Paola Muraro
Condividiamo le lucide e documentate riflessioni di Anna Maria Bianchi , che riportiamo in seguito, sulla campagna stampa orchestrata da alcuni giornali nei confronti di Paola Muraro, neo assessora all'ambiente nella giunta Raggi.
Condividiamo le lucide e documentate riflessioni di Anna Maria Bianchi , che riportiamo in seguito, sulla campagna stampa orchestrata da alcuni giornali nei confronti di Paola Muraro, neo assessora all'ambiente nella giunta Raggi.
La campagna denigratoria nei confronti dell'assessora si basa su un ben oliato sistema di cui, come i nostri lettori ricorderanno, fu vittima anche l'ex Sindaco Marino a proposito della Panda rossa, delle multe e degli scontrini. Basta un titolone sparato a caratteri cubitali per attrarre l'attenzione del lettore, che nove volte su dieci si ferma a leggere solo quello trascurando il contenuto dell'articolo che immancabilmente smentisce il titolo di apertura. Se poi il titolo, oppure il suo senso, viene ripreso da un altro giornale o ripetuto anche nei giorni successivi il gioco è fatto: la persona oggetto di tante "amorevoli" attenzioni è rovinata mediaticamente.
Una volta anche chi scrive fu "calunniato" da un titolo assolutamente fuorviante e che mi metteva in cattiva luce rispetto all'incarico politico allora ricoperto. Alle rimostranze presso l'autore dell'articolo, mi fu risposto che il titolo non lo decideva lui ma il caporedattore. Probabilmente aveva anche ragione. Intanto il titolo resta. Il lettore si fa un'idea sbagliata che 99 volte su 100 rimane. Hai voglia a smentire e a portare le prove, o , al limite, querelare il giornalista, come ha fatto recentemente il vice sindaco Frongia
Per onor di patria dobbiamo anche dire che il Metodo Marino viene disinvoltamente utilizzato da quasi tutti i partiti politici attraverso giornali, reti televisive e siti web compiacenti. E' una pessima abitudine che non porta da nessuna parte e a cui si dovrebbe rinunciare perché la verità e la buona informazione trionfi. Ma ci rendiamo conto che chiediamo troppo.
Ormai siamo "amaramente" adulti.
Ormai siamo "amaramente" adulti.
Domenico Fischetto
Il crescendo mediatico che si abbatte quotidianamente da settimane sulla neoassessora della Giunta Raggi Paola Muraro ha ben poco a che fare con il suo operato e i suoi programmi da assessore, ma si concentra compulsivamente sulla sua persona, rivoltando meticolosamente la sua carriera e la sua attività precedente, estraendone elementi che, rimbalzando su titoli alquanto furbetti, hanno finito col circondarla di un’aura di sospetto, anche se non è ben chiaro di cosa. Come già per le multe del Sindaco Marino, questa iperbolica attenzione per aspetti che finora appaiono assolutamente irrilevanti, paragonata allo scarso e scostante interesse degli stessi media per vicende e settori chiave della vita della Capitale – compreso quello dei rifiuti – prima della vittoria del Movimento Cinque Stelle, dovrebbe far nascere nei lettori/spettatori più consapevoli una domanda: dove si vuole andare a parare? E davvero quel Partito Democratico (per non parlare del centrodestra) che ancora non ha fatto i conti con Mafia capitale e con le pagine e pagine di intercettazioni imbarazzanti – seppure in molti casi penalmente irrilevanti – può permettersi di chiedere dimissioni per quello che è emerso finora?
Una riflessione sulla vicenda di Anna Maria Bianchi ( a parte affronteremo la questione dell’emergenza rifiuti e le sue soluzioni dal punto di vista delle associazioni che da sempre si battono per i “rifiuti zero”).
Da giorni la stampa si accanisce su tre telefonate avvenute nel 2013 tra la Muraro e Buzzi intercettate durante l’indagine “Mondo di mezzo”. Nonostante il comunicato della Procura, che ha dichiarato ufficialmente che l’Assessora non è indagata per Mafia capitale, il battage continua e cresce, con un’enfasi e un livore davvero eccessivi per appartenere alla normale conflittualità politica o al gossip giornalistico. E a questo punto diventa urgente provare ad analizzare con imparzialità quanto sta avvenendo.
