10 maggio 2015

Racconti di Tre Righe:LA ROSA ROSSA di Giuseppalfonso MASCOLO


       
Z foto ragazza rosa rossa
 

 

Si erano conosciuti due mesi prima a Roma in una festa tra amici e Sara aveva capito immediatamente che Marco avrebbe perso la testa per lei.

“ Sono sensazioni che percepisci subito ”, aveva raccontato a Claudia, l’amica del cuore dai tempi del liceo, “che ti coinvolgono sempre di più, che ti confondono la razionalità con la passione, il giorno con la notte”.

Dopo i primi timidi sms clandestini, frutto di un tentativo di imitare percorsi adolescenziali, avevano deciso di prendere un aperitivo insieme nel quartiere Trieste, in un pomeriggio di pioggia torrenziale che aveva poco di romantico e non prometteva nulla di affascinante.

Il locale, arredato in puro stile newyorkese, aveva fatto subito apprezzare ad entrambi un magnifico vino rosso accompagnato a delle torte rustiche, che richiamavano gli indimenticabili sapori della fattoria di Nonna Papera.

Sara, 40 anni, due figli, ricercatrice a La Sapienza di Roma, lunghi capelli neri, occhi verdi, fisico morbido da abbracciare in un freddo pomeriggio di inverno, si era dibattuta a lungo tra la volontà di non incontrare più Marco, ed il desiderio inarrestabile di perdersi nei suoi occhi neri, divorata da un desiderio fisico di lui che l’aveva sconvolta fin dalla prima volta che l’aveva incontrato a quella festa.

Lui era molto tenero, nascosto da una lunga rosa rossa, caparbia testimonianza della straordinaria volontà di vincere la propria timidezza e di ringraziarla per quell’incontro.

Appena Sara si era seduta al piccolo tavolo colorato non le aveva più tolto gli occhi di dosso, incantato dalle piccole rughe che lei, in una smorfia di timidezza, aveva raccolto intorno agli occhi verdi, raggianti e sorridenti in quel magico momento d’amore.

“Ciao , sei bellissima”, le aveva sussurrato Marco “ti piace il vino rosso? Bevi, cosi ti riscaldi un po’....” “Certo” aveva risposto Sara vincendo tanti anni di umiliazioni e frustrazioni imposte da un marito violento ed autoritario. Lo aveva abbracciato stringendolo forte, accarezzandogli delicatamente le lunghe mani, segnate da vene nervose.

“Sei la mia donna”, aveva sussurrato Marco mentre tutto il locale sembrava ruotargli intorno in una giostra di suoni e colori “perché, perché non ti ho incontrato prima?”

Senza rispondere Sara aveva sfiorato le sue labbra con un bacio leggero e delicato mentre lui era come paralizzato dalla gioia, dimenticando i suoi 48 anni suonati, la dirigenza all’ENI, il figlio e quella moglie così convinta della fondamentale importanza nella vita della palestra e del parrucchiere.

Poi avevano cominciato a raccontarsi come teneri amanti quelle piccole storie segrete, rubate alla routine quotidiana, taciute ai propri compagni di vita per evitare inutili e noiosi rimproveri.

Erano stati vicini ancora pochi minuti senza parlare, rapiti da quella inaspettata complicità, che stampava nei loro occhi il primo capitolo di un amore.

Alle otto, Sara si era alzata dolcemente, assaporando ancora quei momenti di felicità, fermamente decisa a difendere quel suo grande segreto con Marco, un'altra volta, altre mille volte.

Lui l’aveva accompagnata alla porta del bar sfiorandole un braccio, quasi per ricordarle ancora che lei aveva trasformato la sua vita in un desiderio, quello di vivere insieme.

Un saluto impercettibile, poi Sara aveva attraversato la strada per raggiungere la macchina, girandosi ancora, e ancora una volta per salutarlo; ma quella moto, veloce, troppo veloce non aveva fatto in tempo a frenare per la pioggia. Sara, sorpresa, era volata in aria con la leggerezza di una farfalla, per poi ricadere scomposta sul selciato, con la sua rosa rossa tra le mani ed un sorriso tra le labbra.
 
Giuseppalfonso Mascolo

Nessun commento:

Posta un commento