Ho già scritto, a suo tempo, su Tre righe a proposito dello scempio a
San Pietro (30 maggio, e 20 luglio 2014) dovuto alla costruzione ex novo di un albergo “Residenza madri
Pie” a discapito di un grande giardino (sono stati buttati giù 6 alberi) e a
due passi dalla Cupola di San Pietro. Ma non è finita!
Le suore (pie madri…), avevano già predisposto
un varco automobilistico su Via della Stazione di S. Pietro rompendo il muro di
recinzione dell’ex giardino e mettendoci un cancellone elettronico. Peccato che
ci fosse un piccolo dettaglio: il varco si affacciava proprio davanti ad una
fila di cinque cassonetti ben contornata da striscia gialla.
A distanza di un anno dal collaudo dei
lavori, la proprietà, probabilmente snervata dall’attesa dei permessi, ha
atteso il ferragosto romano per spostare, notte tempo, i cassonetti dalla nuova
uscita carrabile. Peccato che uno di essi lo abbiano posizionato sulle strisce
pedonali bloccando per di più l’accesso
agli handicappati. Le suore sanno bene che ad essi pensa Iddio e sono anche
disposte a pregare, ma non a rinunciare a uscire in macchina dal garage del loro albergo (faccio presente
che esiste già un passo carrabile sulla strada adiacente).
Questa zona di vicinato dello Stato
Vaticano è abitata, oltre che da invalidi, da molte persone anziane che vanno a
fare la spesa appoggiate ai loro carrellini e, per fortuna, nascono anche dei
bambini le cui mamme li vorrebbero portare a spasso in carrozzina. È che dire
dei milioni di turisti l’anno che, tra residenze madri pie, case per ferie dei frati
trinitari, B&B e case vacanze, girano con il trolley proprio su via della Stazione di San Pietro che collega,
appunto, l’arrivo con il famoso Cupolone.
Oltre alla mancanza di pietas delle madri pie (scusate il
bisticcio), ciò che mi ha colpito è stato il comportamento dell’AMA.
Quando ho notato il fattaccio al rientro
dalle ferie, lì davanti c’erano due operatori (a lavorare?) cui faccio presente
che il cassonetto non poteva stare lì sulle strisce pedonali (in effetti,
andrebbero ridipinte perché si vedono poco…) e uno dei due mi risponde: « ma
intanto anche se lo sposto ci si parcheggia una macchina»!!!! Capisco che non
avrei cavato un ragno dal buco e passo alle vie legali.
Mando un esposto ai vigili e per
conoscenza all’AMA di zona (proprio qui c’è il famoso presepe dei netturbini
visitatissimo, una volta anche dai papi) cui porto di persona l’esposto con foto,
anche se basterebbe affacciarsi alla finestra per vedere il cassonetto
incriminato.
Negli uffici dell’AMA parlo con un
"tipaccio" con aria da capetto che dice: «Non si preoccupi, ci penso io…» nota
frase che mi mette subito in agitazione. Piccolo dettaglio è che il tipaccio
fumava come un turco DENTRO agli uffici e che, una volta usciti, vedo che aveva
parcheggiato proprio SULLE strisce!
Il giorno dopo, con una grande
efficienza, trovo la seguente situazione: tre dei 5 cassonetti riposizionati
davanti al nuovo (abusivo?) passo carrabile ma gli ultimi due no, quindi uno è
ancora posizionato sulle strisce di fronte allo scivolo per gli handicappati.
Sembra proprio una barzelletta sui
carabinieri!!
Allerto gli amici del “Laboratorio di
quartiere”, per fortuna rientrati dalle vacanze e, finalmente dopo tre giorni,
riusciamo ad ottenere che i famosi cassonetti ritornino a posto davanti alle
madri pie senza ostacolare i pedoni!!!
Ma che fatica!
Ghisi Grütter
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