20 agosto 2016

LA MANOVRA CHE VERRA':UN CONTRIBUTO

 
 
 
Mentre il debito tocca nuovi record, le prospettive di crescita sono sempre piu asfittiche e il rispetto dei parametri deficit/PIL si presenta assai improbabile, il Governo torna a (s)ragionare su misure di prelievo patrimoniale. Ossia, visto che il reddito di famiglie e imprese non cresce a causa della crisi, perché non cercare i soldi dove sicuramente ci sono, ossia nel patrimonio dei cittadini? Alla faccia della Costituzione che tutela il risparmio e del fatto che, bene o ...male, questo è stato già, abbondantemente, tartassato quando é stato prodotto. L'idea di mettere le mani nelle tasche degli italiani, che piace molto a sinistra e sindacati, potrebbe realizzarsi con la revisione della tassazione patrimoniale, abbassando la soglia di esenzione da 1 milione a 200.000 euro e innalzando il prelievo sull'eccedenza, dal 4 ai 10 e più punti percentuali. Il che dovrebbe far rientrare nella "batosta" la maggior parte delle disponibilita' delle famiglie, investite in varie forme di risparmio e case di abitazione. Ovviamente i grandi capitali sarebbero difficilmente aggredibili perché scudati da fondi patrimoniali, estero vestizioni e altre complesse strutture elusive. Salvi quindi l'editore con residenza fiscale in Svizzera e i "turisti di qualita'" di Capalbio. Colpita e affondata, invece, la già sofferente classe media che, a fatica, continua a sostenere i magri consumi e investimenti in beni durevoli nel Paese. Mentre Renzi affina il gioco delle tre carte, spostando canone Rai sulle bollette o introducendo volatili elargizioni elettorali, subito riassorbite da aumenti delle imposizioni locali, il Paese attende ancora la promessa riduzione del perimetro dello Stato e il contenimento dei costi della burocrazia. Vi ricordate la fanfara delle cessioni delle auto blu? Bene, non solo questa si è persa nelle nebbie di Palazzo Chigi ma, secondo dati recenti, il parco degli automezzi a disposizione dei mandarini del settore pubblico é addirittura aumentato. Stessa cosa dicasi per l'accorpamento delle partecipate o per gli attivi societari da "valorizzare", ancora tutti li a garantire generose sistemazioni dei fedelissimi da premiare. Le poche risorse recuperate attraverso i tagli già operati su servizi e previdenza - che hanno, vigliaccamente, colpito le fasce a minor attrito sociale - sono sfumate per i salvataggi di quelle banche depredate per decenni dalle sciagurate amministrazioni di sinistra che le avevano occupate. All'orizzonte niente di buono anche per la fallimentare e sempre più onerosa politica su migrazioni e accoglienza. Servono altri motivi per votare NO al referendum?
 
RIF Raf

Nessun commento:

Posta un commento