da avaaz.com Mesi fa si è deciso di tentare un obiettivo folle: organizzare la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico più grande della storia. Con la manifestazione del..21 settembre si è superata ogni aspettativa, con una Marcia Globale per il Clima *6 volte* più grande di qualsiasi iniziativa simile vista in passato!!! Nella foto, questi sono 80 isolati del centro di New York coinvolti nella manifestazione del 21 settembre: E queste erano Londra, Berlino, Bogota, Parigi, Delhi e Melbourne... Oltre 675mila persone in tutto il mondo sono scese in piazza. È stata una magnifica espressione dell'amore per tutto ciò che è in pericolo a causa del cambiamento climatico, e della speranza di salvare il pianeta e costruire una società alimentata da energie pulite e rinnovabili al 100%. Cliccare qui per vedere le tante altre foto della giornata: https://secure.avaaz.org/it/climate_march_reportback/?bkuudfb&v=46392 Grande successo anche a Roma.La manifestazione si è tenuta presso il Colosseo.E' stata una grande festa che ha richiamato grandi e piccini tutti animati dallo stesso spirito:quello di salvare il Pianeta dal disastro dei cambiamenti climatici.Tiepida è stata la partecipazione ufficiale dei vari movimenti ambientalisti locali,tutti gelosi delle proprie prerogative e impossibilitati per evidenti ragioni di poter metttere il proprio cappello sulla manifestazione.Propriop per questo riteniamo che la manifestazione di Roma sia riuscita,in quanto la partecipazione dei numerosi cittadini è scaturita da un desiderio sincero e non strumentale. Questo è solo l’inizio. Il fondamentale vertice di Parigi per il Clima si terrà tra 15 mesi: per allora si avrà bisogno di un accordo globale. Entro marzo, i singoli stati dovranno presentare i propri impegni nazionali: per questo il movimento mondiale nato da questa mobilitazione si concentrerà su questi obiettivi nazionali. Ma fino ad allora, si continuerà nell'organizzare iniziative perchè tutta questa gente si possa ritrovare, a intervalli regolari, sempre più numerosi, per far sentire l'appello per un cambiamento pulito e rinnovabile al 100%, che i potenti del mondo potranno solo seguire e assecondare. Il movimento che abbiamo a lungo aspettato ha preso vita. di celebrare questo passo in avanti che abbiamo fatto. Il team e la comunità di Avaaz hanno avuto un ruolo centrale nella stragrande maggioranza delle marce e degli eventi che si sono tenuti. Il Guardian l'ha definito "trionfo organizzativo" e la BBC ha detto che "le marce hanno portato più gente che mai per le strade, grazie alla forza organizzativa della comunità online di Avaaz." Abbiamo messo sul campo centinaia di organizzatori e migliaia di volontari, e le donazioni della nostra comunità hanno fornito milioni a questa impresa. Le sfide del nostro tempo ci richiedono di essere sempre migliori, ed è quello che abbiamo fatto tutti assieme, crescendo e diventando un movimento nuovo e ancora più efficace, un movimento che è ora dentro e fuori da internet. Grazie di cuore a chiunque ha partecipato e ha reso possibile tutto questo. |
30 settembre 2014
LA MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA DEL 21 SETTEMBRE
29 settembre 2014
IMPRESSIONI DI SETTEMBRE:L'ARIA CHE TIRA PER VILLA BLANC
Ieri ,28 settembre ,si è svolta la manifestazione di strada promossa dall'associazione dei commercianti di Via Giorgi/Boldetti.Il Comitato Villa Blan era presente con un proprio gazebo .
Queste sono le impressioni ricavate da questa bellissima domenica da Gian Carlo Marchesini.
D.F.
Via Giorgi
Ho trascorso buona parte della domenica al gazebo di Via Ignazio Giorgi dove, con gli amici del comitato, abbiamo spiegato ai cittadini, lì convenuti per la festa promossa dai commercianti, le buone ragioni, malgrado le orecchie da mercante di Comune e Luiss, a favore dell’apertura ai cittadini di Villa Blanc. Abbiamo parlato, mostrato, spiegato, discusso con persone scettiche e curiose, arrabbiate o fiduciose. Abbiamo raccolto fondi e firme grazie anche a qualche copia acqui...stata del libro che racconta la storia della Villa. Mi è rimasta impressa la nipotina di quattro anni di Gian Luca che, indaffarata come una piccola ape operosa, ha distribuito volantini ai passanti richiamandone l’attenzione con sorrisi e inchini. Quando si scopre che anche dai bambini possono venire esempi di civica educazione… E poi un signore elegante con al guinzaglio un cane che al mio invito a firmare è sbottato: ancora così, con le belle parole e i volantini voi sperate di risolvere il problema della Villa? Perché - gli ho risposto un po’ spiazzato - quale è il modo efficace che lei suggerisce? Entrando dentro e occupando - il signore elegante con cane ha risposto. Oppure buttandoci una bomba. Ciò detto, con un rapido dietro front, il signore sentenzioso se n’è andato.
Poi, alla fine della bella e proficua giornata, sorbendo per rilassarci un prosecco al bar, un’amica che bazzica le segrete stanze delle autorità mi ha confidato che i pubblici amministratori, dopo la sentenza del Consiglio di Stato avversa al Comune e al gestore per quel che di illegale hanno compiuto con il Punto Verde per l’Infanzia di Villa Massimo, per la fifa delle più che probabili conseguenze se la stanno facendo sotto. Tenendo conto anche dell’illegalità totale in cui versa il Punto Verde per l’Infanzia di Piazza Winckelmann - e chissà di quanti altri - si direbbe che, sia pure dopo anni, i nodi comincino a venire al pettine e si profili all’orizzonte una soluzione dei troppi abusi e una resa dei conti.
Poi, alla fine della bella e proficua giornata, sorbendo per rilassarci un prosecco al bar, un’amica che bazzica le segrete stanze delle autorità mi ha confidato che i pubblici amministratori, dopo la sentenza del Consiglio di Stato avversa al Comune e al gestore per quel che di illegale hanno compiuto con il Punto Verde per l’Infanzia di Villa Massimo, per la fifa delle più che probabili conseguenze se la stanno facendo sotto. Tenendo conto anche dell’illegalità totale in cui versa il Punto Verde per l’Infanzia di Piazza Winckelmann - e chissà di quanti altri - si direbbe che, sia pure dopo anni, i nodi comincino a venire al pettine e si profili all’orizzonte una soluzione dei troppi abusi e una resa dei conti.
