La nave passeggeri Homeric
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera ricevuta da un nostro lettore che,in occasione del 78°compleanno,traccia il bilancio della sua vita.Da giovane italiano immigrato negli USA a pensionato americano.Una lettera che dovrebbe essere letta da chi si oppone all'inserimento nel nostro Paese come anche negli altri Paesi Europei di giovani immigrati che al pari del nostro lettore nel corso della loro vita possono dare tanto e contribuire alllo sviluppo del Paese che lo ha accolto.Spesso abbiamo la memoria corta e ci dimentichiamo di quanti nostri compatrioti si sono imbarcati sulle fumanti navi che solcavano gli oceani per recarsi nelle Americhe e in Australia.Certo la loro vita non è stata tutta rosa e fiori,e spesso sono stati accolti non proprio a braccia aperte e hanno dovuto subire anche loro episodi di intolleranza e di razzismo da parte delle popolazioni locali. Ma ce l'hanno fatta !
Domenico Fischetto
SESSANT’ANNI IN AMERICA
La mia odissea
Venerdi Novembre 6 e’ il mio 78.mo
compleanno. Come passano gli anni! Mi
scuso se il mio italiano non e’ come era. Sessant’anni sono tanti. Mi sono
dimenticato tante parole, tante regole, e tanti dettagli. Ho accanto il
dizionarion Inglese-Italiano; quando
sono arrivato usavo il dizionario Italiano-Inglese.
Partenza per l’America
Ricordo vivamente l’otto di dicembre 1955
quando io, mio padre e mio fratello Carmelo siamo partiti da Palermo sulla nave
Homeric per l’America.
A salutarci c’erano mia mamma, la zia Sara,
lo zio Arcangelo, i cugini Pietro e Carlo, lo zio Vincenzo, sposo della cugina
Ninetta, e mia madrina Santuzza. A quel tempo, quando si partiva per le Americhe
(Nord o Sud) si diceva addio per sempre. Nessuno ritornava. Era un addio doloroso.
Non posso descrivere tutte le emozioni o tutti i pensieri. Ma posso ancora dire
che la mia anima e’ rimasta ferita per tanti anni. Sono ritornato per la prima
volta 15 anni dopo, proprio l’otto
dicembre 1970. Mi sono fermato solamente tre giorni, ma sono stati tre giorni
di felicita’. Ho riabbracciato i miei genitori, mio fratello Angelo, la zia
Sara, lo zio Arcangelo, ed i cugini Pietro, Carlo, Ninetta, Rosa, Giuseppe,
Marianna, Rocco, e Mariannina.
Nel 1955 avevo appena 18 anni e studiavo al
Liceo Mandralisca in Cefalu’. Ero al
secondo liceo e non avevo desiderio di emigrare. E’ stato mio padre a dirmi di
andare con lui e mio fratello Carmelo in America per un anno o due, e poi
ritornare in Italia. Carmelo sarebbe l’unico a rimanere. Carmelo aveva 15 anni
e voleva solamente lavorare. Tre mesi in
America e papa’ ha deciso di far venire la mamma, mio fratello Angelo e la
nonna Arcangela. A quell punto ho perso il desiderio di ritornare e mi sono
arruolato nelle forze armate americane. Mio padre no accetto’ facilmente questa
mia scelta. Lui non si e’ adottato alla vita Americana. Trenta tre mesi dopo
papa’, mamma e nonna Arcangela ritornarono in Italia. Avevano gia’ spedito
l’anno prima mio fratello Angelo per studiare in Italia.
Per la prima volta ho scoperto il lavoro.
Non parlavo niente d’inglese, non avevo mestiere. Comunque ho trovato lavoro
come lava-piatti in un ristorante, e dopo come impiegato in una fabbrica. Ho
scoperto il mondo del lavoro. Qualsiasi lavoro e’ nobile! Da’ orgoglio e
soddisfazione alla gente. Mi ha permesso di conservare dei soldi con cui
incominciai la mia carriera universitaria.
All’Universita’, La Prima Laurea
La settimana prima che sono partiti per
l’Italia, mia mamma, mio zio Angelo, sua moglie la zia Virginia e mio cugino
Anthony mi acompagnarono all’Universita’ del Connecticut, in un paesetto dal
nome Storrs, vicino a Willimantic, dove c’erano alcuni emigrati tusani.
All’Universita’ del Connecticut ho
incontrato una bella ragazza dal nome Cassandra. Veniva da Palo Alto nella
California. Ci siamo innamorati ed a fine anno scolastico ci siamo sposati. Io
avevo 21 anni e mezzo e Cassandra 19 (meno due giorni). Insieme siamo venuti in
California.
