28 novembre 2014

IL RENZISMO E' UNA PATOLOGIA


Il renzismo è una patologia.
Buona giornata
GCM
 
 
Il renzismo è, politicamente parlando, una patologia: si chiama neoliberismo spinto camuffato da vaniloquio, promesse, demagogia. Significa basta con il welfare, i diritti, la democrazia, bisogna semplificare, verticalizzare, unificare, allineare, sottomettere. Renzi mette in scena un finto Paese dei Balocchi che nasconde e veicola un solo reale messaggio: la ricreazione è finita, d’ora in poi, tramite me, decide la Troika e la BCE. Renzi è Berlusconi DuePuntoZero: ti dà a conforto un buffetto e un ganassino, ti regala un lecca lecca e ti fa marameo, ti sorride garrulo e sereno. E poi lesto ti pugnala assassino. Prima ce ne liberiamo, e prima possiamo riprendere nelle mani il nostro destino. O vogliamo assistere muti e passivi a tutti gli indicatori economici e sociali che continuano inesorabili nel loro declino?
Alcuni amici mi accusano di essere sui temi di attualità politica esageratamente critico, implacabilmente schierato sul fronte anti renziano. Se il linguaggio di chi governa è perentorio, assertivo, semplificatorio, sbrigativo e spesso improntato all’arroganza, l’inquietudine del dubbio è il migliore risultato cui può ambire chi esercita per scelta una critica che si voglia intellettualmente onesta. Demistificare chi mistifica non è un gioco o un trastullo, è - in questo momento, con un linguaggio pubblico prevalente di una aggressiva leadership mediatica - il compito necessario, direi l’obbligo per un cittadino che si voglia accettabilmente democratico
Gian Carlo Marchesini

Questi sono i commenti pubblicati su fb



Daniele Ciolli E'proprio il Pd stesso ad essere neoliberista a go go

  • Aldo Luciani intanto, stamattina Radio Anch'io, condotta dal giornalista Zanchini che un liberista proprio non è, dava la notizia di un incremento dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. Dunque non tutti gli indicatori indicano il basso e non tutti i cambiamenti (in su e in giù) sono individuabili nel breve periodo; dunque ci vuole un pò di tempo e da quando Renzi è diventato Presidente del Consiglio non ne è passato granché, sicuramente è meno di quello che ebbe a sua disposizione il Ministro del Lavoro Ferrero nel 2006 - 2008, passato senza lasciare la benché minima traccia della sua presenza. Poi tu ripeti un mantra stucchevole da tempo immemorabile, in cui i personaggi sono come li vuoi tu, quello cattivo è cattivo cattivo, quello buono è buono buono. Ma che è un teatro dei burattini, come quello che una volta c'era al Pincio? La realtà è sempre più complessa di come la riusciamo a percepire tu ed io; Cè sicuramente bisogno di semplificare molto nel funzionamento del nostro Paese, in tutti i campi; i ritardi non sono di oggi, ma vengono da molto tempo prima. Oggi ci sono realtà lavorative che sfuggono alle categorie classiche, di cui bisogna tenere conto. Molti giovani non amano e non vogliono un posto nello stato o nelle amministrazioni pubbliche. Conosco un paio di giovanotti che hanno svolto il Servizio Civile, pagato con i soldi nostri, per svolgere le mansioni che dovevano svolgere i dipendenti del Ministero degli Interni, uno; dell'ARCI un altro. E mentre loro facevano fotocopie o consegnavano la corrispondenza al posto degli impiegati che, qualche volta, manco si presentavano in ufficio, noi pagavamo uno stipendio a entrambi; naturalmente per i volontari del servizio civile, lo stipendio era minimo anzi minimissimo. Ma la cosa più negativa è stata che questi ragazzi erano andati a fare volontariato animati di grande entusiasmo e si sono dovuti scontrare con il menefreghismo di chi deteneva il posto, ma non faceva alcun lavoro. A entrambi, dopo qualche giorno che insistevano a presentarsi al servizio alle ore 8.30, fu detto più o meno "a regà, viè più tardi, verso le 10 e mezza, perché se no trovi la porta della stanza chiusa e rimani sur corridoio e poi te vedono li dirigenti. Nun è che 'sta pratica la devi da fà subito, aspetta un pò de giorni." Io te l'ho scritta volutamente in dialetto, ma è andata proprio così. C'è ancora molto da cambiare e farlo è nell'interesse di tutti, soprattutto delle fasce più deboli della società





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