CONFESSIONE DI IMPOTENZA atto I
La mia visione delle cose, che vede l’Italia marginale nello scacchiere mondiale, e la forza (per me auto distruttrice) irresistibile del capitalismo finanziario borghese, mi fa pensare che ogni ricetta per modificare le cose, sia illusoria.
Quello che mi sembra irrazionale, nella posizione di Renzi, e che penso salti agli occhi di tutti, è che, nella sua corsa a portare l’italia nel cuore del “sistema” insieme all’Europa, non si accorga di una grave contraddizione:
Le regole del gioco pretendono, oltre alla predominanza del “mercato”, della “concorrenza”, della “meritocrazia” e del “profitto”, che – almeno nominalmente –i reati connessi al gioco stesso, siano pesantemente sanzionati.
Nella sua ricerca di alleati a supporto della sua strategia, ha precipitosamente scelto un traballante Berlusconi, che, consapevole della insperata fortuna (ancora una volta) arrivatagli addosso quando pensava di essere finito, ha accettato felicemente di sostenere le “riforme” renziane.
Ovviamente con un limite invalicabile, pena la sua morte definitiva: giustizia e reati dei colletti bianchi.
Oggi Renzi si trova in contraddizione con il proprio disegno. La pretesa berlusconiana (ricatto) è che i giudici vengano bastonati e che i reati economici vengano considerati, nella migliore delle ipotesi, passibili di un buffetto.
Il sistema pretende ben altro e lo dimostra costantemente.
.Io non voterò per nessuna delle fazioni (penso che il PD sia una fazione) in campo. Penso che chiunque vinca, sarà costretto a seguire l’andazzo mondiale. Alla lunga – non so come – i reati finanziari saranno sanzionati pesantemente, perchè il “sistema” vive di illegalità mostruose, ma pretende che, appena affioranti, vengano massacrate, in modo che la legalità formale, borghese, sia garantita agli occhi dell’”opinione pubblica”.
Per capire quanto inutile sia la mia astensione, bisognerebbe leggere “saggio sulla lucidità” (che saggio non è, ma romanzo) di Josè saramago . .
Quello che certamente tu non accetterai è che io ritenga inutile anche il tuo impegno, quello di Marnetto e di molti altri .
La mia non è affatto disistima per l’impegno di chiunque. A volte vorrei, nonostante l’età, avere la voglia e la speranza incrollabile che le sorti del mio paese e del mondo dipendano anche da me.
Credo che la storia, invece, segua strade diverse e pretenda il compimento di cicli che procedono per inerzia, fino alla loro conclusione, qualunque essa sia.
Per di più, anche se fossi affetto da volontarismo spinto, non saprei cosa fare.
Mi restano allora l’invettiva, la rabbia, il disprezzo, come sfogo.
Conscio della mia impotenza, mi rimane anche il gusto di indagare e cercare di capire i meccanismi palesi e nascosti che governano il mondo.
Subirò un mondo che non mi piace, spererò in una impossibile utopia, ma mi vanterò del fatto che, perdente, ho scoperto il gioco di chi vince.
Umberto Pradella
Recensione libro:I FUNAMBOLI a cura di D.Barazzetti e A.Cammarota
I FUNAMBOLI.
Lasciare la comunità terapeutica tra
difficoltà e speranze.
Altreconomia
edizioni, Milano 2014, € 10,00
A
cura di Donatella Barazzetti e Antonella Cammarota
Questo
piccolo libro costituisce uno sguardo prezioso sul grosso problema di
re-integrazione che il paziente
psichiatrico deve affrontare nel momento in cui la “cura” è, in un certo
senso, terminata. I funamboli è
un’interessante volume collettivo – curato
dalle sociologhe Donatella Barazzetti e Antonella Cammarota – che ci
restituisce attraverso la voce di molti protagonisti, il percorso che il paziente compie una volta
terminata la fase della Comunità Terapeutica e inizia il lungo e faticoso
percorso di autonomizzazione e di socializzazione.
La Provincia
di Roma, mediante un bando “Prevenzione Mille”, ha finanziato un percorso
progettuale – “In cammino” e “In cammino 2” da cui nasce il volume - che è iniziato
nel 2009 mettendo insieme soggetti pubblici e privati sociali per coadiuvare il
paziente nel superamento di tutte quelle difficoltà – soggettive e oggettive –
che incontra nella sua riabilitazione. Il progetto è stato portato avanti dall’Associazione
“Tininiska Onlus” assieme alla Comunità “Reverie”
di Capena. Sono stati condotti tre Laboratori sulla fotografia, sulla scrittura
creativa e sull’informatica, i cui esiti sono raccolti nel libro. L’osservazione
è condotta con rigore scientifico ma è anche partecipato emotivamente in quanto una delle due
curatrici - Antonella – è pure la madre di un paziente. Quindi, come lei stessa
scrive nell’Introduzione, da un
doloroso evento del proprio privato, è riuscita a farne un’occasione di studio,
materia di ricerca e di partecipazione sociale e politica.
Secondo lo psichiatra Antonio Maone,
intervistato nel libro, per la riuscita del passaggio sono basilare un paio di cose:
il coinvolgimento familiare e l’adeguata e costante assistenza sanitaria e
domiciliare perché esiste oggi un conflitto di competenze, anche se le leggi al
riguardo non fanno distinzione tra disabilità fisica e psichica.
Chiunque abbia sofferto di una lunga
malattia o abbia subito un intervento chirurgico, sa, per esperienza, quanto
sia faticosa e delicata la fase di riabilitazione, della cosiddetta
convalescenza, che è un processo lungo e discontinuo con alti e bassi, spesso
con ricadute. È forse la fase più delicata in cui magari gli amici e parenti
non ci vengono più a trovare o ad aiutare perché in qualche modo è passata
l’”emergenza”. Così se la malattia è di tipo psicologico o psichiatrico il
ri-apprendimento ad affrontare la vita quotidiana magari senza “protezioni”,
talvolta senza più medicine o dipendenze in generale, ci fa provare una grande
fragilità. Proprio questo è il passaggio difficile seguito dal progetto “In
Cammino 2” e narrato ne I Funamboli.
