7 novembre 2015

TEATRO DELLE MUSE:LA GENTE NON DEVE SAPERE

Il Teatro delle Muse,non ce ne voglia l'amico Santoro,ce lo sentiamo un pò come il teatro di famiglia del quartiere Italia.La compagnia del teatro è composta dagli amici della porta accanto,affidabili,sinceri e un pò pazzarelli.Regalano ormai da tempo momenti di spensieratezza e di riflessione e  li riconosci in automatico nei gesti e nella mimica,anche senza che proferiscano verbo.Geniali e istrionici, si alternano sul palcoscenico di via Forlì portando nel nostro quartiere spaccati di mondo e di vita reale con l'ironia e lo spirito giusto per poter affrontare la quotidianità spesso fatta di affanni,privazioni e sacrifici.
Un grazie a tutta la compagnia per il loro  contributo alla vita culturale della città di Roma.
D.F.


 http://www.teatromuse.it/img/spettacoli/la-gente-non-deve-sapere.jpg
 Da dx:Santoro,Pirol,Di Stasio

LA GENTE NON DEVE SAPERE
scritto e diretto da Geppi Di Stasio
La compagnia del Teatro delle Muse: Wanda Pirol, Rino Santoro, Geppi Di Stasio
con: Antonio Lubrano, Roberta Sanzò, Nunzio Della Marca, Carmen Landolfi, Marisa Carluccio, Carlo Badolato, Valentina Celentano

Dal 5 novembre è in scena al Teatro delle Muse  “La gente non deve sapere” una divertente commedia umoristica (grottesca?) ambientata a Napoli negli anni ’70: vestiti vintage, trucco vintage, arredamento vintage comprensivo di telefoni a disco e moda dello shopping in via dei Mille come status symbol.
La coppia dei gioiellieri in cui si ritrovano il socio  buono e il socio cattivo  - o meglio quello onesto e l’altro disonesto - è una cifra stilistica che il prolifero Geppi Di Stasio propone allo spettatore di questa commedia. La serie di equivoci, le bugie dette a fin di bene - o meglio a fin di amore - alternate a quelle dette ai fini dell’imbroglio vero e proprio, sono tutti elementi contenuti nella pièce teatrale che presenta alcuni personaggi rappresentati a tutto tondo più umani, assieme ad altri tratteggiati come caricature.
Teodoro Santilli è il personaggio impersonato da Santoro e, come sempre nelle commedie scritte da Di Stasio, quello più interessante, più sfaccettato e più spontaneo, in linea con una certa tradizione di teatro napoletano. Sua moglie (nella commedia come nella vita) Irma è un personaggio caloroso di una donna onesta che per amore si deve fingere prostituta.
Lamberto, il socio disonesto, è un tantino sopra le righe mentre i personaggi di Don Gaudenzio, mafioso di quartiere, e di sua moglie sono appena abbozzati volutamente grotteschi e simbolici.
Lo humor napoletano e la bravura degli interpreti – con particolare riguardo a Rino Santoro – costituiscono una sorta di garanzia per trascorrere una serata piacevole.

  Ghisi Grütter

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