Ieri La Repubblica, quotidiano
molto vicino al Governo, ha annunciato in prima pagina che militari italiani sono
impegnati in Libia ed in particolare a Sirte. Singolare poi come viene motivata
la presenza dei nostri militari: quasi un’azione umanitaria resa necessaria
dalle tantissime mine che sono state cosparse in ogni dove. A sottolineare poi l'importanza di
questa operazione sono gli stessi militari libici che ringraziano i nostri
soldati per l’importante aiuto.
Siamo alle solite. Ma con chi
credono di avere a che fare quelli di Repubblica e i loro mandanti? Con una
massa di idioti che si bevono tutto e anzi ne sono contenti? Ma veramente ci
vogliamo credere?
Tre Righe a margine di un
convegno sulla Libia organizzato dallo IAI, aveva denunciato, con un suo articolo del 16 giugno 2016, che l’Italia probabilmente stava intervenendo con truppe proprie in Libia .Lo avevamo desunto dal modo stizzito
con cui il Ministro degli Affari Esteri, Gentiloni, aveva risposto ad una domanda dal pubblico che
gli chiedeva conto se ci fossero o meno truppe italiane o inglesi coinvolte nell’assedio
di Sirte. Il Ministro Gentiloni aveva risposto “Mi avvalgo della facoltà di non
rispondere” con questo ammettendo indirettamente che c’erano delle truppe
regolari di qualche paese europeo coinvolte in qualche modo .Diversamente avrebbe risposto tranquillamente
di no e saremmo ritornati a casa tranquilli. Allora questa risposta del
Ministro fu ripresa dal nostro giornale, sia nell’edizione web che cartacea,
letto però da una fascia molto ristretta di lettori . Ma quel pomeriggio erano presenti diversi
giornalisti di testate di “peso”. Comunque dai loro articoli del giorno dopo nulla
traspariva. Altro elemento di valutazione emerso in quella sede, che può aiutare a capire: come è noto in Libia forti sono gli interessi dell’ENI. Per
difendere i pozzi e a dare una mano per liberare Sirte l’ENI utilizza
propri mercenari o chiamateli come meglio vi pare . Questa circostanza fu
ammessa più volte dal Ministro . Poi se le "truppe" dell’ENI
e quelle regolari dell’esercito italiano siano la stessa cosa ce lo dovrebbe dire qualcuno del Governo, sicuramente meglio informato di noi. Ci auguriamo che l’opposizione
non si faccia sfuggire anche questa volta l’occasione per chiedere chiarimenti
ufficiali al Governo e non piangere sul latte versato qualora qualcuno di questi militari venga coinvolto in un qualche " incidente grave".
L’altro dato che emerge sempre dallo stesso articolo
di ieri , è
l’utilizzo e la diffusione delle mine da parte dell’IS. Domandina facile
facile :sono di produzione propria queste
mine o c’è qualcuno che gliele fornisce? Possibile mai che non si effettui un
controllo sulle fabbriche che producono questi ordigni e stiamo sempre qui a
lamentarci dei danni da loro provocati? Sono o non sono anche italiane le fabbriche
che producono questi ordigni? C’è qualcuno, non dico Renzi o la Pinotti, ma
qualche segugio di Alfano che li tiene sotto controllo ed evita che la loro
produzione vada a finire nelle mani del sedicente stato islamico ? Oppure stiamo assistendo alla solita commedia, in cui la destra non sa quello che fa la sinistra?
Toc, toc c’è qualcuno a Montecitorio che si sveglia oppure continua a prendersi la tintarella a mare?
Toc, toc c’è qualcuno a Montecitorio che si sveglia oppure continua a prendersi la tintarella a mare?
Domenico Fischetto
approfondimento ricevuta da Rif Raf
Rif Raf Il grande fornitore ( delle mine) globale è la Cina. L'Italia è tra i pochi paesi firmatari del trattato contro le bombe clusters e tra i sottoscrittori dell'accordo di Ottawa. Il nostro paese dopo la firma del Trattato nel 1997 ha vietato la fabbricazione di mine e distrutto milioni di queste armi stoccate o con lo sminamento attraverso il Fondo per lo sminamento umanitario. A Brescia (la mia città) la Valsella si è riconvertita da vari lustri al settore civile. Una volta tanto siamo all'avanguardia di fronte all'umanità ....
approfondimento ricevuta da Rif Raf
Rif Raf Il grande fornitore ( delle mine) globale è la Cina. L'Italia è tra i pochi paesi firmatari del trattato contro le bombe clusters e tra i sottoscrittori dell'accordo di Ottawa. Il nostro paese dopo la firma del Trattato nel 1997 ha vietato la fabbricazione di mine e distrutto milioni di queste armi stoccate o con lo sminamento attraverso il Fondo per lo sminamento umanitario. A Brescia (la mia città) la Valsella si è riconvertita da vari lustri al settore civile. Una volta tanto siamo all'avanguardia di fronte all'umanità ....
Nessun commento:
Posta un commento