Di estremo interesse è il progetto di cohousing “Le chiavi di casa” che, come
si evince dal nome, considera “adulto”, in qualche misura, il paziente dimesso, favorisce la sua emancipazione
anche con il reperimento di appartamenti dove andrà ad abitare con uno o altri due,
che si sono reciprocamente scelti. Questa scelta è fondamentale perché fa parte
del processo di emancipazione ed è proprio la differenza con l’accoglimento
nella casa famiglia. Il progetto “Le chiavi di casa” ha al suo attivo 21
successi su 23 casi di indipendenza abitativa, nel senso che solo 2 persone
hanno dichiarato di non farcela nel processo di riacquisizione della
progressiva autonomia.
Interessante, dal mio punto di vista,
è la scelta strategica dei luoghi abitativi dove reperire gli appartamenti. Di
là dal problema non indifferente del costo degli affitti, è preferibile (sempre
secondo Maone) una situazione di forte densità abitativa, dove il paziente ha
la possibilità di “con-fondersi” e di non viversi troppo la “diversità”.
Mi viene in mente un film che ho
appena rivisto in questi giorni “Una giornata particolare” di Ettore Scola con
Sophia Loren e Marcello Mastroianni tutto girato in Via XXI Aprile a Roma nelle
case di edilizia economica e popolare progettate da Mario De Renzi nel 1931. In
effetti, l’alta densità abitativa dello stabile favorisce la promiscuità tra
gli abitanti e l’incontro tra l’omosessuale ex annunciatore dell’EIAR e la
casalinga insoddisfatta, due "diversi" entrambi vittime del
maschilismo del regime. Tante
diverse figure che condividono lo stesso habitat.
Il Laboratorio fotografico descritto
nel libro - condotto da Emanuela Vincenti ha curato l’aspetto
oggettivo/soggettivo delle immagini ponendo l’attenzione sul fatto che una foto
«ha in sé un carico enorme di emozioni, sensazioni, storia…la si può
immaginare come lo scrigno che allo stesso tempo custodisce e svela mondi
interiori, sia di chi l’ha scattata, sia di chi la guarda».
Il Laboratorio di scrittura creativa
invece è stato condotto da Maria Ciambella che è anche la responsabile della
struttura “La Reverie“ di Capena. Il
gruppo diventa un importante strumento comunicativo che «restituisce parola e considerazione ai partecipanti, che
consente a molti pazienti, rimasti in silenzio per tanto tempo, di aprirsi».
Nel Laboratorio di Informatica, condotto da Gianpaolo
Miele, da un lato si sono introdotti elementi d’informatica di vita quotidiana per
il superamento del digital divide–
anche qui molta importanza è data alla comunicazione - dall’altro, spunti di
riflessione sulle conseguenze che l’informatizzazione ha prodotto nella società
e nei nostri rapporti sociali.
Chissà quanti di noi, anche se non affetti da particolari
sofferenze psichiatriche, potrebbero essere agevolati dalla partecipazione a
questo tipo di lavoro portato avanti nei Laboratori, che
stimola il gruppo, aiuta la comunicazione e consolida i rapporti sociali.
Il
libro si può comprare nelle botteghe del Commercio Equo e Solidale o
richiederlo al sito www.altreconomia.it/libri. I ricavi ottenuti della vendita, andranno
all’Associazione “Tininiska Italia Onlus” – alla quale porgo i miei migliori
auguri - con l’obiettivo di proseguire i progetti “In Camino”.
Ghisi Grütter
28 settembre 2014
Recensione film:IL FUOCO DELLA VENDETTA di Scott Cooper
IL FUOCO DELLA VENDETTA
Scott Cooper
Un film duro quello di Scott Cooper e con molte scene di violenza. Ma la violenza non è solo quella mostrata palesemente dove si vede il sangue del cerbiatto cacciato o quello del viso pestato per l’incontro clandestino di boxe a mani nude. La violenza attraversa tutto il film ed è presente nei luoghi di ambientazione: nell’habitat, nella vita in fabbrica, nel carcere urbano, nei drive-in e nei luoghi “dimenticati da dio” degli incontri. Un’America dei non-luoghi di qualche anno fa. Infatti, la storia è leggermente retrodatata: i protagonisti partono per la guerra in Iraq e ascoltano Ted Kennedy in TV. La narrazione quindi si dovrebbe svolgere presumibilmente tra il 2003 e il 2008, poiché si comincia a parlare di chiusura della fabbrica.
Il titolo originale Out of the Furnace, molto più pertinente e meno banale di quello italiano, ci fa proprio intuire che fuori della fabbrica la vita non sia poi migliore. I fratelli Blaze, così caratterialmente diversi, sono interpretati dallo strepitoso Christian Bale – l’operaio good guy e perfino religioso - e dal bravo e inquieto Casey Affleck (attore non casualmente legato a Gus van Sant). Il film, infatti, presenta un vasto cast di attori-simbolo anche nelle parti secondarie come lo zio Red interpretato da Sam Shepard che, oltre ad essere scrittore teatrale e cinematografico e regista lui stesso, ha recitato anche con Wim Wenders, considerato il campione di riprese dei non-luoghi urbani. Forest Whitaker, è il poliziotto, William Dafoe il cattivo e Woody Harrelson è il fantastico cattivissimo.
Il film ha un bel ritmo, luci violacee e musiche da western; tutta la parte centrale presenta il montaggio di scene parallele tra la caccia al cervo e l’incontro di boxe e, se anche in modo un po’ meccanico, prelude alla tragedia creando un’intensa aspettativa nello spettatore.
Un film anche che non lascia molte speranze in linea con i film sulla crisi delle istituzioni e sulla giustizia fai-da-te. Il finale leggermente ambiguo lascia in sapore amaro in bocca suggerendo una riflessione su chi siano realmente i buoni e chi i cattivi e fino a che punto un buon comportamento “civile” sia una libera scelta.
Ghisi Grütter
27 settembre 2014
LA BATTAGLIA PER VILLA BLANC CONTINUA!!!!
Domani ,domenica 28 settembre,"gli irriducibili" di Villa Blanc saranno presenti all'iniziativa promossa dall'Associazione Commercianti di Via Giorgi/Boldetti con un proprio gazebo,Sarà questa un'occasione importante di incontro tra la cittadinanza e i rappresentanti di questo gruppo che fa capo al Comitato di Villa Blanc e di aggiornamento sulle varie tappe della lunga contesa LUISS-Cittadini.
