(Francia, Danimarca, Germania 2014)
con Johannes Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Vincent Wettergren,
Clara Wettergren, Kristofer Hivju e Fanni Metelius
Pastelli
scandinavi
Nella località sciistica di
Les Arcs nelle Alpi francesi, una famiglia svedese apparentemente
perfetta composta da marito e moglie - Ebba e Tomas - giovani, sani e forti,
con i figli Vera e Harry biondi ed educati, vive delle vacanze di neve a dir
poco tormentate. Non è certo un caso che
il quarantenne regista svedese Ruben Östlund abbia iniziato la sua attività
come regista di video sciistici ancor prima di iscriversi alla scuola
cinematografica di Göteborg.
Con attenzione al dettaglio e con un design scandinavo minimalista, il
regista narra il dramma di Tomas, uomo abituato a essere il forte e coraggioso solving problems, che di fronte all’evento
inaspettato di una valanga scappa via pensando di mettersi in salvo dimenticandosi
completamente della moglie e dei figli. La sua crisi, e di conseguenza quella
della coppia, sarà proprio quella di non sentirsi all’altezza della situazione.
Nell’appartamento numero 413 del residence
alpino tutto in legno, la famigliola trascorre le vacanze invernali indossando
pigiami color pastello che passano dal celestino al verdino polveroso - colori
tipici degli arredi danesi o scandinavi – e si lavano i denti tutti insieme con
lo spazzolino elettrico nel bagno in grés
porcellanato grigio. Il regista scandisce la narrazione giorno per giorno sul filo di
un ritmo che ammalia e tiene gli
spettatori incollati alla sedia. Con immagini bellissime
sottolineate dalla musica degli archi di Vivaldi alternata a silenzi profondi, Östlund
riesce a trasmettere l’angoscia della paura, della crisi e della messa in
discussione delle proprie certezze. Come reagiscono gli esseri
umani in situazioni improvvise come una catastrofe? Chi è eroe e chi vigliacco?
Il film è in linea con un certo intimismo
bergmaniano, peccato che nel finale tutto si annacqua, la coppia si ricuce e la
famiglia è salva. Infatti, nell’ultima scena girata tra i tornanti di Passo
dello Stelvio, i turisti scesi dall'autobus si accorgono di
avere esagerato le loro sensazioni e, nel momento in cui le debolezze
diventano un po’ di tutti e nella fattispecie in entrambi i coniugi, la
vigliaccheria di Tomas è perdonata…anzi viene proprio giustificata.
In tutto il film c’è una suspence da tragedia che incombe, in particolare nella scena i due
amici vanno a sciare fuori pista nella neve fresca o anche in quella dove la
famigliola va da sola a sciare in una nebbia fittissima e a, turno, sembrano
perdersi. Ma la tragedia non arriva mai.
Ruben Östlund utilizza
spesso la camera fissa e offre allo spettatore sequenze di grande impatto visivo, come la scena toccante della valanga. Bella e suggestiva anche quella del
“branco” inneggiante alla virilità.
Vincitore
del Premio della Giuria nella sezione Un certain regard al 67mo Festival di Cannes del 2014 , “Forza Maggiore” è
stato selezionato per rappresentare la Svezia nella categoria “Miglior
film straniero” agli Oscar del 2015.
Ghisi Grütter
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