la nuova parola dell’Urbatettura e apparve nel suo libro “Il linguaggio moderno dell'architettura” del 1973.
I promotori di ROMA 20-25 propongono di interrogarsi su un nuovo paradigma, che condivide con i precedenti il riconoscimento della realtà urbana: la città è quella che c’è, ma che sia un paradigma al tempo stesso critico e proiettivo, efficace e visionario. Compito arduo per chi si trova a dover dare una risposta perché ci si aspetta un doppio risultato: non si accontenta di un’osservazione dei fenomeni, e chiede allo stesso tempo che una proposta sia compiutamente motivata.
Venerdì 18 dicembre si inaugura la mostra che rimarrà per un mese fino al 17 gennaio 2016.

Ghisi Grütter



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