Ricordiamo ai nostri lettori che i ricorrenti contro la LUISS e il Comune di Roma sono 7 cittadini ,di cui 5 aderenti per l'appunto al Comitato Villa Blanc.
Dopo la battuta d'arresto subita dai ricorrenti in seguito alla sentenza del TAR,un pò sbrigativa e semplicistica nel suo disposto,ma che praticamente respingeva il loro ricorso,per nulla scoraggiati dalla potenza di fuoco di uno degli avversari ,la LUISS, che non ha difficoltà attraverso mille canali ad esercitare la sua influenza, i sette ricorrenti ,integrato il proprio team difensivo con l'ingresso di due nuovi avvocati,hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato.
Nel frattempo nuovi episodi si sono aggiunti nel panorama romano sul versante delle querelle giudiziarie tra pubblico e privato.In quest'ambito si inserisce la vittoria presso il Consiglio di Stato di un Comitato di cittadini contro il concessionario di uno spazio verde per l'infanzia, la Pinetina di Villa Massimo,sentenza che ha visto ribaltata la decisione presa precedentemente dal TAR.
Dunque nulla è ancora perduto e la battaglia continua non senza l'appoggio determinante, morale ed anche economico, della cittadinanza!
Quello che segue è il testo del volantino che verrà distribuito domani
Domenico Fischetto
LA BATTAGLIA PER VILLA BLANC CONTINUA
La indisponibilità
del Sindaco Ignazio Marino- dalla sua elezione a tutt'oggi nonostante le nostre ripetute richieste del nostro Comitato - a
ricevere i cittadini e quei consiglieri
comunali che si battono per assicurare la fruibilità pubblica del complesso di
Villa Blanc dimostra la insensibilità della attuale giunta alle richieste
originate dalla cittadinanza e la mancanza di coraggio a svolgere la sua
funzione istituzionale di arbitro imparziale nelle controversie fra i cittadini
e i poteri forti.
Dopo la mancanza di qualsiasi risultato del tavolo di lavoro
istituito dall'assessore Caudo con la LUISS dal luglio 2013 fino allo scorso
marzo , nei mesi successivi il Sindaco ha rimandato per per ben tre volte con diversi motivi
l'incontro richiesto dai Consiglieri comunali per discutere l'implementazione della mozione
votata all'unanimità dal Consiglio capitolino il 27 ottobre 2013 - che
proponeva la salvaguardia del parco, cancellando i parcheggi previsti al suo interno
e la sua apertura al pubblico – e ha infine disertato il quarto incontro
fissato il 17 luglio. In quest'ultima occasione il nostro Comitato organizzò un
sit-in in piazza del Campidoglio per dare voce alla rabbia dei cittadini, per
il quale ringraziamo tutti coloro che nonostante il periodo feriale e la
pioggia torrenziale di quel giorno hanno voluto partecipare.
Ma il nostro Comitato, insieme ai 6000 cittadini che hanno
firmato finora le nostre petizioni, non si arrende e , a parte ulteriori iniziative
che proporremo presto, ha presentato a fine giugno il ricorso al Consiglio di Stato contro la
precedente sentenza del TAR del novembre 2013.
La recente sentenza che il Consiglio di Stato ha emesso a
favore delle richieste del Comitato di Villa Massimo, per sottrarre la pineta
alla speculazione da parte del gestore privato con l'assenso del Comune, ci
rincuora perché dimostra che le battaglie portate avanti dai cittadini con fermezza e coraggio, sottraendosi a qualsiasi
strumentalizzazione partitica, possono trovare il riconoscimento della
fondatezza giuridica delle proprie motivazioni, anche in carenza di quella
funzione di intermediazione che dovrebbe essere svolta dalla classe politica.
Abbiamo però bisogno del supporto dei cittadini e in primo
luogo di te che ci stai leggendo, dei tuoi familiari, dei tuoi amici, di quelli
del tuo palazzo e di quelli che conosci.
Noi non facciamo gli interessi del Comitato ma quelli di
tutti i cittadini che vogliono fruire dei quattro ettari di parco ad essi destinati
sin dal 1974 e riconfermati dal piano regolatore generale del 2008. Non
vogliamo accettare che i 1400 ragazzi dell'Istituto Winckelmann rimangano
confinati nei loro cortili di cemento mentre pochi privilegiati a 20 metri
dalle finestre delle loro classi passeggiano nel verde esclusivo;, non vogliamo
accettare l'inquinamento e i pericoli che porteranno a Piazza Winckelmann – in
primo luogo proprio per i ragazzi delle scuole - le 200 auto che il Centro
LUISS pensa di portare a parcheggiare nel parco
( abbattendo a man salva alberi di alto fusto) e nelle vie adiacenti; non
possiamo accettare che gli anziani della zona si contendano le due panchine
residue sul cosidetto punto verde di Piazza Winckelmann saturato da giochi a pagamento
e deturpato dall'abbattimento dei pini secolari per fare spazio proprioa quei giochi.
Dobbiamo dimostrare il permanere della più larga
partecipazione dei cittadini alle nostre richieste .
E abbiamo bisogno dell'aiuto economico di ciascuno per
sostenere le spese legali ; finora abbiamo fatto fronte, con l'aiuto di tutti,
a 5500 Euro ma abbiamo bisogno di altrettanto a breve scadenza.
CORAGGIO! NON LASCIARCI SOLI A COMBATTERE CONTRO I SOPRUSI E
LA SPECULAZIONE; DIFENDI L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE, I TUOI INTERESSI E QUELLI
DI TUTTI I CITTADINI.
FIRMA E FAI FIRMARE LE NOSTRE PETIZIONI E DAI IL TUO CONTRIBUTO
ANCHE CON BONIFICO IBAN..IT971M033901600100000074567 INTESTATO A COMITATO VILLA BLANC CAUSALE VILLA BLANC PUBBLICA
"LA RAGIONEVOLEZZA NON ABITA PIU’ A ROMA?"comunicato stampa di Italia Nostra
Volentieri riceviamo e pubblichiamo il recente comunicato stampa di Italia nosra Sez. di Roma sul prolungamento della metro B.
