18 settembre 2014

ELOGIO DELLA NUOVA DIALETTICA FILO IMPERIALISTA TELEVISIVA DI MASSIMO CACCIARI di G.C.Marchesini



 
Massimo Cacciari in televisione mi ricorda ispido e irsuto una versione del gatto mammone tra il collerico e il sornione. Ora ha deciso che la politica imperiale americana è stata in questi ultimi anni un disastro epocale. Gli americani sono andati in Afghanistan e Iran senza una strategia politica chiara. Occupare per occupare è come decidere di usare il randello per far vedere quanto ce l’hai  potente,  grosso e bello.  Ma se una volta che sei lì non hai ben capito cosa fare dopo, sei in trappola mentre pensavi di avere conquistato un trono o l’altare. Ora non bisogna ri-sbagliare - dice Cacciari. Non bisogna cadere nella solita trappola dell’inviare truppe proprie. Bisogna armare e pagare profumatamente chi può fare al posto nostro il lavoro sporco. Il dato curioso è che a fare questa analisi, a suggerire una strategia da impero intelligente e vincente, non è Bush o Kissinger, cioè un leader del campo imperialista, ma un anti imperialista che è stato leader non secondario del comunismo rivoluzionario. Oramai, nella rincorsa bertinottiana a chi si accredita di più come vecchio e saggio liberale, i vecchi bolscevichi leninisti si sono trasformati in raffinati strateghi filo imperialisti. Sarà per questo che Cacciari, pur sempre intelligentissimo, nel sorridere suggerisce inquietante qualcosa di irrimediabilmente perduto, malato e guasto?
 

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