9 novembre 2015

SESSANT'ANNI IN AMERICA





                La nave passeggeri Homeric

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera ricevuta da un nostro lettore che,in occasione del 78°compleanno,traccia il bilancio della sua vita.Da giovane italiano immigrato negli USA a  pensionato americano.Una lettera che dovrebbe essere letta da chi si oppone all'inserimento nel nostro Paese come anche negli altri Paesi Europei di giovani immigrati che al pari del nostro lettore nel corso della loro vita possono dare tanto e contribuire alllo sviluppo del Paese che lo ha accolto.Spesso abbiamo la memoria corta e ci dimentichiamo di quanti nostri compatrioti si sono imbarcati sulle fumanti navi che solcavano gli oceani per recarsi nelle Americhe e in Australia.Certo la loro vita non è stata tutta rosa e fiori,e spesso sono stati accolti non proprio a braccia aperte e hanno dovuto subire anche loro episodi di intolleranza e di razzismo da parte delle popolazioni locali.  Ma ce l'hanno fatta !
Domenico Fischetto


SESSANT’ANNI IN AMERICA
La mia odissea

Venerdi Novembre 6 e’ il mio 78.mo compleanno. Come passano gli anni!  Mi scuso se il mio italiano non e’ come era. Sessant’anni sono tanti. Mi sono dimenticato tante parole, tante regole, e tanti dettagli. Ho accanto il dizionarion Inglese-Italiano; quando sono arrivato usavo il dizionario Italiano-Inglese.

Partenza per l’America

Ricordo vivamente l’otto di dicembre 1955 quando io, mio padre e mio fratello Carmelo siamo partiti da Palermo sulla nave Homeric per l’America. 

A salutarci c’erano mia mamma, la zia Sara, lo zio Arcangelo, i cugini Pietro e Carlo, lo zio Vincenzo, sposo della cugina Ninetta, e mia madrina Santuzza. A quel tempo, quando si partiva per le Americhe (Nord o Sud) si diceva addio per sempre. Nessuno ritornava. Era un addio doloroso. Non posso descrivere tutte le emozioni o tutti i pensieri. Ma posso ancora dire che la mia anima e’ rimasta ferita per tanti anni. Sono ritornato per la prima volta 15 anni dopo, proprio l’otto dicembre 1970. Mi sono fermato solamente tre giorni, ma sono stati tre giorni di felicita’. Ho riabbracciato i miei genitori, mio fratello Angelo, la zia Sara, lo zio Arcangelo, ed i cugini Pietro, Carlo, Ninetta, Rosa, Giuseppe, Marianna, Rocco, e Mariannina.

Nel 1955 avevo appena 18 anni e studiavo al Liceo Mandralisca in Cefalu’. Ero al secondo liceo e non avevo desiderio di emigrare. E’ stato mio padre a dirmi di andare con lui e mio fratello Carmelo in America per un anno o due, e poi ritornare in Italia. Carmelo sarebbe l’unico a rimanere. Carmelo aveva 15 anni e voleva solamente lavorare.  Tre mesi in America e papa’ ha deciso di far venire la mamma, mio fratello Angelo e la nonna Arcangela. A quell punto ho perso il desiderio di ritornare e mi sono arruolato nelle forze armate americane. Mio padre no accetto’ facilmente questa mia scelta. Lui non si e’ adottato alla vita Americana. Trenta tre mesi dopo papa’, mamma e nonna Arcangela ritornarono in Italia. Avevano gia’ spedito l’anno prima mio fratello Angelo per studiare in Italia.

Per la prima volta ho scoperto il lavoro. Non parlavo niente d’inglese, non avevo mestiere. Comunque ho trovato lavoro come lava-piatti in un ristorante, e dopo come impiegato in una fabbrica. Ho scoperto il mondo del lavoro. Qualsiasi lavoro e’ nobile! Da’ orgoglio e soddisfazione alla gente. Mi ha permesso di conservare dei soldi con cui incominciai la mia carriera universitaria.

All’Universita’, La Prima Laurea

La settimana prima che sono partiti per l’Italia, mia mamma, mio zio Angelo, sua moglie la zia Virginia e mio cugino Anthony mi acompagnarono all’Universita’ del Connecticut, in un paesetto dal nome Storrs, vicino a Willimantic, dove c’erano alcuni emigrati tusani.

All’Universita’ del Connecticut ho incontrato una bella ragazza dal nome Cassandra. Veniva da Palo Alto nella California. Ci siamo innamorati ed a fine anno scolastico ci siamo sposati. Io avevo 21 anni e mezzo e Cassandra 19 (meno due giorni). Insieme siamo venuti in California.