Sembra proprio che Italia Nostra abbia messo sotto la lente di ingrandimento l'operato del Sindaco peregrino Marino e dei suoi assessorini.
D.F.
COMUNICATO STAMPARoma, 26.09.14PROLUNGAMENTO DELLA METROPOLITANA “B”ENNESIMO EPISODIO DI SPERPERO DEL DENARO PUBBLICO E DI SPECULAZIONE EDILIZIA.LA RAGIONEVOLEZZA NON ABITA PIU’ A ROMA?Italia Nostra Roma prende atto delle perplessità espresse dall’assessore Improta in merito alla realizzazione del prolungamento della metropolitana “B” da Rebibbia a Casal Monastero, e appoggia totalmente lo stop ai lavori deciso nello scorso mese di agosto.Italia Nostra Roma ha sempre considerato indispensabile un drastico potenziamento dell’efficienza del trasporto pubblico nel quadrante tiburtino, oltre Rebibbia.Ma le esigenze di mobilità di San Basilio, di Torraccia, di Casal Monastero non sono tali da giustificare la realizzazione di una metropolitana pesante con capacità potenziale fino a 40 mila passeggeri l’ora per direzione. E con costi di costruzione astronomici: mezzo miliardo di euro per 3 km di nuova linea! Senza dimenticare, poi, che antecedentemente all’entrata in esercizio del bivio di p.zza Bologna, con il conseguente dimezzamento delle corse, i treni della metro “B”, dopo la stazione Tiburtina, viaggiavano costantemente semivuoti…Anacronistica la metro pesante: una metropolitana leggera di superficie, con percorso totalmente protetto e diverse possibili soluzioni tecnologiche da valutare, costerebbe cinque volte meno e darebbe altrettanto bene una soluzione al problema della mobilità oltre Rebibbia! Date queste premesse, gli sviluppi della vicenda sono ancora più preoccupanti.Per ovviare alla scarsità delle risorse pubbliche si è previsto un sostanzioso contributo alla spesa complessiva da parte di costruttori privati. I quali, per contropartita, hanno chiesto e ottenuto – dall’allora sindaco Alemanno – compensazioni edilizie, in variante di piano regolatore, per quasi un milione di metri cubi nella forma di giganteschi, inaccettabili alveari di cemento, alti fino a 18 o 20 piani, scaraventati negli spazi ancora liberi di una periferia, ancora miracolosamente, non troppo intensiva e che distruggeranno altro territorio di agro romano.Sindaco Marino, dove sono finite le tue promesse sul consumo del suolo ?Italia Nostra Roma, si oppone dunque decisamente all’attuale progetto per lo spreco inaccettabile di risorse pubbliche e per la gigantesca operazione di speculazione edilizia, che ancora una volta avvantaggerebbe i soliti noti a danno dell’intera collettività. Il problema della mobilità per gli abitanti dei quartieri periferici del quadrante tiburtino può essere risolto, come detto, con sistemi alternativi alla metropolitana pesante, molto più economici e di ben più rapida realizzazione.Info : 338.1137155
24 settembre 2014
Visto in TV :Alessia Morani e Piercamillo Davigo a 8 e 1/2
Ieri sera (14 settembre) ho assistito a otto e ½, condotto da Floris. Partecipava una certa Alessia Morani del PD in contradditorio con Piercamillo Davigo, oggi in cassazione.
Il testo che segue è il messaggio che ho scritto alla Morani.
La sempre più stretta alleanza tra PD e forza italia, che rafforza la mia convinzione che anche da noi, come ovunque, destra e sinistra siano vuote locuzioni, stancamente ripetute, che nascondono la contrapposizione di raggruppamenti eterogenei, privi di etica politico – sociale e in lotta soltanto per il potere fine a se stesso, mi confermano nel proposito di non partecipare alle prossime elezioni politiche, dalle quali, qualunque fazione vinca, sarà autorizzata a eserciterà il potere per governare secondo la propria convenienza settaria, sempre comunque contraria a contrappesi e limitazioni della propria arroganza.
So che qualcuno preferirà che ai giudici vengano inferte sonore batoste, pur sapendo che il depotenziamento della magistratura condurrà a maggior libertà di delinquere impunemente, da parte dei nostri rappresentanti di qualunque parte politica.
Non sono ovvamente di questa opinione e, sebbene sia convinto che non ci sia niente da fare, lascio che la mia inutile indignazione si sfoghi.
Umberto Pradella
Ieri sera ho seguito “otto e 1/2” condotto da
Floris, in cui lei si confrontava con Davigo.
Come al solito, da troppo tempo , i
rappresentanti della fazione che governa, nominalmente portatrice di istanze di
civiltà, lasciano trasparire una trama di arroganza di potere e di una
sorprendente affinità con posizioni indecenti della fazione berlusconiana.
Lei è stata sfortunata a doversi confrontare
con Davigo, ma le posizioni che esprimeva
sarebbero apparse deboli e scopertamente punitive nei confronti della
magistratura, fallendo certamente l’obiettivo di una giustizia migliore,
qualunque fosse stato il suo interlocutore.
Il vostro temtativo di far ricadere la colpa
del malfunzionamento della giustizia sulla magistratura, anzichè su una classe
politica indecente, è lo stesso che ha perseguito, per un ventennio, il
delinquente berlusconi.
Non sono un trinaricciuto ( parola usata per
denigrare gente per bene) ; laureato in Bocconi, ho armi intellettuali per
scoprire le vostre miserie politiche e
ho sperato invano di poter vivere finalmente in un paese meno incivile,
corrotto, ignorante e dedito al malaffare di piccolo cabotaggio.
Temo non sia nemmeno colpa vostra.
Credete di essere scardinatori e siete
soltanto, voi e gli altri, personaggi periferici utili al “sistema” che vi
trascina e che credete di governare.
La indecente legge sull’autoriciclaggio; i
tentennamenti, i silenzi , le ambiguità colpevoli sul falso in bilancio, le oscene
proposte che banalizzano e avviliscono la Corte Costituzionale, dove, anche
quando non ci fossero sospetti di reato, tendete a far eleggere persone
mediocri, individuate tra le fila del partito, anzichè personalità prestigiose
ma non irrigimentate, sono soltanto alcune delle cose che mi danno la misura
della vostra modestia intellettuale e della vostra arroganza.
