19 agosto 2016

Morti nelle mani dello Stato: dati e infografiche

da change.org
 
Archiviazioni, assoluzioni, a volte condanne. Odissee giudiziarie e, troppe volte, l'oblio. Tra il 2000 e il 2016, oltre 2.500 persone sono morte nelle patrie galere
Numeri che nascondono storie di persone e anche casi in cui ancora si cerca la causa della morte
Che sia in carcere o in custodia cautelare, in attesa di processo o nello scontare una condanna definitiva, nel corso di una perquisizione o di un arresto, lo Stato è obbligato ad assicurare i diritti umani alle persone che si trovano sotto alla propria custodia.
"Stefano Cucchi non doveva morire", ha detto il Governo. E non dovevano morire neppure Raffaele, Marcello, Vincenzo, Katiuscia, Federico, Habteab, Aldo, Manuel, Giuseppe. Non doveva morire Riccardo Magherini, 40 anni, deceduto nella notte tra il 2 e 3 marzo 2014 durante un arresto a Firenze. 
Con questo articolo e queste infografiche abbiamo voluto provare a raccontare quello che sta succedendo.



di Angela Gennaro
Archiviazioni, assoluzioni, a volte condanne. Odissee giudiziarie e, troppe volte, l'oblio. Secondo il dossier "Morire di carcere" di Ristretti Orizzonti, tra il 2000 e il 2016 (dato aggiornato al 2 agosto scorso), 2.547 persone sono morte nelle patrie galere. 910 si sono suicidate.

Numeri che nascondono storie di persone. 

Storie di persone dalle provenienze più disparate. E anche alcuni casi in cui ancora si cerca la causa della morte, avvenuta in circostanze tutte da chiarire. Che sia in carcere o in custodia cautelare, in attesa di processo o nello scontare una condanna definitiva, nel corso di una perquisizione o di un arresto, lo Stato è obbligato ad assicurare i diritti umani alle persone che si trovano sotto alla propria custodia.

"Stefano Cucchi non doveva morire". 

"Uno Stato democratico assicura alla giustizia e può privare della libertà chi delinque", diceva l'allora ministro della Giustizia Angelino Alfano il 3 novembre 2009 al Senato, nel corso dell'informativa del Governo sul caso, già tristemente noto, di Stefano Cucchi. "Ma non può privare nessuno della propria dignità, della propria salute e della vita". Il geometra romano di 31 anni deceduto all'alba del 22 ottobre di quell'anno presso la struttura penitenziaria dell'ospedale Sandro Pertini "non doveva morire", dice Alfano.
E non dovevano morire neppure Raffaele, Marcello, Vincenzo, Katiuscia, Federico, Habteab, Aldo, Manuel, Giuseppe. Non doveva morire Riccardo Magherini, il quarantenne fiorentino deceduto nella notte tra il 2 e 3 marzo 2014 durante un arresto in una strada del centro di Firenze. Uno dei casi più recenti: per la sua morte il Tribunale di Firenze ha condannato a luglio scorso tre carabinieri imputati per omicidio colposo.
Non doveva succedere per tutte quelle persone di cui le cronache non parlano, ma che hanno una cosa in comune: essere morte mentre erano nelle mani dello Stato.




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