9 maggio 2015

Recensione teatro:L'AGENZIA DELLA FELICITA' di Geppi DI STASIO


 
 
 
 
                                    La locandina della commedia " L'Agenzia della Felicità"
 
 
                      foto di Vanessa Zarastro.
 
 Rino Santoro,nelle vesti di un impresario di pompe funebri,fà gli scongiuri
 
 
 
Dal 30 aprile al 12 maggio è in scena a Roma “L’agenzia della felicità” una commedia scritta e diretta da Geppi Di Stasio. L’autore napoletano è anche uno degli interpreti e con Wanda Pirol, Rino Santoro - che insieme formano la compagnia stabile del Teatro delle Muse - Roberta Sanzò e Corrado Scalia costituiscono il cast di questa simpatica opera teatrale. “L’agenzia della felicità” è l’ultimo terzo della “trilogia della crisi economica” che segue le commedie “ Cravattari” e “Non ci fate ridere”. I temi contenuti nella pièce sono piuttosto seri e importanti ma sono tutti trattati con ironia e con uno stile, si direbbe oggi, think positive. Sullo sfondo della crisi economica, un’agenzia di pompe funebri, anch’essa in crisi per mancanza di lavoro nonostante la morte sia sempre attuale, si barcamena tra i debiti in banca e le tasse pregresse non pagate. Il desiderio di liberarsi dai bisogni economici a tutti i costi, porterà Fausto, Francesco e Regina a escogitare tutta una serie di escamotages - come ad esempio i funerali “alternativi” in costume - mediante una sequenza di gags divertenti che comprende quella tipica attenzione dell’autore ai “diversi” che siano omosessuali o transessuali (ricordate la moglie del chirurgo plastico in “Una vacanza ci farà bene”?) portata avanti fino al paradosso: si passa dalla negazione e presa in giro della altrui omosessualità alla possibilità di accettazione della propria stessa diversità.

Permettetemi un inciso autobiografico: quando ero bambina, passavo tutte le estati a Ischia, all’epoca una vera “isola verde” piena di pinete e poco costruita, quindi capisco il dialetto napoletano, mi diverte moltissimo e ascoltarlo mi riporta a quei tempi.  Trovo che lo humour partenopeo in generale sia unico, che la simpatia e la creatività – nel bene e nel male – siano delle prerogative napoletane di grande fascino.

Tornando alla commedia mi pare che un dato della comicità di Geppi Di Stasio, in linea con una certa tradizione della commedia napoletana, sia o il ritrovare battute note (rassicuranti?) o l’aspettarsi delle battute che puntualmente arrivano - dette in dialetto fanno ancora più ridere - con una comicità che porta al gioco di parole dove, ad esempio, il bancario Riccardo Primo diventa “Ricky One” (o’ ricchione in napoletano). Gli attori sono tutti molto bravi e contribuiscono notevolmente al divertimento e alla risata.

Ghisi Grütter

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