Ho sempre votato contro una destra che non ha
niente da spartire con la grande tradizione conservatrice dei grandi paesi
europei, di cui mi sono sempre vergognato specialmente quando, fuori da questo
paese, ho dovuto subire l’onta di sentirmi suddito di un governo guidato dal
delinquente che oggi avete scelto come partner per impossibili riforme di
civiltà.
Siete della stessa pasta delle persone e
della combricola che ho sempre osteggiato.
Non avrete più il mio voto e cercherò di fare
circolare le mie idee, sperando che molti altri aprano gli occhi e capiscano dove
siamo finiti, abbandonandovi al vostro destino.
Umberto pradella
22 settembre 2014
CASO ORSA DANIZA: WWF,LEGAMBIENTE E FEDERPARCHI PRENDONO POSIZIONE SULLA NARCOSI
Si può considerare affrettata la decisione presa dal Ministro dell'Ambiente,Luca Galletti,sull'onda della pressione e della commozione pubblica di proibire la narcosi sugli orsi,annunciata su twitter (e dove se no?) in seguito alla morte dell'orsa Daniza .
Ci auguriamo che il Ministro,calmatesi le acque e consultatosi magari con qualche esperto fuori dal cerchio magico del governo beautiful,ci ripensi.Non farà certamente brutta figura.Anzi ,a differenza del suo capo, darà prova di umiltà e di saggezza.
Quella che segue è la lettera della Federparchi,Legambiente e WWF indirizzata al Ministro.
D.F.
Caso Daniza - Federparchi, Legambiente e Wwf scrivono al ministro Galletti: "No ad atti fondati sull'emotività"
|
Su Twitter il Ministro aveva annunciato lo stop alle narcosi sugli orsi. Anche il mondo scientifico dissente.
|
Federparchi, Legambiente, Wwf e illustri esponenti del mondo scientifico italiano chiedono al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti un ripensamento riguardo a quanto annunciato nei giorni scorsi sulla sospensione delle narcosi sugli orsi, dichiarandosi da subito disponibili a un confronto e a una collaborazione per evitare che situazione come quella di Daniza possano ripetersi.
“Abbiamo appreso – scrivono in una lettera aperta recapitata oggi sul tavolo del ministro - della sua intenzione di voler emanare un atto che sospenda gli interventi di narcosi sugli orsi. Con la presente siamo a chiederle di non procedere in tan senso poichè un simile atto avrebbe certamente ripercussioni negative a livello nazionale sulle attività di conservazione della specie” “La morte dell'orsa Daniza, su cui sono ancora in corso approfondimenti ed indagini – scrivono Sammuri e gli altri - non può indurre a decisioni come quella annunciata. Così come si sarebbe dovuto fare prima, anche in questa circostanza è importante che le Istituzione tengano in debita considerazione i pareri scientifici e le esperienze pluriennali senza cedere a pressioni, emotività, esigenze di comunicazione che inducono a scelte affrettate e sbagliate”. Poi le riflessioni scientifiche: “solo in Abruzzo, negli ultimi 20 anni, sono stati narcotizzati a cura del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, oltre 88 orsi con zero mortalità. Animali che, grazie alla narcosi, sono stati dotati di radiocollare e quindi è stato possibile monitorarli, seguirli e proteggerli, in alcuni casi anche curarli. Tutto questo ne ha garantito la conservazione. Non si può dunque ignorare queste evidenze documentabili e agire in risposta ad un singolo caso dove il problema da considerare non è solo la narcosi effettuata, ma anche la situazione generale che potrebbe aver determinato uno stato di stress dell'animale e quindi una reazione negativa al farmaco somministrato” Come l'esperienza comune insegna anche per la specie umana, gli interventi di narcosi sono sempre estremamente delicati ma se correttamente gestiti rispondono a precisi protocolli di sicurezza. Pensare di impedirli non ha alcuna ragione scientifica e nel campo della conservazione non aiuta certo nella tutela della biodiversità e comprometterebbe molte iniziative per la tutela di una specie simbolo straordinaria quale appunto quella dell'orso bruno o dell'orso marsicano. A questo riguardo Federparchi e gli altri segnalano che attualmente - sempre in Abruzzo - sono in corso attività di controllo e monitoraggio su cui, proprio per escludere il ripetersi di situazioni conflittuali tra orsi e popolazioni locali, non si può escludere l’esigenza di radiocollari e quindi la necessità di interventi che inevitabilmente rendono necessario sedare l’animale. Non procedere in questi progetti significherebbe creare le premesse per ulteriori problemi. |
Federparchi - Europarc Italia Via Nazionale 230 - 00184 Roma Tel. +39 06 51604940 begin_of_the_skype_highlighting +39 06 51604940 GRATIS end_of_the_skype_highlighting Fax +39 06 5138400 segreteria.federparchi@parks.it- www.federparchi.it Iscrizioni e cancellazioni |
IL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA:LO SCONTRO FINALE
In Italia si profila lo scontro – credo finale – sul
mercato del lavoro.
Sindacati e ribelli PD saranno spazzati via, in un modo o
nell’altro.
Le ridicole ragioni dei vari Sacconi, Ichino e compagnia,
che giustificano la cancellazione dell’art. 18 con sofismi cervellotici, non
incantano nessuno.
Per contro, la corretta – ma tardiva – difesa di tutti i lavoratori e non soltanto di una
parte ( argomento cavalcato da chi chiede la massima flessibilità sul mercato
del lavoro), a cui i sindacati e i vari
Fassina sono arrivati, risucchiati dalla corrente, insieme alla difesa
dell’art. 18, inutile e vessillifera (se il reintegro è conservato per i casi di vera sopraffazione), appaiono
l’ultimo soprassalto di una “sinistra” che avendo accettato (non poteva non
farlo)le regole del capitalismo globale, sa di combattere l’ultima battaglia,
peraltro “nominale”, prima di scomparire.
Non so se prima della attuazione delle “riforme” ci sarà
un ricorso al voto o no.
So che è soltanto questione di tempo.
L’ideologia borghese capitalistica troverà qualcuno, se
non Renzi, che le attuerà.
Il mondo è sottomesso a una legge che non permette di
considerare le “persone” come entità uniche e preminenti, anche se non
vincenti, in una gara durissima in cui pochissimi sono i trionfatori e la
stragrande maggioranza non conta.
