Con Isabelle Hupert, Valeria
Bruni Tedeschi, Gustave Kervern, Tassadit Mand, Michael Pitt ,Jules Benchetrit
del 2015. Musiche di Raphaël.
Banlieu e tenerezza
L’habitat del film - Hasphalte in originale - è la periferia industriale della città di
Colmar, una cittadina alsaziana al confine con la Germania, in un edificio
residenziale intensivo mal tenuto e mal ridotto.
In
linea con una certa commedia corale francese il film “spia” le vite di cinque
appartamenti rappresentando altrettante solitudini..
Sternkovitz è l’inquilino
ebreo del primo piano che non ha voluto contribuire alle spese dell’ascensore;
si ritrova su una sedie a rotelle ma con il divieto di usarlo, quindi calcolati
meticolosamente i periodi di utilizzo dell’ascensore, decide di usarlo di
nascosto di notte. In cerca di cibo si ritrova a comprarlo alle macchinette nei
meandri di un ospedale dove incontra un’infermiera di notte un po’ depressa.
Jeanne
Meyer è una nuova arrivata, ex-attrice un po’ agéè che vive con gli scatoloni ancora pieni perché “in attesa”,
non si sa bene di che. Charly è il giovane e non loquace vicino di pianerottolo
che si incuriosisce della nuova arrivata un po’ maldestra, e finirà per
prendersi cura di lei. La aiuterà perfino a ricominciare a recitare
riprendendola con una telecamera amatoriale e suggerendole modalità di
recitazione, quasi fosse un esperto regista.
All’ultimo
piano vive Hamida una donna marocchina il cui figlio Mahjid è finito
un’ennesima volta in galera. Bisognosa di compagnia e di dare affetto
“adotterà” per un paio di giorni John Mc Kenzie, un astronauta americano che,
di rientro dallo spazio, ha sbagliato manovra ed è atterrato sul tetto del
condominio. Capendosi con pochissime parole la signora prepara piatti arabi con
cura e con amore e rimpinza il giovane americano come avrebbe voluto fare con
suo figlio svogliato ed emaciato.
Tutti
hanno televisioni e guardano programmi vari – da soap operas ai film diretti e interpretati da Clint Eastwood - sognando
vite altre e realtà diverse e lontane dal proprio squallore. Molto appropriata
è la battuta dell’ufficiale NASA alla descrizione di cosa vede l’astronauta
dalla finestra: «sembrerebbe
Pittsburgh», la famosa Smoky ol’ town di Pete Seeger.
Ispirato a due racconti "Chroniques
de l'asphalte" del 2005 dello stesso regista Samuel Benchetrit, questo
film ha un sapore agrodolce. Gli scambi di affetti e di solidarietà attribuiscono
dolcezza e tenerezza a un milieu così
misero.
Ghisi Grütter
Ghisi Grütter
Nessun commento:
Posta un commento