Pubblichiamo questo articolo di Gian Carlo Marchesini,estimatore da tempi non sospetti del Sindaco Marino.
Conosciamo Marchesini,collaboratore di Tre Righe, e ne apprezziamo l'onestà intellettuale e la correttezza.Il quadro del Sindaco che scaturisce da questo suo articolo è sinceramente privo di piaggiera genufflettente nè è stucchevolmente elogiativo.
E' semplicemente la descrizione ,come è percepita dal suo autore, di un uomo nella sua funzione di servitore dei suoi concittadini che non risponde alle logiche dei potentati ,delle lobby o ,se vi piace ,dei padrini che allignano un pò dovunque,via delle Sette Chiese compresa.
D.F
L’omino
in bicicletta
C’era una volta a Roma
un omino che girava tra la gente a piedi, e quando la fretta lo
spingeva in bicicletta, e quando proprio l’urgenza lo travolgeva in Panda
rossa. Niente a confronto della Polverini che in macchina di servizio e con la
scorta correva contro mano in centro per arrivare prima ad acquistare in un
negozio di Trastevere un paio di scarpe alla moda .
Ho conosciuto l’omino quando
da Senatore presiedeva una commissione parlamentare che indagava sullo scandalo
dei manicomi criminali ancora aperti per chiuderli. E poi in un incontro
pubblico con Ilaria Cucchi per denunciare la violenza e le percosse mortali
inferte al fratello Stefano dai servitori dello Stato. L’omino mi è tanto
piaciuto - osservandolo, ascoltandolo, leggendolo - che mi sono espresso e
impegnato a suo favore alle primarie e alle comunali, da lui vinte contro il
pronostico di tutti i politici sapientoni.
Chi del PD lo ha proposto
e ha contribuito ad eleggerlo Sindaco -
Bettini o chi per lui - aveva probabilmente in testa tutt’altro. Ma la
situazione allora era disperata, bisognava sconfiggere e cacciare il non più
sopportabile fascista Alemanno. Il problema e il punto è che l’omino, detto
anche il marziano, non si è affatto
dimostrato obbediente e sottomesso, anzi ha via via deciso di fare quello che
lui in campagna elettorale aveva promesso. Continuare coerentemente anche dopo
gli era sembrato normale e giusto. Il che a Roma è suonato del tutto
rivoluzionario, indecente e fuori posto.
Ora, quelli che, a
destra e a sinistra, prima del suo
arrivo, ritenevano che la cosa pubblica fosse cosa loro, in presenza della
inaspettata autonomia dell’omino Sindaco prima si erano sbalorditi, poi
indispettiti, e infine si sono coalizzati per farlo fuori. L’omino in
bicicletta e Panda rossa, forestiero e sprovveduto, non solo non si era
dimostrato docile e sottomesso alle regole del vecchio gioco, ma era anzi
diventato il loro nemico pubblico numero uno.
Ora probabilmente
succederà che, disarcionato dalla bicicletta l’omino, si tornerà alle elezioni
con gli alleati del patto della mangiatoia che metteranno in scena un finto
duello tra Meloni e Madia, due giovani bellezze, una rinascimentale e l’altra
proletaria, per fingere di essere tornati alla politica delle parti
contrapposte che giocano a darsi battaglia. E l’omino con la barba in bicicletta tornerà a fare il chirurgo
negli USA.
Si direbbe una favola,
ma favola non è perché è semplice realtà politica romana. Sempre che la grande
maggioranza del popolo romano che ha scelto l’omino non abbia capito il gioco,
e glielo impedisca.
Gian
Carlo Marchesini
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