Nel mercato del lavoro, quindi, parole come dignità della
persona, rispetto del lavoratore, e così via, appaiono incomprensibili a chi,
sulla base della ferrea legge della concorrenza e del profitto, non concepisce
la forza lavoro se non come un fattore di produzione fungibile.
La regola mondiale privilegia soltanto il capitale, il
profitto e i suoi sacerdoti inconsapevoli, cioè gli imprenditori .
Poichè la piena occupazione, nel mercato mondiale senza
barriere è una ipotesi irreale, il meccanismo che pretende la sussistenza dei
paria viene conferita al “pubblico” (cioè agli stessi paria) mentre la
flessibilità consente a chi intraprende di fare profitti per l’accumulo
finanziario, con la certezza che se l’idea non ha funzionato, i cocci saranno
regalati ai governi compiacenti.
Non ci sono alternative.
Non ci sono ideologie concorrenti che abbiano la stessa
forza, lo stesso potere la stessa volontà di auto protezione. I vincitori pretendono regole che consentano qualche
cooptazione di nuovi vincitori e l’eliminazione di qualche membro che ha perso
smalto e fortuna, ma non possono accettare regole che obblighino alla
solidarietà che non sia “gentile liberalità” di singoli.
Questa legge, borghese, capitalistica e “protestante”,
pretende vincitori duri che accettino competizione durissima, per sfruttare
ogni fattore al massimo utilizzabile (è di questi giorni la notizia che gli
imprenditori cinesi assumono operai africani, perchè oramai più docili e meno
esosi di quelli cinesi).
Viene allora in mente a me, che, nel nostro paese, per
mille ragioni, i nostri imprenditori, nella stragrande maggioranza sono
impreparati e incapaci.
In una intervista fatta da Piero Ottone (ripresa, se non
ricordo male, da La Repubblica qualche tempo fa), Cuccia,colpevole padrone della stanza di compensazione del
“capitalismo” italiano , sosteneva di essere obbligato a quel compito – anomalo
ovunque altrove – perchè , a parte rari esempi, la maggior parte dei presunti
imprenditori italiani erano dei “fetentoni”.
Le cose non sono cambiate molto da allora. Non essendoci
più un Cuccia protettore e essendo il mondo diventato piccolo, la nostra
“classe imprenditrice” è esposta, nella gara della concorrenza spietata, alle
spallate di gente ben più agguerrita.
E’ questa genia di finti duri, che spera di ottenere
vantaggi dalla eliminazione dei vincoli del mercato del lavoro.
Così, i paria italiani – e oramai anche molti che si
credevano al riparo – pagheranno lo scotto più duro: sottomessi alle regole
dell’insensibile capitalismo e in balia di giocatori incapaci.
Pagheranno – anzi, pagheremo – uno scotto doppio.
Raffaele Fischetto
21 settembre 2014
Recensione film :THE RAILWAY MAN di J.Teplitzky
Le due vie del destino_The Railway man
Il regista
australiano Jonathan Teplitzky per il suo terzo
lungometraggio si ispira alla
storia vera descritta nell’autobiografia (riadattata da Frank Cottrell Boyce e Andy Paterson) di Eric Lomax - un soldato inglese che durante la
guerra è stato prigioniero dei Giapponesi e coinvolto, con maltrattamenti, alla
costruzione della ferrovia tra Bankok e Rangoon.
Torturato dai
poliziotti della polizia segreta Kempeitai, Eric – Jeremy
Irvine è lui da giovane -
non riesce a condurre una vita normale perseguitato da ricordi e incubi di
tutto ciò che ha sofferto in quei giorni. Da adulto Eric - un fantastico Colin
Firth - si innamora e si sposa con Patti – una non eccezionale Nicole Kidman –
ma non riesce né a farla felice né a vivere una vita serena. Il film è ambientato
in una piccola località nel nord dell’Inghilterra negli anni ’80 ma è continuamente
inframezzato dalla storia di guerra nella Thailandia del 1942.
Scoperto che
il suo maggiore aguzzino è ancora vivo torna lì sui luoghi degli orrori dove fa
la guida turistica nel Museo della Guerra. Qui la storia narra che dal
desiderio di vendetta si passa piano a piano al perdono mediante un percorso di
rivisitazione degli agghiaccianti maltrattamenti. Rivivere e ripercorrere la
sofferenza, invece di cercare di rimuoverla e di evitarla, avrà un potere
liberatorio e quasi “catartico”. Il torturato e il torturatore arriveranno
a comunicare, spiegarsi e alla fine impegnarsi
nella riconciliazione.
Il film si lascia vedere grazie soprattutto
alla bravura dei protagonisti maschili di Lomax ragazzo e Lomax adulto.
Sicuramente avrebbe giovato alla scorrevolezza e verosimiglianza del film una
minore indulgenza sulle scene violente (ci si chiede come sia potuto
sopravvivere a tali maltrattamenti…) e qualche accelerazione. L’Inghilterra
rappresentata sinteticamente, sbirciata dai finestrini dei treni o ritrovata
nei luoghi maschili d’incontro è bella e di estremo fascino. L’ottimo accompagnamento
sonoro segue le varie vicende procurando in alcuni momenti un clima di suspense.
Anche se in
questa circostanza l’iniziativa è stata individuale si inserisce in alcune
importanti iniziative. Esistono, infatti, associazioni di gruppi che si
incontrano con l’obiettivo di superare l’odio e il dolore a chi ha vissuto
eventi così terribili: facendo incontrare le vittime con i loro persecutori si
cerca proprio il dialogo attraverso la verbalizzazione delle sofferenze. Un noto
gruppo è il “One by One”, un’organizzazione fondata
da coloro che sono stati profondamente colpiti dall’Olocausto. I membri
multi-generazionali si incontrano: i sopravvissuti alla Shoah o i loro
discendenti con i loro aguzzini e torturatori, o i loro discendenti, spettatori
di uno dei più tragici capitoli della storia umana. Ho conosciuto qualche anno
fa una donna, sopravvissuta da bambina al campo di concentramento di Terezien e
al campo di sterminio di Auchwitz, che dopo aver vinto una naturale e
comprensibilissima avversione, ha aderito con grande partecipazione a questo
progetto di riconciliazione.