L’altro giorno Giulia Tempesta, ex consigliera capitolina PD, prima non eletta della lista in questa tornata, è intervenuta sull’intercettazione Buzzi/Muraro (1), ed è significativo, perchè anche lei era stata a intercettata (ma non indagata) in conversazione con Buzzi, nel 2014, come molti altri politici di varie appartenenze (2).
QUELLO CHE NESSUNO DICE è che prima delle indagini di Mafia Capitale, che hanno mostrato al mondo il lato oscuro di Buzzi e delle sue cooperative, la maggior parte del mondo considerava Buzzi un benemerito che aveva saputo superare i suoi trascorsi e mettere in piedi un’attività – ricordiamolo, tra i fondatori della 29 giugno c’erano Monsignor Lugi Di Liegro e Laura Lombardo Radice, moglie di Pietro Ingrao – che riportava nel mondo del lavoro onesto gli ex carcerati, per di più con un tasso di recidività tra i più bassi in assoluto. Non è quindi sulla base di una conversazione “in sè” con Buzzi che si possono dare giudizi (e hanno sbagliato i Cinquestelle se l’hanno fatto in passato a carico di esponenti PD e di altri), ma solo valutando attentamente i contenuti di tali intercettazioni, caso per caso, parola per parola. Sapendo innanzitutto distinguere eventuali comportamenti illeciti (come ad esempio la fornitura di informazioni riservate per procurare ingiusti vantaggi) da conversazioni che oggi possono apparire inquietanti solo in base al “senno di poi”, nel senso che se l’interlocutore non fosse stato poi arrestato per mafia non avrebbero destato nessun sospetto nè mostrato alcuna anomalia. Naturalmente riservandosi di dare un giudizio politico o etico rispetto a quelle conversazioni che, pur non evidenziando illeciti, rivelano aspetti imbarazzanti e/o politicamente inopportuni.
Ma la parossistica campagna stampa che si va conducendo contro l’assessore Muraro da vari giorni a questa parte per quelle intercettazioni mi sembra basata sul nulla.
QUELLO CHE NESSUNO DICE è che prima delle indagini di Mafia Capitale, che hanno mostrato al mondo il lato oscuro di Buzzi e delle sue cooperative, la maggior parte del mondo considerava Buzzi un benemerito che aveva saputo superare i suoi trascorsi e mettere in piedi un’attività – ricordiamolo, tra i fondatori della 29 giugno c’erano Monsignor Lugi Di Liegro e Laura Lombardo Radice, moglie di Pietro Ingrao – che riportava nel mondo del lavoro onesto gli ex carcerati, per di più con un tasso di recidività tra i più bassi in assoluto. Non è quindi sulla base di una conversazione “in sè” con Buzzi che si possono dare giudizi (e hanno sbagliato i Cinquestelle se l’hanno fatto in passato a carico di esponenti PD e di altri), ma solo valutando attentamente i contenuti di tali intercettazioni, caso per caso, parola per parola. Sapendo innanzitutto distinguere eventuali comportamenti illeciti (come ad esempio la fornitura di informazioni riservate per procurare ingiusti vantaggi) da conversazioni che oggi possono apparire inquietanti solo in base al “senno di poi”, nel senso che se l’interlocutore non fosse stato poi arrestato per mafia non avrebbero destato nessun sospetto nè mostrato alcuna anomalia. Naturalmente riservandosi di dare un giudizio politico o etico rispetto a quelle conversazioni che, pur non evidenziando illeciti, rivelano aspetti imbarazzanti e/o politicamente inopportuni.
Ma la parossistica campagna stampa che si va conducendo contro l’assessore Muraro da vari giorni a questa parte per quelle intercettazioni mi sembra basata sul nulla.
Premetto che come Carteinregola abbiamo raccolto, e quindi pubblicato sul nostro sito, le perplessità di alcune associazioni e comitati sulla nomina dell’assessore Muraro, soprattutto a causa della sua storia, dal suo ruolo di Presidente di Atia-Iswa, un’associazione che riunisce “liberi professionisti, imprese, Istituti di Ricerca, e associazioni di categoria nazionale” e quindi anche imprenditori privati (3), alle idee professate in occasioni passate che a detta di molti sono contrarie alle linee sempre propagandate dai Cinquestelle (4).
