28 agosto 2016

C’ERANO UNA VOLTA DEI CASSONETTI


 

 




                                              I cassonetti "incriminati"



 

Ho già scritto, a suo tempo, su Tre righe a proposito dello scempio a San Pietro (30 maggio, e 20 luglio 2014) dovuto alla costruzione ex novo di un albergo “Residenza madri Pie” a discapito di un grande giardino (sono stati buttati giù 6 alberi) e a due passi dalla Cupola di San Pietro. Ma non è finita!

Le suore (pie madri…), avevano già predisposto un varco automobilistico su Via della Stazione di S. Pietro rompendo il muro di recinzione dell’ex giardino e mettendoci un cancellone elettronico. Peccato che ci fosse un piccolo dettaglio: il varco si affacciava proprio davanti ad una fila di cinque cassonetti ben contornata da striscia gialla.

A distanza di un anno dal collaudo dei lavori, la proprietà, probabilmente snervata dall’attesa dei permessi, ha atteso il ferragosto romano per spostare, notte tempo, i cassonetti dalla nuova uscita carrabile. Peccato che uno di essi lo abbiano posizionato sulle strisce pedonali  bloccando per di più l’accesso agli handicappati. Le suore sanno bene che ad essi pensa Iddio e sono anche disposte a pregare, ma non a rinunciare a uscire in macchina dal garage del loro albergo (faccio presente che esiste già un passo carrabile sulla strada adiacente).

Questa zona di vicinato dello Stato Vaticano è abitata, oltre che da invalidi, da molte persone anziane che vanno a fare la spesa appoggiate ai loro carrellini e, per fortuna, nascono anche dei bambini le cui mamme li vorrebbero portare a spasso in carrozzina. È che dire dei milioni di turisti l’anno che, tra residenze madri pie, case per ferie dei frati trinitari, B&B e case vacanze, girano con il trolley proprio su via della Stazione di San Pietro che collega, appunto, l’arrivo con il famoso Cupolone.

Oltre alla mancanza di pietas delle madri pie (scusate il bisticcio), ciò che mi ha colpito è stato il comportamento dell’AMA.

Quando ho notato il fattaccio al rientro dalle ferie, lì davanti c’erano due operatori (a lavorare?) cui faccio presente che il cassonetto non poteva stare lì sulle strisce pedonali (in effetti, andrebbero ridipinte perché si vedono poco…) e uno dei due mi risponde: « ma intanto anche se lo sposto ci si parcheggia una macchina»!!!! Capisco che non avrei cavato un ragno dal buco e passo alle vie legali.

Mando un esposto ai vigili e per conoscenza all’AMA di zona (proprio qui c’è il famoso presepe dei netturbini visitatissimo, una volta anche dai papi) cui porto di persona l’esposto con foto, anche se basterebbe affacciarsi alla finestra per vedere il cassonetto incriminato.

Negli uffici dell’AMA parlo con un "tipaccio" con aria da capetto che dice: «Non si preoccupi, ci penso io…» nota frase che mi mette subito in agitazione. Piccolo dettaglio è che il tipaccio fumava come un turco DENTRO agli uffici e che, una volta usciti, vedo che aveva parcheggiato proprio SULLE strisce!

Il giorno dopo, con una grande efficienza, trovo la seguente situazione: tre dei 5 cassonetti riposizionati davanti al nuovo (abusivo?) passo carrabile ma gli ultimi due no, quindi uno è ancora posizionato sulle strisce di fronte allo scivolo per gli handicappati.

Sembra proprio una barzelletta sui carabinieri!!

Allerto gli amici del “Laboratorio di quartiere”, per fortuna rientrati dalle vacanze e, finalmente dopo tre giorni, riusciamo ad ottenere che i famosi cassonetti ritornino a posto davanti alle madri pie senza ostacolare i pedoni!!!

Ma che fatica!

 

Ghisi Grütter

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