12 ottobre 2015

LA MANIFESTAZIONE A FAVORE DI MARINO :LE IMPRESSIONI DI UN TESTIMONE

 
 
Impressioni sulla manifestazione di oggi pro Marino a Piazza del Campidoglio.
 
Innanzitutto è stata più significativa dal punto di vista della qualità esemplare e simbolicamente intensa che non da quello della presenza numerico quantitativa. Intorno alla statua equestre di Marco Aurelio eravamo un migliaio: un trionfo del fai da te ognuno con il suo personale cartello di sostegno a Marino. Nessun contributo organizzativo, nessun altoparlante o megafono, nessun leader di riferimento. Molta rabbia, molta passione, molta determinazione. Ma anche, malinconico e sepreggiante, un senrimento di tramonto e resa.
E' stato bello, ne valeva la pena, ma ora era finita. Poi è inaspettatamente arrivato e entrato in scena, cravatta rossa e camicia bianca, Ignazio Marino: ed è stato come se si fosse accesa una miccia. La piazza si è infiammata, c'é stato un movimento spontaneo di massa, una ressa e un pigia pigia che ho temuto per Marino e la sua incolumità fisica. Da malinconico addio, il mood si è trasformato in una tempesta di entusiasmo ed energia positiva, il senso della manifestazione, da attesa un pò depressa, si è trasformato in grande speranza. Allora, c'è, allora ci sta, allora non ci abbandona! Ed è lì che, non credo così a caso e fuori luogo, mi è venuto da pensare che per la gravità del male politico e sociale che affligge Roma e l'intero Paese, Marino, che lui lo voglia o meno, è diventato simbolo e conferma che è ancora possibile una rinascita e una riscossa. Qui non è in questione l'ingenuità nella gestione delle spese di rappresentanza, qui è in gioco uno scontro e una battaglia che mi ha fatto pensare a qualcosa che assomiglia alla resistenza antifascista. Persino - pensate un pò quanto sono incline all'immaginario politico forte - a figure come Fidel e il Che che liberano L'Avana da Batista. O a Ulisse, Telemaco e Penelope che cacciano quei maiali dei Proci dalla reggia di Itaca.
Gian Carlo Marchesini

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