Per il momento non so se la Muraro è e sarà un buon assessore, non so se condividerò i suoi programmi per i rifiuti e anche quelli per il verde e l’ambiente: come sempre, insieme ai membri di Cateinregola, valuteremo man mano, riservandoci di criticare e anche attaccare le scelte che non condivideremo. E, a maggior ragione, se dovessero emergere a suo carico fatti di rilevanza giudiziaria (5) trarremo le nostre conclusioni e inviteremo la Sindaca Raggi a dare il benservito alla sua assessora. Ma fino ad oggi non vedo (o leggo) alcun fatto accertato, se non titoli e articoli che danno per certi conflitti d’interesse inesistenti (il punto è stato approfondito da un circostanziato editoriale di Marco Travaglio su Il Fatto) (6) o che addirittura suggeriscono subliminalmente coinvolgimenti in affari loschi. Si veda il titolo di Repubblica del 5 agosto, “La telefonata di Buzzi alla Muraro: “Il bando? Apriamo le buste domani” (7) che a più di un lettore distratto potrebbe suggerire che la neo assessora passasse informazioni sui bandi a un uomo poi arrestato per Mafia Capitale proprio con l’accusa di aggiudicarsi appalti pubblici con metodi illeciti. Poi si legge l’articolo e si scopre che la Muraro non ha detto niente di male, nessuna informazione riservata, nessun “aiutino”: l’addebito le viene mosso perchè la conversazione intercettata avrebbe rivelato che il suo ruolo in AMA era più esteso di quello che vorrebbe far credere. Intanto il nome Muraro che parla di bandi con Buzzi è stato spalmato nella pagina. Così anche molti titoli dei giorni seguenti, che dissertano sul fatto che il numero di Buzzi le sarebbe stato passato da un imputato di Mafia Capitale – l’ex dg AMA Fiscon – per poi virare, dopo che la Procura ha fatto il comunicato per dire che la Muraro con Mafia Capitale non c’entra, sul fronte indagini-su-Cerroni: “Rifiuti, i sospetti del PM: Muraro aiutò Cerroni” (La Repubblica, 7 agosto 2016). E poi c’è un filone secondario, quello della base “grillina” che chiederebbe a gran voce la testa dell’assessore e dei vertici M5S che le starebbero voltando le spalle. Titola il Messaggero il 4 agosto l’articolo con un’intervista a Stefano Vignaroli, il parlamentare M5S esperto di ambiente che fa parte del cosiddetto “direttorio” : “Virginia [Raggi] scelse Paola [Muraro] all’Ambiente. Non metterei la mano sul fuoco per lei“. Poi leggi il testo sottostante e scopri che Vignaroli si limita a riferire che – come è nelle cose – è il Sindaco che sceglie gli assessori e che anche la risposta sul mettere la mano sul fuoco è quella che darebbe chiunque a una domanda così perentoria. Due affermazioni banali che appaiono invece come una presa di distanza di Vignaroli dalla Muraro, di cui nell’intervista non c’è traccia.
IO QUESTO FILM L’HO GIA’ VISTO, si chiama “Le multe di Ignazio Marino” e tutte le campagne insulse che gli hanno montato contro, fino a quella degli scontrini, che forse insulsa non è, ma vedremo come andrà a finire. E non dimentico che molte testate, quando in Aula Giulio Cesare si votavano le delibere di Alemanno – alcune finite nelle indagini di Mafia Capitale – e noi di Carteinregola facevamo un presidio con altri comitati (e – per conto loro – con alcuni attivisti del M5S che poi sarebbero diventati consiglieri comunali) pubblicando schede e resoconti quotidiani sul nostro sito, scrivevano, nel migliore dei casi, qualche riga nella cronaca di Roma (8), per poi dedicare pagine e pagine locali e nazionali su 8 multe non pagate da Ignazio Marino (tra l’altro non dovute). Per questo, in casi come questi, di quello che scrivono certi giornali non mi fido più. E non mi fido più neanche di chi pensa che strillando contro la nuova maggioranza M5S i cittadini dimentichino decenni di malgoverno, clientele, appalti farlocchi e tutto quello che sta venendo fuori ogni giorno da Procura, Corte dei Conti, ANAC e chi più ne ha più ne metta. O vogliamo dire che il dissesto finanziario della Capitale, i disastri ATAC e AMA, la voragine infinita Metro C (e l’elenco sarebbe lungo) sono #tuttacolpadellaraggi?
