Dopo l'incauto e strumentale blitz agostano orchestrato da un
improvvisato duo,il presidente della Comunità Ebraica di Roma e un assessorino
del PD in cerca di visibilità, con la scusa di voler degnamente commemorare il
settantennale della liberazione di Auschwitz il prossimo 27 gennaio , a cui
aveva dato credito il Sindaco peregrino salvo fare una precipitosa marcia indietro
per la minaccia di essere denunciato per danno erariale,il Museo della Shoah
sarà costruito nel luogo deputato, e cioè in Via Alessandro Torlonia.
Quindi la vera e propria levata
di scudi in difesa di questa scelta ha vinto e ha prevalso il buon senso
rispetto alla strumentalizzazione.
Pur tuttavia ci si è messi alla
ricerca di un luogo dove temporaneamente collocare il Museo per la
commemorazione della liberazione di Auschwitz e magari in contemporanea poggiare la prima pietra del futuro
museo,visto che la gara d’appalto è stata bandita da tempo e le offerte giacciono in busta chiusa in
Campidoglio pronte per essere aperte ed esaminate.
In un primo tempo l’attenzione
era stata posta sull’edificio del Centro Ittiogenico, edificio storico dell’ex
III Municipio di proprietà della Regione,abbandonato da anni ma che,con un’energica
“sistemata” si sarebbe ben prestato alla bisogna data anche la sua vicinanza
con un altro luogo simbolo del martirio del popolo romano di fede ebraica :la Nuova Stazione
Tiburtina. Tale soluzione avrebbe avuto il vantaggio,oltre che a prestarsi
egregiamente a sede temporanea del Museo,di salvare l’edificio e il suo giardino
dall’incuria e dall’abbandono in cui la negligenza dei politici di ogni colore l’ha
fatto sprofondare. E magari a conclusione di questa “uso”temporaneo sarebbe
stato restituito alla cittadinanza che ne reclama,inascoltata da anni,la
gestione pubblica.
Scartata questa ipotesi e tramontata
definitivamente quella improvvida di un
edificio all’EUR, la scelta di un
immobile è caduta su un edificio di
Villa Torlonia,recentemente restaurato .Tale soluzione sarebbe sicuramente
quella vincente data la prossimità con la futura collocazione de Museo e il suo
forte valore simbolico.
Insomma tutto è bene quel che
finisce bene.
Il blitz agostano ha avuto l’effetto
positivo di portare all’attenzione pubblica
l’esigenza di una sede temporanea,e non definitiva come chiedeva ,del Museo per poter degnamente
commemorare il settantennale ,dando ascolto anche alle richieste degli ultimi
superstiti della Shoah.
Il Museo della Shoah rappresenta
un indubbio valore morale e culturale
per il territorio che lo ospita e aver difeso tale scelta è stato da parte di tutti
una forte testimonianza e partecipazione i n difesa di quei valori che il Museo rappresenta.
Domenico Fischetto
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