Ci siamo sposati a New York in una chiesa Presbiteriana. Venti dollari per il prete e 5 dollari per sua moglie per suonare l’organo. Eravamo in cinque, tre amici di Cassandra come testimony. Da parte mia nemmeno un gatto. Era l’unico stato nel Nord Est dell’America che permetteva minorenni di sposarsi senza il consenso dei genitori. I genitori di Cassandra non erano favorevoli al nostro matrimonio. Non tanto dopo siamo diventati genitori con l’arrivo della nostra figlia Thalia.

Ci siamo arruolati all’Universita’ Statale di San Jose. Nel 1963 ci siamo lauerati, io a Febbraio in Economia e Commercio e Cassandra a giugno in Psicologia. Mio zio Angelo, sua moglie la zia Virginia, e mio cugino Anthony sono venuti a trovarci.  Ho trovato lavoro immediatamente in una fabbrica di produtti per missili prima e dopo in una delle tante piccole ditte high tech.  Abbiamo comprato la mostra prima casa quell’anno. Cosi ho incominciato la mia carriera professionale.

La Mia Carriera, La Seconda Laurea

Nel 1966 all’eta’ di 28 anni sono stato promosso a manager del personale in una societa’ high tech. Nel 1970 la Control Data mi ha promosso e trasferito a Minneapolis, Minnesota, Li mi hanno promosso quattro volte, l’ultima nel 1973 a direttore dello sviluppo organizionale. Il clima nel Minnesota non ci e’ piaciuto. Freddo, tanto freddo. Certe volte 25-50 gradi sotto zero.

Ho deciso di lasciare il posto e siamo ritornati in California, dove ho fondato uno studio di consulenza sul campo dello sviluppo delle risorse umane e incominciato il dottorato alla Union University, da dove ho ricevuto  la laurea di Ph.D. nel 1977. Avevo 40 anni!

Ho avuto molto successo in America, Messico, Venezuela e Brasile. Nel 1981 ho venduto lo studio ad una grande societa’ newyorkese che mi ha promosso a vice presidente. Dopo due anni ho dovuto lasciare questo posto perche’ volevano trasferirmi a New York.

Con sei amici ho fondato la seconda societa’ di consulenza sul campo delle risorse umane.  Come presidente e amministratore delegato ho guidato questa societa’ fino a 2007. Ho avuto il privileggio di aprire succursali in India, Spagna, Sud Africa, Singapore, Indonesia,  Hong Kong, Australia, Italia e Argentina.  L’unica a fallire e’ stata quella italiana. Nel 2002 ho fondato una societa’ in Egitto con un egiziano che lavorava nella nostra societa’ in America. Cosi ho incominciato a viaggiare al Medio Oriente ogni 4 settimane.

La Terza Laurea[1]

Nel 2007 ho accettato il posto di capo delle risorse umane del gruppo Zain, una telecom con operazioni in 24 paesi, principalmente Africa e Medio Oriente. Zain era uno dei nostri piu’ grandi clienti.  Mi sono trasferito prima nel Kuwait e dopo nel Bahrain. Quell’anno mi sono anche arruolato in un Master alla Oxford University e la prestigiosa grande ecole francese HEC Paris. Ho ricevuto il master nel 2009, un mese prima di pensionarmi. Avevo 71 anni!

Nel 2009 ho deciso di lasciare il posto e pensionarmi. Avevo lavorato per 52 anni. Ero stanco di viaggiare e abitare lontano dalla mia famiglia. Mia moglie e mia figlia erano rimaste in California. Li vedevo due volte l’anno, per Natale e a giugno.

Durante la mia lunga carriera sono stato in 79 paesi. Ho girato il mondo e tutti i continenti tranne Antartica.

Un c’e’ nuddu ‘dda, sulu pinguini e iddi sunno gia’ esperti di pisci.

Sono sono venuto in America come tanti immigrati, senza lingua e senza mestiere. Nel 1956 mi pagarono un dollaro all’ora. In un anno con straordinari ho guadagnato 2500 dollari, tanti per l’Italia d’allora, pochi in America. Quando mi sono pensionato guadagnavo 1500 dollari all’ora. Sono stato capace di incominciare dal niente ed finire all’alto 1% degli americani dal punto di vista academico, economico e sociale.

Un faticoso viaggio, ma che mi ha dato tanta soddisfazione. Non scrivo questo per vantarmi. Lo scrivo per dire che tutto e’ possibile se abbiamo la capacita, l’opportunita’ e la passione per il nostro cammino (C+O+P).

Nel 2015 ho publicato il mio primo romazo sotto il nome di Antonio G. Sacchetta. Ho gia’ finito il secondo romazo e spero che sara’ pubblicato a fine anno. Scrivo articoli e rassegne su due blogs: http://tonytasca.blogspot.com e http://antoniotasca.blogspot.com

Passo il tempo come consigliere per tre societa’: una in Spagna e due in America. Sono professore aggiunto all’Universita’ di Antwerp (Belgio) dove insegno nel programma esecutivo di Ph.D. in management.

