La locandina della commedia " L'Agenzia della Felicità"
Rino Santoro,nelle vesti di un impresario di pompe funebri,fà gli scongiuri
Dal
30 aprile al 12 maggio è in scena a Roma “L’agenzia della felicità” una
commedia scritta e diretta da Geppi Di Stasio. L’autore napoletano è anche uno
degli interpreti e con Wanda Pirol, Rino Santoro - che insieme formano la
compagnia stabile del Teatro delle Muse - Roberta Sanzò e Corrado Scalia costituiscono
il cast di questa simpatica opera teatrale. “L’agenzia della felicità” è
l’ultimo terzo della “trilogia della crisi economica” che segue le commedie “
Cravattari” e “Non ci fate ridere”. I temi contenuti nella pièce sono piuttosto seri e importanti ma sono tutti trattati con
ironia e con uno stile, si direbbe oggi, think positive. Sullo
sfondo della crisi economica, un’agenzia di pompe funebri, anch’essa in crisi
per mancanza di lavoro nonostante la morte sia sempre attuale, si barcamena tra
i debiti in banca e le tasse pregresse non pagate. Il desiderio di liberarsi
dai bisogni economici a tutti i costi, porterà Fausto, Francesco e Regina a escogitare
tutta una serie di escamotages - come
ad esempio i funerali “alternativi” in costume - mediante una sequenza di gags divertenti che comprende quella
tipica attenzione dell’autore ai “diversi” che siano omosessuali o transessuali
(ricordate la moglie del chirurgo plastico in “Una
vacanza ci farà bene”?) portata avanti fino al paradosso: si passa dalla
negazione e presa in giro della altrui omosessualità alla possibilità di
accettazione della propria stessa diversità.
Permettetemi
un inciso autobiografico: quando ero bambina, passavo tutte le estati a Ischia,
all’epoca una vera “isola verde” piena di pinete e poco costruita, quindi
capisco il dialetto napoletano, mi diverte moltissimo e ascoltarlo mi riporta a
quei tempi. Trovo che lo humour partenopeo in generale sia unico,
che la simpatia e la creatività – nel bene e nel male – siano delle prerogative
napoletane di grande fascino.
Tornando
alla commedia mi pare che un dato della comicità di Geppi Di Stasio, in linea
con una certa tradizione della commedia napoletana, sia o
il ritrovare battute note (rassicuranti?) o l’aspettarsi delle battute che
puntualmente arrivano - dette in dialetto fanno ancora più ridere - con una comicità
che porta al gioco di parole dove, ad esempio, il bancario Riccardo Primo diventa
“Ricky One” (o’ ricchione in
napoletano). Gli attori sono tutti molto bravi e
contribuiscono notevolmente al divertimento e alla risata.
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