14 marzo 2015

LA SPECULAZIONE ABITA QUI




                                                                  La ex Dogana in via dello Scalo di San Lorenzo
 
Mentre le varie società immobiliari  hanno sul “gobbo” nuove costruzioni invendute di cui devono pagare comunque gli oneri e non c’è formula di finanziamento che possa invogliare all’acquisto,una parte della nostra città vive un momento di rinascita edilizia,proprio grazie alla sua collocazione centrale.Parliamo del II Municipio ed in particolare di quel quartiere,croce e delizia dei suoi residenti storici,di San Lorenzo,Infatti grazie ad una serie di combinazioni storiche e geografiche,nuovi spazi si sono aperti alla speculazione edilizia e finanziaria certi come sono che l’appeal del luogo sarà vincente e che l’offerta non rimarrà delusa.Parliamo degli spazi rimasti a triste testimonianza del bombardamento del 19 luglio 1943.Palazzi smozzicati che però si presterebbero facilmente  ad una “ricostruzione”.Parliamo dei laboratori artigianali,delle vecchie fabbriche di cintura.Ma soprattutto dell'immensa area della ex Dogana,in via dello Scalo di San Lorenzo.
In alcuni quadranti del quartiere  i cantieri sono già partiti e i cartelli “vendesi”fanno bella mostra di sé.Ha un bel da fare la Libera Repubblica di San Lorenzo per frenare la frenesia speculativa.Una lotta impari se da la loro parte non c’è l’amministrazione comunale .Ma c’è l’amministrazione comunale(non parliamo di quella municipale perché priva di qualsiasi potere decisionale) ? A guardare i fatti pare proprio di no.E non possiamo darle torto.Da quando in qua un’amministrazione eletta democraticamente dai cittadini,di centro-sinistra poi,dovrebbe fare i loro interessi?Ma per favore.Se lo credete ancora ,chiudiamola qui.La speculazione edilizia significa oneri concessori,nuove gabelle,nuove opportunità di servizi e “favori”.Figuriamoci se uno si preoccupa di salvaguardare la salute dei cittadini,la loro qualità della vita e amenità del genere.Siamo d’accordo:formalmente lo dicono ma poi sotto sotto fanno esattamente il contrario.Vuoi mettere quanto può essere “ generoso” un immobiliarista rispetto a quei “rompiballe” dei comitati dei cittadini?E quindi si dà semaforo verde alla speculazione,non importa se poi questa aumenterà pesantemente la già insostenibile situazione di inquinamento ambientale ed antropico.
Si salvaguarda se stessi,e il proprio partito, a scapito della collettività.
Per rispolverare la memoria dei nostri lettori, proponiamo la lettura di uno stralcio  dell’articolo,a firma Marchini e Sotgia, pubblicato sulla fine del 2014,a nostro parere, sempre attuale. 

Raffaele Fischetto


 LA DOGANA DI SAN LORENZO

Chi è il proprietario dell’area come ne è venuto in possesso?

La Dogana allo scalo San Lorenzo è un complesso immobiliare demaniale. Soggetto al fenomeno della “valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”, la modalità politica scelta per contenere il debito pubblico. Fintecna è la società pubblica che riceve in carico gli immobili dello Stato per affittarli, a chi ancora intende utilizzarli o metterli sul mercato. Necessaria, per la seconda ipotesi, era ricevere il via libera da parte dell’Agenzia del Demanio. Lo “svincolo” del complesso, acquisito con la dizione “in via di dismissione” arriva nel 2011 quando, viene dichiarato “soggetto destinato alla valorizzazione”.

E’ il via libera definitivo. Fintecnca può chiudere il cerchio di un’operazione iniziata nel 2007.quando una sua consociata la Fintecna Immobiliare, società interamente partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A, aveva promosso la costituzione di una Newco, una Nuova Azienda partecipata al 50% dalla stessa Fintecna e bandito una gara per l’acquisizione di nuovi soci ai quali attribuire il restante 50% . La sua finalità era stata la riconversione e la valorizzazione di quattro importanti asset immobiliari situati a Roma.

Fintecna Immobiliare era stata costituita da Fintecna per accogliere al proprio interno molti immobili in via di dismissione dallo Stato. La società ha comprato e molto, sborsando oltre 800 milioni di euro. Per valorizzarli ha scelto di rivenderli a società in cui lei stessa avrebbe partecipato con una quota di maggioranza ed ha promosso un Programma di ricerca soci.