No ho nessun rimpianto. Se ho sbagliato, l’ho fatto io. Se ho fatto bene, l’ho fatto io. Non ho ricevuto raccomandazioni. Aiuti? Si, dai miei suoceri che mi hanno accettato come un loro figlio e da mia moglie Cassandra che mi ha ha amto fedelmente da piu’ di 56 anni. Ringrazio anche i miei genitori per i loro sacrifice ed il loro affetto.

Ringrazio Dio e l’America! Un Dio pieno di misericordia, una nazione tanto generosa.

Consigli?

Quattro.

Studiare per tutta la vita. Le cose cambiano ed e’ importante mantenersi aggiornati, se vogliamo successo nel nostro lavoro. In un mondo dove tanti hanno la laurea, non basta averne una. Consiglio almeno due e preferibilmente tre. In tutto il mondo meno del 1% hanno la laurea del dottorato (Ph.D.). In Italia sono tutti dottori, anche se hanno solo la laurea minima. Piu’ lauree, piu’ vantaggio sugli altri.

Non accontentarsi di poco. Avere sogni piu’ grandi, no solamente cercare un posto. Al cimitero ci sono tanti posti e sono tutti fissi. Quando uno smette di sognare, si invecchia! Ci sono tanti coetanei in Sicilia che si invecchiano a mezza eta’. 

Invece di lamentarsi, agire positivamente. Certe persone accusano gli altri per la loro incapacita’.  Il nostro futuro e’ nelle nostre mani, non nelle mani del governo, dei politici, del mal di fare degli altri. Vedo grandi esempi di questo proprio a Castel di Tusa, persone brave che agiscono, che fanno, che costruiscono.

Non accumulare rimpianti. Aver fiducia di se stesso e’ una dote, non e’ un difetto. Rimpianti distruggono la gioia quando ci invecchiamo. E’ meglio di risciare che negare il nostro instinto. Il futuro e’ oggi, non domani. Cu sapi.

Il Futuro Come Lo Vedo Io

Il mondo continuera’ a cambiare. Il 35% dell’economia mondiale e’ ora globalizzata. Ci sono piu’ di 5 miliardi di persone povere nel mondo. Certi prodotti e servizi, per cui non c’e’ bisogno di studi universitari, saranno fatti da queste persone.  L’Italia non sara’ capace di competere.

In India ci sono 100 milioni di lauerati. Nella Cina ci sono 30 milioni di persone all’universita’. Sono persone serie, che studiano e faticano per avanzarsi. Il futuro economico e’ piu’ roseo nell’Asia che in Europa. L’America sovravvivera’ grazie alla sua capacita’ di cambiare e di specializzarsi. Ed anche perche’ e’ ricca di tante risorse.
In Italia, l’ossessione con il posto fisso diventera’ una illusione. Lo e’ gia’! Non esiste anche se tanti ci credono. Ditte licenzieranno quando non hanno bisogno; la pubblica amministrazione cambiera’ le regole. Assenteisti e fannulloni saranno licenziati. I sindacati spariranno poco a poco come e’ successo gia’ in America, Gran Bretagna, Canada, ecc. I disoccupati saranno principalmente coloro che non hanno lauree specializzate.

Sara’ il mercato internazionale a dettare le regole, non I politici.

Gli italiani sono bravi; sanno adattarsi. Sono stati proprio loro ad inventare il capitalismo a Firenze tra il 1400 e il 1500. Proprio li a quel tempo, un monaco ha inventato le regole in uso ancora oggi sulla contabilita’. Il capitale non ha passaporto, va dove puo’ guadagnare di piu’. Nessuna legge nazionale puo’ fermare questi flussi. Ci sara’ un movimento sul Made in Italy, una nicchia dove nessun altra nazione potra’ entrare facilmente. Questo e’ il future per l’Italia.


Un Consiglio Finale

Evitare tutte le idiologie che hanno nel loro nome –smo: fascismo, socialismo, comunismo, capitalismo, fanaticismo, ecc. Questi -smi da un lato sono come le sirene, incantano, ma dall’altro hanno tanti difetti.

La gente crede che l’America e’ ricca grazie al suo capitalismo. Non e’ vero! L’America e’ ricca perche’ offre piu’ liberta’ di fare che altrove. E’ ricca grazie alla sua self-sufficiency (hanno tutto quell che bisogna). E’ ricca perche’ e’ piu’ individualista.

Avete una strategia per la vita. Non basta aspettare per il posto. Non mi piace mettere il mio futuro nelle mani degli altri. Sognate, sognate, sognate. Andati via se non c’e’ spazio dove siete.

In America si dice che noi abbiamo solo una vita e se la viviamo bene una vita bastera’.


[1] Ho anche un diploma in Management dall’Universita’ della California (Los Angeles) 1980, ed un altro diploma dal National Training Laboratories (Washington, D.C.) 1975

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