17 ottobre 2015

Recensione film:LIFE di Anton Corbijn


 Locandina Life
 


 

Ribelle o conservatore?

 

Il film è tratto da una storia vera. Narra il rapporto che si instaura tra James Dean (Dane DeHaan) e il fotografo Dennis Stock (Robert Pattinson), conosciutisi una sera tra le riprese di “La Valle dell’Eden” appena finito e “Gioventù Bruciata” ancora da girare.


Dennis, che è abituato agli scatti di attori del red carpet e a ritrarre attori hollywoodiani, si incuriosisce nei confronti di questa figura “diversa”, per certi versi schiva, un po’ malinconica e anche trasgressiva. Ne capta il nascente successo e propone alla sua agenzia Magnum e a suo rischio, un servizio fotografico off set su questo giovane emergente che potrebbe rappresentare il simbolo dell’anti-divo.

Dopo varie peripezie il suo servizio fotografico per così dire “intimo” nel senso che riprende l’autenticità di un attore all’interno degli affetti familiari e nella vita di tutti i giorni, viene pubblicato sulla prestigiosa rivista Life.
Da lì, in ascesa, nascerà una stella che alimenterà quel fenomeno detto dei dean-agers che, disgraziatamente, non potrà durare molto a lungo per la prematura scomparsa dell’attore.

Purtroppo il volto non troppo scavato di Dane DeHag/James Dean nel film Life, risulta più annoiato che angosciato e non riesce a essere realmente trasgressivo: lo si vede nella fattoria di famiglia nell’Indiana molto convenzionale e conservatore che si esibisce e partecipa con entusiasmo alle celebrazioni più retrive dell’American life style, come il ballo del diploma, e la torta del compleanno accetta con gioia (ci mancava solo la festa a sorpresa!!).


Ghisi Grütter

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