Sono stati molti ad aderire a questo Programma partecipando alle sue”gare”. In tutta Italia. Vecchi e nuovi immobiliaristi e finanzieri: Ligresti, Grassetto, Toti, Di Amato, Gavio, Tronchetti Provera, le Cooperative…. Nessuno ad eccepire che le nuove società avrebbero acquistato le quote da Fintecna chiedendo finanziamenti alle banche. Queste li hanno concessi accendendo ipoteche sugli immobili. Risultato: debiti spalmati anche sul socio pubblico. Nel caso romano, si aggiudica il 50% delle quote messe in vendita da Finctecna Immobiliare, un gruppo così costituito: Fingen spa (35% delle quote) PirelliRE (35%) e il Gruppo Maire (30%). Gli immobili che vengono conferiti sono l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato situato a Piazza Verdi, l'ex Istituto Geologico Nazionale in via di S.Susanna, il complesso immobiliare ex Dogana in via Scalo di San Lorenzo e l’area di Valcannuta, lungo la via Aurelia.
Di cosa si occupano i tre gruppi imprenditoriali coinvolti nell’operazione finanziaria?

La Fingen spa è una società fondata alla fine degli anni ’70 dai fratelli Fratini e si sviluppa inizialmente nel settore abbigliamento (jeans Rifle) per poi espandersi nel settore immobiliare e in quello degli Outlet Center. Dalla Toscana, dove è nata, la società si è sviluppata non solo in Italia, ma ha allargato i suoi interessi nella ricostruzione delle capitali dell’est e nei grandi centri commerciali in Cina.

Pirelli RE opera da un lato nel settore del co-investimento in fondi e società proprietari di immobili a fianco dei principali investitori internazionali; dall’altro lato nella gestione immobiliare, attraverso società di investimento o fondi immobiliari. Attivo in Italia, Germania e Polonia, Pirelli RE (Gruppo Pirelli & C. SpA) è uno dei principali attori nel settore immobiliare in Europa. L’azienda è quotata alla Borsa di Milano dal 2002.

Maire Tecnimont SpA nasce nel 2005 dalla fusione di due aziende chiave nell’industria italiana: Fiat Engineering, acquisita nel Febbraio 2004 e diventata in seguito Maire Engineering e Tecnimont, di proprietà di Montedison, nel 2005. La società opera nei segmenti delle infrastrutture civili, dell’impiantistica chimica e dell’energia. Il valore complessivo della maxi operazione di acquisto (i quattro immobili) ammonta a 368 milioni di euro, mentre erano previsti ulteriori investimenti per circa 200 milioni di euro.

La cifra è del tutto incongrua rispetto il reale valore degli immobili. Basti pensare che il palazzo di piazza Verdi ai Parioli ha una superficie totale di 54 mila metri quadri e il valore di mercato in quel quartiere, a quel tempo, era di 10 mila euro al metro quadro. Anche l’area della Dogana si rivela un affare. Oggi il progetto per lo Scalo conosce una nuova versione.Il PRG prevedeva una superficie realizzabile di 16.922 mq. di cui il 40% destinato a residenza, il 50% a commerciale, servizi e attrezzature turistiche ricettive e il 10% a insediamento produttivo. La nuova proposta avanzata dai proprietari, ipotizzando l’applicazione del Piano Casa, ora rieditato dalla Regione Lazio, con demolizione e ricostruzione, prevede una superficie realizzabile di 19.630 mq. di cui il 42% pari a 8.230 mq desinati a residenza, il 30% commerciale, il 10 % produttivo e il 18% a residenza studentesca (private?). Sono previsti in totale 320 nuovi abitanti.

Un progetto a San Lorenzo che é contro San Lorenzo.

Questo succede allo scalo, mentre il Comune/Municipio II continua a parlare di Progetto Urbano San Lorenzo. Di questo progetto targato Fintecna e soci, che certo l’Amministrazione Comunale conosce fin dal 2011, neppure una parola. Così come nessuno parla di quello che accadrà, nel vasto “ambito di valorizzazione “ di via dei Lucani confinante, con la Dogana. Qui il gruppo dell’immobiliarista Santarelli è andato nel tempo acquisendo molti degli spazi esistenti (immobili e spazi aperti) (mentre non si è mai proceduto ad una vera e propria bonifica dei tetti di amianto,presenti in quell’area in maniera copiosa).

Due ambiti di valorizzazione della Città Storica consegnati alla finanza. Saranno così i privati a decidere di un’ area strategica, di collegamento tra tre zone centrali della città. Loro a decidere cosa costruire, come farlo, quando, cosa tenere, cosa tirare giù. Con la progettazione della ex Dogana si sperimenta non solo una nuova definizione spaziale della città, ma come la “rigenerazione urbana” sia il meccanismo di estrazione del valore diffuso dalla città.

 

 

 

 

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