IO QUESTO FILM L’HO GIA’ VISTO, si chiama “Le multe di Ignazio Marino” e tutte le campagne insulse che gli hanno montato contro, fino a quella degli scontrini, che forse insulsa non è, ma vedremo come andrà a finire. E non dimentico che molte testate, quando in Aula Giulio Cesare si votavano le delibere di Alemanno – alcune finite nelle indagini di Mafia Capitale – e noi di Carteinregola facevamo un presidio con altri comitati (e – per conto loro – con alcuni attivisti del M5S che poi sarebbero diventati consiglieri comunali) pubblicando schede e resoconti quotidiani sul nostro sito, scrivevano, nel migliore dei casi, qualche riga nella cronaca di Roma (8), per poi dedicare pagine e pagine locali e nazionali su 8 multe non pagate da Ignazio Marino (tra l’altro non dovute). Per questo, in casi come questi, di quello che scrivono certi giornali non mi fido più. E non mi fido più neanche di chi pensa che strillando contro la nuova maggioranza M5S i cittadini dimentichino decenni di malgoverno, clientele, appalti farlocchi e tutto quello che sta venendo fuori ogni giorno da Procura, Corte dei Conti, ANAC e chi più ne ha più ne metta. O vogliamo dire che il dissesto finanziario della Capitale, i disastri ATAC e AMA, la voragine infinita Metro C (e l’elenco sarebbe lungo) sono #tuttacolpadellaraggi?
Anna Maria Bianchi Missaglia
Post scriptum: rispetto alle politiche per l’emergenza rifiuti, segnaliamo la notizia, forse più interessante del caso Muraro, (data da La Stampa oggi 7 agosto (9) delle possibili convergenze tra AMA e ACEA, la partecipata del Comune di Roma di Acqua e energia, che potrebbe entrare (da tempo se ne parla) nella partita dei rifiuti. E anche la notizia, sfuggita ai più, dei cambiamenti avvenuti tra i soci della stessa ACEA, dove i ” francesi di Suez, sono diventati il primo azionista privato, scavalcando il gruppo Caltagirone. Il gruppo transalpino aumenterà la quota già detenuta in Acea, portandola dall’attuale 12,5% al 23,3%, acquisendo il 10,8% proprio dall’azienda degli imprenditori romani. Dal canto suo il gruppo Caltagirone sbarcherà in Francia e diventerà il terzo azionista di Suez, secondo gruppo mondiale dell’acqua e dei rifiuti, con una quota di circa il 3,5%, alle spalle di Engie, che detiene il 33,6% del capitale e di Caixa group, che possiede il 5,7%”(10).
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(1) Agenparl 5 agosto 2016 Mafia Capitale, Tempesta (Pd): parlamentari M5S torneranno in aula Giulio Cesare a leggere intercettazioni Muraro?
(2) Corriere della sera 6 giugno 2015 Mafia Capitale, la solitudine di Marino dentro l’aula Giulio Cesare Dalle carte emerge una rete di relazioni pericolose di Salvatore Buzzi con consiglieri e quadri dell’amministrazione (http://roma.corriere.it/…/ma-solitudine-sindaco-dentro-l-au…)
(3) si veda Lettera43 04 Agosto 2016 Rifiuti a Roma: Muraro, l’Atia-Iswa e l’ombra di Cerroni Donna di potere, consulente Ama e presidente di Atia-Iswa. Una lobby dei rifiuti? Il sospetto c’è. Senza contare la presenza ingombrante dell’imprenditore.di Francesca Buonfiglioli
(4) Si veda il nostro post del 18 giugno scorso Un assessore Cinquestelle favorevole agli inceneritori?
(5) le dimissioni in caso di coinvolgimento in indagini giudiziarie sono un tema decisamente complesso che richiederebbe regole certe stilate da ogni partito, che prevedano varie possibilità: infatti, come scrive Marco Travaglio su Il fatto del 7 agosto, se la semplice condizione di indagato costringesse alle dimissioni sindaci e assessori, basterebbero le denunce degli avversari politici per mettere fuori gioco chiunque
(8) Una delle rare eccezioni è stata l’inchiesta di Corrado Zunino per Repubblica sulla Delibera 129/2010, quella dello scambio dei mercati rionali, poi ritirata grazie alla nostra battaglia
(9) La stampa 7 agosto Il M5S apre ad Acea il business rifiuti di Roma Perde la linea Raggi, vince quella Minenna-Di Maio. Il superassessore al bilancio tratta con l’uomo di Caltagirone. Così l’azienda di servizi diventa strategica http://www.lastampa.it/2016/08/07/italia/politica/il-ms-spalanca-ad-acea-il-business-rifiuti-di-roma-FitnzvLEiPRidG0LDvY2nN/pagina.html
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