10 novembre 2014

UNA LANCIA SPEZZATA IN FAVORE DEL SINDACO MARINO

Pubblichiamo questo articolo di Carte in Regola,a beneficio di chi se lo fosse perduto,perchè in qualche modo fà giustizia dell'operato del Sindaco Marino,pur non risparmiandogli le critiche.Confessiamo che lo sgambetto organizzatogli da uno dei tanti clan che albergano in Via delle Sette Chiese  con quello pseudo sondaggio sul gradimento dei romani dell'operato del Sindaco,non è piaciuto nemmeno a noi che non abbiamo finora risparmiato critiche al Sindaco "peregrino".Però a noi piace più confrontarci lealmente e senza veli sui fatti e  sulla sostanza delle cose, piuttosto che tessere trame nell'ombra come qualche anima inquieta del PD romano(telecomandato dal loro capo che siede immeritatamente in Parlamento) sembra privilegiare.

Alla faccia del cambiamento e dell'aria nuova.

 

Domenico Fischetto

 

 

Il Sindaco, il sondaggio e la città


 
Ci sono parecchie riflessioni da fare sul sondaggio pubblicato ieri sul “gradimento” del Sindaco Marino e della sua amministrazione. A partire dal fatto che noi cittadini, che sappiamo come sono andate le cose da un bel po’ di tempo a questa parte, troviamo troppo facile mettere sulla schiena dell’ultimo Sindaco insediato in Campidoglio i risultati di anni e anni di malgoverno della città… [in calce due interventi, dal centro e dalla periferia: Paolo Gelsomini del Coordinamento Residenti città storica e di Aldo Pirone, della Comunità Territoriale del VII Municipio]

Fori Imperiali: illuminati di notte entro 21 aprile 2015
Due osservazioni, collegate una all’altra. La prima: il disastro viene da lontano, e non solo dalla giunta Alemanno – che sicuramente ha impresso una notevole accelerazione – ma da prima, dalle due giunte Veltroni, e anche dalla seconda giunta Rutelli. Quando gli scenari di cartapesta delle notti bianche e dei festival impedivano ai cittadini di vedere che non venivano affatto affrontati e risolti quei problemi che hanno messo oggi in ginocchio la città: debito fuori controllo, abnorme sviluppo edilizio di scarso o inesistente interesse pubblico, amministrazione elefantiaca e inefficiente e molto altro. Nessuna pianificazione davvero lungimirante della mobilità e dell’urbanistica: a partire dalla moltiplicazione degli insediamenti fuori dal GRA, dove molti scontenti di oggi sono stati costretti ad andare ad abitare, con la condanna a sprecare nel traffico una parte consistente della propria vita. Nessun controllo sull’escalation della spesa di opere come la metropolitana, che come un’idrovora ha risucchiato risorse pubbliche che avrebbero potuto essere investite ben più saggiamente e con risultati ben più rapidi e diffusi sulla mobilità cittadina.

Nessuna politica nella raccolta dei rifiuti, nessun investimento nella manutenzione stradale, nessuna organizzazione per la cura del verde: sarà – forse – questa la consigliatura che si porterà a casa il regolamento del verde urbano, che nessuna precedente amministrazione di centrosinistra ha mai voluto varare. E il piano regolatore degli impianti pubblicitari, che aspettava da vent’anni e la cui assenza ha devastato la città con cartelloni dappertutto, anche garzie al contributo delle associazioni, è diventato realtà, come la lotta vera agli abusi del commercio un centro e non solo. Tutte “piaghe capitali”, da sempre evocate in tutti i programmi elettorali insieme a soluzioni che nessuno ha mai messo in pratica, preferendo scopiazzare quelle iniziative delle altre capitali europee che potevano portare prestigio alla casta al governo della città, piuttosto che seguire i modelli stranieri nella cura del territorio (e delle persone), a partire dalla riqualificazione delle periferie. Per questo ci sembra troppo facile mettere sulla schiena dell’ultimo sindaco insediato in Campidoglio i risultati di anni di malgoverno della città. Per usare una metafora in tema, è come pretendere che un medico che si trova davanti un paziente con una malattia cronica, con complicazioni ormai estese a tutto l’organismo, lo guarisca in quattro e quattr’otto. E se questa amministrazione ha senz’altro molti difetti, lentezze, e a nostro avviso commetta anche errori, non le si può negare una discontinuità vera con le passate amministrazioni, soprattutto nel tentativo, non sempre riuscito, di portare la città dentro un sistema di regole improntate all’interesse pubblico.
La seconda: l’unica cosa in cui i predecessori di Marino (persino Alemanno) sono forse stati più bravi, è la comunicazione, che è poi quella che fa una grande differenza nei sondaggi. E’ vero che la gente giudica in base alla realtà in cui inciampa ogni giorno – l’immondizia sotto casa, le code in macchina – che incide sulla qualità della sua vita. Ma diciamocela tutta: questa storia delle buche stradali, del decoro e del trasporto pubblico scadente, da sempre infarcisce le “cronache di Roma”, con accenti diversi secondo il posizionamento delle testate (e gli interessi dei loro editori). E se probabilmente c’è stato oggettivamente un progressivo peggioramento di interi settori di competenza del Comune (ma bisognerebbe conoscere i dati) abbiamo imparato da tempo che la percezione di un’esperienza può essere molto falsata (migliorata o peggiorata) dal modo in cui viene socialmente rappresentata (direbbe qualcuno “narrata”). E se da un lato apprezziamo che il Sindaco Marino – al contrario dei suoi predecessori – non sprechi carta e soldi dei contribuenti per tappezzare le strade con slogan ed eventi che lasciano il tempo che trovano, vorremmo che entrasse davvero in sintonia con la città , aprendo un confronto più ampio e sistematico (abbiano notato una sua tendenza all’ascolto dei casi individuali, piuttosto che delle problematiche generali), a partire dai mezzi che oggi fortunatamente sono a disposizione. Basta veramente poco per aprire canali di comunicazione ” a doppio senso”, per aumentare la trasparenza sull’operato dell’amministrazione e per offrire nuove forme di partecipazione ai cittadini. Sono questi i veri antidoti allo “scontento”: la conoscenza di quanto si sta facendo – le difficoltà, le prospettive i tempi, le scelte – il coinvolgimento dei territori e la responsabilizzazione delle persone. Preoccupandosi non solo della panchina e della pista ciclabile (per quanto importanti) ma impegnandosi per ricreare un senso di comunità nei quartieri. E non puntando sul facile populismo di operazioni come lo Stadio della Roma, ma costruendo un pezzo alla volta, con i fatti, un’immagine del lavoro dell’amministrazione basata sulla serietà e sulla prevalenza dell’interesse collettivo.
Quanto al sondaggio, commissionato e offerto in pasto alla stampa dal PD capitolino, di cui fanno parte molti consiglieri presenti anche durante la consigliatura Alemanno, viene da pensare che se si fossero dati tutti così da fare anche allora, forse noi cittadini ci saremmo risparmiati un bel po’ di quel tempo passato a presidiare il Campidoglio contro le delibere urbanistiche e altro.
laboratoriocarteinregola@gmail.com

 

 



Nessun commento:

Posta un commento