Ci siamo sposati a New York in una chiesa
Presbiteriana. Venti dollari per il prete e 5 dollari per sua moglie per suonare
l’organo. Eravamo in cinque, tre amici di Cassandra come testimony. Da parte
mia nemmeno un gatto. Era l’unico stato nel Nord Est dell’America che
permetteva minorenni di sposarsi senza il consenso dei genitori. I genitori di
Cassandra non erano favorevoli al nostro matrimonio. Non tanto dopo siamo
diventati genitori con l’arrivo della nostra figlia Thalia.
Ci siamo arruolati all’Universita’ Statale
di San Jose. Nel 1963 ci siamo lauerati, io a Febbraio in Economia e Commercio
e Cassandra a giugno in Psicologia. Mio zio Angelo, sua moglie la zia Virginia,
e mio cugino Anthony sono venuti a trovarci.
Ho trovato lavoro immediatamente in una fabbrica di produtti per missili
prima e dopo in una delle tante piccole ditte high tech. Abbiamo comprato la mostra prima casa
quell’anno. Cosi ho incominciato la mia carriera professionale.
La Mia Carriera, La Seconda Laurea
Nel 1966 all’eta’ di 28 anni sono stato
promosso a manager del personale in una societa’ high tech. Nel 1970 la Control Data mi ha promosso e trasferito
a Minneapolis, Minnesota, Li mi hanno promosso quattro volte, l’ultima nel 1973
a direttore dello sviluppo organizionale. Il clima nel Minnesota non ci e’
piaciuto. Freddo, tanto freddo. Certe volte 25-50 gradi sotto zero.
Ho deciso di lasciare il posto e siamo
ritornati in California, dove ho fondato uno studio di consulenza sul campo
dello sviluppo delle risorse umane e incominciato il dottorato alla Union
University, da dove ho ricevuto la
laurea di Ph.D. nel 1977. Avevo 40 anni!
Ho avuto molto successo in America, Messico,
Venezuela e Brasile. Nel 1981 ho venduto lo studio ad una grande societa’ newyorkese
che mi ha promosso a vice presidente. Dopo due anni ho dovuto lasciare questo
posto perche’ volevano trasferirmi a New York.
Con sei amici ho fondato la seconda
societa’ di consulenza sul campo delle risorse umane. Come presidente e amministratore delegato ho
guidato questa societa’ fino a 2007. Ho avuto il privileggio di aprire
succursali in India, Spagna, Sud Africa, Singapore, Indonesia, Hong Kong, Australia, Italia e
Argentina. L’unica a fallire e’ stata
quella italiana. Nel 2002 ho fondato una societa’ in Egitto con un egiziano che
lavorava nella nostra societa’ in America. Cosi ho incominciato a viaggiare al
Medio Oriente ogni 4 settimane.
La Terza Laurea[1]
Nel 2007 ho accettato il posto di capo
delle risorse umane del gruppo Zain, una telecom con operazioni in 24 paesi,
principalmente Africa e Medio Oriente. Zain era uno dei nostri piu’ grandi clienti. Mi sono trasferito prima nel Kuwait e dopo
nel Bahrain. Quell’anno mi sono anche arruolato in un Master alla Oxford
University e la prestigiosa grande ecole francese HEC Paris. Ho ricevuto il
master nel 2009, un mese prima di pensionarmi. Avevo 71 anni!
Nel 2009 ho deciso di lasciare il posto e
pensionarmi. Avevo lavorato per 52 anni. Ero stanco di viaggiare e abitare
lontano dalla mia famiglia. Mia moglie e mia figlia erano rimaste in
California. Li vedevo due volte l’anno, per Natale e a giugno.
Durante la mia lunga carriera sono stato in
79 paesi. Ho girato il mondo e tutti i continenti tranne Antartica.
Un c’e’ nuddu ‘dda, sulu
pinguini e iddi sunno gia’ esperti di pisci.
Sono sono venuto in America come tanti
immigrati, senza lingua e senza mestiere. Nel 1956 mi pagarono un dollaro
all’ora. In un anno con straordinari ho guadagnato 2500 dollari, tanti per l’Italia d’allora, pochi in America. Quando
mi sono pensionato guadagnavo 1500
dollari all’ora. Sono stato capace di incominciare dal niente ed finire all’alto
1% degli americani dal punto di vista academico, economico e sociale.
Un faticoso viaggio, ma che mi ha dato tanta
soddisfazione. Non scrivo questo per vantarmi. Lo scrivo per dire che tutto e’
possibile se abbiamo la capacita, l’opportunita’ e la passione per il nostro
cammino (C+O+P).
Nel 2015 ho publicato il mio primo romazo
sotto il nome di Antonio G. Sacchetta. Ho gia’ finito il secondo romazo e spero
che sara’ pubblicato a fine anno. Scrivo articoli e rassegne su due blogs: http://tonytasca.blogspot.com e http://antoniotasca.blogspot.com
Passo il tempo come consigliere per tre
societa’: una in Spagna e due in America. Sono professore aggiunto all’Universita’
di Antwerp (Belgio) dove insegno nel programma esecutivo di Ph.D. in
management.
