28 novembre 2014

CIPRO:PROVE DI DIALOGO AL MONASTERO PAOLO

Papa Francesco oggi 28 novembre alle ore 13 atterrerà in Turchia. Una visita di tre giorni, quella di Bergoglio, che culminerà ad Istanbul con l'abbraccio al Patriarca Bartolomeo.
Il Pontefice visita la Turchia anzitutto per "rafforzare i legami di amicizia, di collaborazione e di dialogo fra le chiese", e per "esprimere preoccupazione per la situazione e la sorte di tanti fratelli cristiani che si trovano in situazioni di difficoltà e di persecuzione", ha spiegato ai microfoni del Centro Televisivo Vaticano il Segretario di Stato vaticano, Cardinale Pietro Parolin.Molte altre, però, le questioni  che saranno affrontate nel corso della visita: il dialogo interreligioso ,la delicata situazione in Medio Oriente e la presenza dei cristiani in Turchia e nella regione ("nonostante le difficoltà, la Chiesa cattolica è impegnata nel dialogo con l'Islam").
Se sulla situazione in Iraq e Siria, sulla presenza dell'autoproclamato Califfato e sulle persecuzioni dei cristiani, la Santa Sede e il Paese guidato da Erdogan possono trovare punti di convergenza,più controversa - ma probabilmente rimarrà sottotraccia - è la vicenda armena: Jorge Mario Bergoglio, a Buenos Aires, parlò esplicitamente del "genocidio" di cui questa popolazione fu vittima nell'impero ottomano, con un termine molto poco gradito ai vertici turchi.
Ci piace pensare che papa Francesco,reduce dalla sua recente visita al Parlamento europeo,per la sua caratteristica di uomo franco e diretto,accenni anche al premier turco Erdogan,senza che la cosa possa apparire un'ingerenza nei fatti interni di uno Stato, e quindi con le premure del caso,all'invasione della Turchia di una parte consistente della Repubblica di Cipro, Stato membro dell'Unione Europea.Invasione che ormai dura da quarant'anni ,durante la quale la Turchia si è macchiata di crimini contro l'umanità,e con la quale idealmente questo Paese, mezzo secolo dopo il massacro armeno  ad opera dell'Impero Ottomano, ,ne ha raccolto il testimone dimostrandosi  degna erede con lo stesso carico  di nefandezze e crudeltà ai danni del popolo cipriota.
La nota ANSA che segue è la dimostrazione che la religione può essere veicolo di dialogo.
Domenico Fischetto

Il Monastero dell'Apostolo Andrea unisce la Cipro divisa

Inedita collaborazione tra turchi e greci per restauro chiesa nel Nord dell'isola

 

I restauri nel monastero dell'Apostolo Andrea nella parte nord di CiproI restauri nel monastero dell'Apostolo Andrea nella parte nord di Cipro

di Samantha Agro)
(ANSAmed) - NICOSIA - La collaborazione tra greco e turco ciprioti, divisi da anni dalla 'linea verde' controllata dalle Nazioni Unite, fa oggi un altro passo con l'inaugurazione ufficiale dei lavori di restauro del Monastero dell'Apostolo Andrea, una chiesa greco ortodossa situata nella parte nord di Cipro. L'eccezionalità dell'evento sta nel fatto che per la prima volta le due comunità stanno lavorando fianco a fianco e hanno investito in parti uguali per salvare questo monumento. Un esperimento che si sta tentando di ripetere per altri monumenti.

Ci sono voluti anni per ottenere questo risultato, che è stato reso possibile grazie alla creazione nel 2008 del Comitato Tecnico per il patrimonio culturale co-presieduto da un greco cipriota e da un turco cipriota. Una cooperazione che secondo il negoziatore turco cipriota Ergun Olgun - sentito dall'Ansa - andrebbe utilizzata come esempio anche sul fronte della delicata e potenzialmente esplosiva questione degli idrocarburi. Ma per ora il Comitato Tecnico per il patrimonio culturale rimane una delle pochissime storie di successo della collaborazione tra le due comunità dell'isola. In questi anni, anche grazie ai fondi dati dall'Unione europea, 4 milioni di euro, e altri 4 in arrivo, e al ruolo giocato dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Undp), le due comunità hanno costituito, con visite congiunte in tutta l'isola, una lista di oltre 2.300 siti legati al patrimonio culturale. Tra questi ne hanno designati 26 nel nord e 14 nel sud su cui intervenire. "All'inizio abbiamo scelto solo siti del patrimonio religioso" ha affermato il membro turco cipriota del Comitato Ali Tuncay. Si tratta di chiese e moschee che hanno urgente bisogno di interventi. E i lavori sono già terminati in 8 siti, 5 al nord e 3 al sud. Ma adesso il Comitato sta proponendo interventi anche su siti 'civili', come le mura di cinta delle città. "Questo tipo di intervento puo' contribuire ancora di più a unire le persone" dice Ali Tuncay che ricorda anche come "per decenni la protezione del patrimonio culturale di Cipro è stato una questione di divisione, usata in molti casi per ragioni di propaganda". L'altro aspetto positivo che Ali Tuncay sottolinea é che i lavori di restauro stanno portando alla luce opere o strutture di cui non si ricordava più l'esistenza, come l'affresco scoperto in una chiesa nel villaggio di Komi Kebir, nel nord dell'isola, o la cisterna scoperta durante i lavori sulla Torre di Otello a Famagosta.

(ANSAmed)

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