9 ottobre 2015

MARINO FA' HARAKIRI

 
 
La banda degli onesti
 
Marino lascia perchè è venuta  meno la fiducia che regola il rapporto tra amministratore ed amministrati.Crolla  il  mito della sua  onestà su cui poggiava la sua popolarità e scivola  su una buccia di banana che avrebbe potuto tranquillamente evitare.Una persona accorta si sarebbe guardata bene dal commettere errori così banali,se dietro non ci fosse la personalità di un personaggio assolutamente sicuro di se stesso e delle sue azioni ,una presunzione che lo ha portato a sottovalutare il veleno  mortale dei morsi dei suoi avversari.
 Trascina così a causa del suo egocentrismo tutta la città in un momento delicato quando fra poco tutti gli occhi del mondo saranno puntati sul Cupolone.
Fortunatamente i romani non ne faranno un dramma,e continueranno a rimanere imbottigliati nel traffico,zompettando sulle buche e respirando i miasmi delle discariche a  cielo aperto di cui è cosparsa tutta la città.
E' un popolo che ,nel corso della sua storia, ne ha viste e subite tante dai suoi amministratori partendo  dai sette re di Roma giù giù fino a Marino e non si lascia certo impressionare da un Sindaco che dà le dimissioni perchè ha "magnato co li sordi loro". 
Morto un papa se ne fa un altro.Figurarsi se alle dimissioni di un Sindaco non se ne possa eleggere un altro.
Speriamo soltanto non che sia migliore del precedente,perchè il meglio come il peggio non è mai morto,ma che ami e rispetti  la sua città e lavori per ROMA.

Domenico Fischetto
 
Proponiamo ai nostri lettori le riflessioni sull'argomento di Massimo Marnetto di libertà e giustizia.
 
 
Il Marnetto Quotidiano : Marino Bruciato
 
Forse, ma una cosa è certa: Marino si è bruciato. Nonostante la modesta entità dell'importo in discussione, pari a meno di 20 mila in due anni. Niente se confrontato alle devastante corruzione dell'era Alemanno. Eppure, anche se ho difeso Marino quando è stato attaccato per le gaffe della Panda, per la sua goffaggine comunicativa, ora non sopporto le bugie che stanno emergendo dalla ricostruzione delle cene di famiglia, camuffate secondo gli accusatori da convivi istituzionali.

Troppo per chi fa dell'onestà il proprio segno distintivo. Troppo per chi gli ha creduto. Né ritengo appropriato applicare in politica la presunzione di innocenza, perché la fiducia che sta alla base della rappresentanza è sensibile alla credibilità, prima ancora che alle sentenze.

Ora le sue dimissioni sono un atto dovuto, purtroppo nel bel mezzo del Giubileo. Ma questo è l'unico modo per uscire di scena non con onore, ma almeno con pudore. E dare a Roma un'alternativa già dalla prossima primavera. Perché i romani non sono più quelli di Sordi; e vogliono amministratori degni della rinascita civile in atto.

Massimo Marnetto - Roma

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