No ho nessun rimpianto. Se ho sbagliato,
l’ho fatto io. Se ho fatto bene, l’ho fatto io. Non ho ricevuto raccomandazioni.
Aiuti? Si, dai miei suoceri che mi hanno accettato come un loro figlio e da mia
moglie Cassandra che mi ha ha amto fedelmente da piu’ di 56 anni. Ringrazio
anche i miei genitori per i loro sacrifice ed il loro affetto.
Ringrazio Dio e l’America! Un Dio pieno di
misericordia, una nazione tanto generosa.
Consigli?
Quattro.
Studiare per tutta la vita. Le cose cambiano ed e’ importante
mantenersi aggiornati, se vogliamo successo nel nostro lavoro. In un mondo dove
tanti hanno la laurea, non basta averne una. Consiglio almeno due e
preferibilmente tre. In tutto il mondo meno del 1% hanno la laurea del
dottorato (Ph.D.). In Italia sono tutti dottori, anche se hanno solo la laurea
minima. Piu’ lauree, piu’ vantaggio sugli altri.
Non accontentarsi di poco. Avere sogni piu’ grandi, no solamente cercare
un posto. Al cimitero ci sono tanti posti e sono tutti fissi. Quando uno smette
di sognare, si invecchia! Ci sono tanti coetanei in Sicilia che si invecchiano
a mezza eta’.
Invece di lamentarsi, agire positivamente. Certe persone accusano gli altri per la
loro incapacita’. Il nostro futuro e’
nelle nostre mani, non nelle mani del governo, dei politici, del mal di fare
degli altri. Vedo grandi esempi di questo proprio a Castel di Tusa, persone
brave che agiscono, che fanno, che costruiscono.
Non accumulare rimpianti. Aver fiducia di se stesso e’ una dote,
non e’ un difetto. Rimpianti distruggono la gioia quando ci invecchiamo. E’
meglio di risciare che negare il nostro instinto. Il futuro e’ oggi, non domani.
Cu sapi.
Il
Futuro Come Lo Vedo Io
Il mondo continuera’ a cambiare. Il 35% dell’economia mondiale e’ ora
globalizzata. Ci sono piu’ di 5 miliardi di persone povere nel mondo. Certi
prodotti e servizi, per cui non c’e’ bisogno di studi universitari, saranno
fatti da queste persone. L’Italia non
sara’ capace di competere.
In India ci sono 100 milioni di lauerati.
Nella Cina ci sono 30 milioni di persone all’universita’. Sono persone serie,
che studiano e faticano per avanzarsi. Il futuro economico e’ piu’ roseo
nell’Asia che in Europa. L’America sovravvivera’ grazie alla sua capacita’ di
cambiare e di specializzarsi. Ed anche perche’ e’ ricca di tante risorse.
In Italia, l’ossessione con il posto fisso
diventera’ una illusione.
Lo e’ gia’! Non esiste anche se tanti ci credono. Ditte licenzieranno quando
non hanno bisogno; la pubblica amministrazione cambiera’ le regole. Assenteisti
e fannulloni saranno licenziati. I sindacati spariranno poco a poco come e’
successo gia’ in America, Gran Bretagna, Canada, ecc. I disoccupati saranno
principalmente coloro che non hanno lauree specializzate.
Sara’ il mercato internazionale a dettare le regole,
non I politici.
Gli italiani sono bravi; sanno adattarsi. Sono stati proprio loro ad inventare il
capitalismo a Firenze tra il 1400 e il 1500. Proprio li a quel tempo, un monaco
ha inventato le regole in uso ancora oggi sulla contabilita’. Il capitale non
ha passaporto, va dove puo’ guadagnare di piu’. Nessuna legge nazionale puo’
fermare questi flussi. Ci sara’ un movimento sul Made in Italy, una nicchia dove nessun altra nazione potra’ entrare
facilmente. Questo e’ il future per l’Italia.
Un
Consiglio Finale
Evitare tutte le idiologie che hanno nel
loro nome –smo: fascismo, socialismo, comunismo, capitalismo, fanaticismo, ecc. Questi
-smi da un lato sono come le sirene,
incantano, ma dall’altro hanno tanti difetti.
La gente crede che l’America e’ ricca
grazie al suo capitalismo. Non e’ vero! L’America e’ ricca perche’ offre piu’
liberta’ di fare che altrove. E’ ricca grazie alla sua self-sufficiency (hanno tutto quell che bisogna). E’ ricca perche’
e’ piu’ individualista.
Avete una strategia per la vita. Non basta
aspettare per il posto. Non mi piace mettere il mio futuro nelle mani degli
altri. Sognate, sognate, sognate. Andati via se non c’e’ spazio dove siete.
In America si dice che noi abbiamo solo una
vita e se la viviamo bene una vita bastera’.
[1] Ho anche un diploma in Management dall’Universita’ della California
(Los Angeles) 1980, ed un altro diploma dal National Training Laboratories
(Washington, D.C.) 1975
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