Ghisi Grütter
20 settembre 2014
CRESCONO I MILIARDARI ($ U.S.A.) IN ITALIA SECONDO LA RICERCA ANNUALE DI WEALTH-X e UBS
Nel panorama mondiale da alcuni descritto come una crisi sistemica, da altri come stagnazione secolare e da tutti osservata con il fiato sospeso, perchè, sulla base dei segnali di ogni tipo, che arrivano da ogni parte, si sta ingrossando la schiera di economisti, sociologi, politologi e compagnia che intravvedono la parabola discendente della ideologia borghese capitalistica, il segnale della concentrazione della ricchezza si va facendo sempre più nitido.
Negli ultimi 12 mesi, dal luglio 2013 al giugno 2014, il numero dei miliardari in dollari, a livello mondiale – secondo la consueta ricerca annuale di Wealth-X e UBS, che non fa mai i nomi – è aumentato del 7%, passando da 2170 a 2325, per una ricchezza complessiva di 7300 miliardi di $ (+ 12%).
Quello che risalta è che gli aumenti %ali più significativi compaiano in due paesi colpiti pesantemente dalla recessione: Italia e Spagna, dove il tasso dei senza lavoro è certamente “fuori scala” in Europa.
In Italia i miliardari sono aumentati di 4, passando da 29 a 33 (+14% circa), con un patrimonio che balza da 97 a 115 miliardi (+ 19% circa). In Spagna, la performance è addirittura strabiliante:
i miliardari passano da 22 a 32 (+ 46% circa) con un patrimonio che vola dai 74 ai 130 miliardi (+76% circa).
La cosa che balza subito agli occhi, considerando la eccezionale performance della Spagna, rispetto all’Italia, è che là, le “riforme” necessarie per allineare il paese all’Europa e alla sostanza del “capitalismo evoluto” che la caratterizza, sono in gran parte già state fatte.
Altra considerazione è che la Francia in questo quadro non brilla. Dovrà adeguarsi e fare riforme profonde (che la UE chiede insistentemente e che Hollande sta accingendosi a fare).
Ultima considerazione: l’aumento della ricchezza nelle mani di pochi (e ancora maggiore quella detenuta da organizzazioni impersonali), non impedisce il regresso e la corsa verso l’epilogo; anzi: le riforme che tendono ad uniformare l’Europa e a sottometterla al credo liberista più duro, di tipo statunitense (ma guarda, anche cinese), conducono ciecamente dritto alla catastrofe di cui i segnali sono macroscopici.
L’Italia scala 2 posizioni in Europa e la Spagna ne scala sei, piazzandosi rispettivamente al 15° e al !7° posto nel mondo.
La ricchezza complessiva dei paperoni (i 7300 miliardi di dollari) deriva per il 47% da investimenti privati, per il 29% da società quotate, per il 5% dall’immobiliare e per il 19% da denaro liquido, cioè, come ha documentato Piketty, per una parte maggioritaria, da rendita.
Il 40% dei membri di questo club ha addirittura ricevuto la ricchezza da eredità o elargizioni. Il 60% si è fatto da solo. Pochissimi con progetti industriali; la maggioranza nella finanza.
Così va il mondo dove, si racconta, che chiunque abbia voglia, ha la possibilità, sgomitando, di costruire la propria fortuna.
Molti i chamati (una balla) e pochi (pochissimi) gli eletti (in %ale sempre meno).
Umberto Pradella
IL MUSEO DELLA SHOAH SARA' EDIFICATO IN VIA ALESSANDRO TORLONIA
Dopo l'incauto e strumentale blitz agostano orchestrato da un
improvvisato duo,il presidente della Comunità Ebraica di Roma e un assessorino
del PD in cerca di visibilità, con la scusa di voler degnamente commemorare il
settantennale della liberazione di Auschwitz il prossimo 27 gennaio , a cui
aveva dato credito il Sindaco peregrino salvo fare una precipitosa marcia indietro
per la minaccia di essere denunciato per danno erariale,il Museo della Shoah
sarà costruito nel luogo deputato, e cioè in Via Alessandro Torlonia.
Quindi la vera e propria levata
di scudi in difesa di questa scelta ha vinto e ha prevalso il buon senso
rispetto alla strumentalizzazione.
Pur tuttavia ci si è messi alla
ricerca di un luogo dove temporaneamente collocare il Museo per la
commemorazione della liberazione di Auschwitz e magari in contemporanea poggiare la prima pietra del futuro
museo,visto che la gara d’appalto è stata bandita da tempo e le offerte giacciono in busta chiusa in
Campidoglio pronte per essere aperte ed esaminate.
In un primo tempo l’attenzione
era stata posta sull’edificio del Centro Ittiogenico, edificio storico dell’ex
III Municipio di proprietà della Regione,abbandonato da anni ma che,con un’energica
“sistemata” si sarebbe ben prestato alla bisogna data anche la sua vicinanza
con un altro luogo simbolo del martirio del popolo romano di fede ebraica :la Nuova Stazione
Tiburtina. Tale soluzione avrebbe avuto il vantaggio,oltre che a prestarsi
egregiamente a sede temporanea del Museo,di salvare l’edificio e il suo giardino
dall’incuria e dall’abbandono in cui la negligenza dei politici di ogni colore l’ha
fatto sprofondare. E magari a conclusione di questa “uso”temporaneo sarebbe
stato restituito alla cittadinanza che ne reclama,inascoltata da anni,la
gestione pubblica.
Scartata questa ipotesi e tramontata
definitivamente quella improvvida di un
edificio all’EUR, la scelta di un
immobile è caduta su un edificio di
Villa Torlonia,recentemente restaurato .Tale soluzione sarebbe sicuramente
quella vincente data la prossimità con la futura collocazione de Museo e il suo
forte valore simbolico.
Insomma tutto è bene quel che
finisce bene.
Il blitz agostano ha avuto l’effetto
positivo di portare all’attenzione pubblica
l’esigenza di una sede temporanea,e non definitiva come chiedeva ,del Museo per poter degnamente
commemorare il settantennale ,dando ascolto anche alle richieste degli ultimi
superstiti della Shoah.
Il Museo della Shoah rappresenta
un indubbio valore morale e culturale
per il territorio che lo ospita e aver difeso tale scelta è stato da parte di tutti
una forte testimonianza e partecipazione i n difesa di quei valori che il Museo rappresenta.
Domenico Fischetto
Iscriviti a:
Post (Atom)