17 marzo 2015

MAFIA,PROMEMORIA ESSENZIALE

 

Io penso che la mafia – anzi, le mafie di ogni genere - abbiano ormai annullato ovunque la differenza con gli “affari puliti”.
Non è un problema italiano. Il crinale tra affari (puliti) e affari (sporchi) è evaporato.
Così penso io.
Umberto

 
Grasso, sta lottando – non so prevedere con quanto successo – perchè il regolamento del Senato sia modificato:
ha presentato una bozza di delibera che prevede la revoca del vitalizio per i senatori condannati in via definitiva a una pena di almeno due anni per reati di mafia, terrorismo e per tutti i delitti contro la pubblica amministrazione. ( per es.: Previti e Dell’Utri)
I questori del senato stanno da tempo facendo melina: ai politici non sembra giusto e, comunque, non sembrano disposti, se proprio Grasso si impunterà, a scendere sotto i cinque anni. La Boldrini non ha maggior fortuna alla Camera
 
In Grecia, a Volos, c’è una impresa che esporta il 95% di quello che produce e, da sempre, fa utili.
Per  importare le materie prime che servono, ha bisogno di garanzie bancarie, che le banche greche le concedono al costo dell’11%. L’imprenditore accetterebbe questo ricatto, se i fornitori accettassero le garanzie bancarie greche. Non le accettano.
E’ andato a cercare credito a Francoforte: glielo concedono a una condizione: l’azienda deve spostare la sede in Germania.
 
Quando Luigi XVI regalò a Franklin una tabacchiera incastonata di diamanti, la cosa turbò molto gli americani: sembrò loro un tentativo di corruzione. Oggi la Corte Suprema degli USA ha deciso – come ho già scritto – che le “corporations” possono dare soldi ai politici che vogliono, tanti quanti ne vogliono, nella forma che vogliono , richiamandosi al primo emendamento.Nel libro “corruption in America” la giurista Zephyr Teachout (harward university press) sostiene che gli interessi della finanza sono indissolubilmente legati alla politica (sono sempre più numerosi i testi che denunciano lo scadimento del congresso USA a arena di scontro e prevaricazione degli interessi finanziari).
 
Eterogenei fatti e accadimenti, di portata più o meno limitata, tutti sintomi e indici del deterioramento  e della destabilizzazione delle regole della “democrazia” nel mondo. Se ne potrebbero portare a carrettate per ogni paese, compresi quelli insospettabili.
Se ne potrebbero portare tantissime anche per le istituzioni sovranazionali, dove la preminenza degli interessi finanziari non si ferma :
l’OCSE,per esempio, che, nel suo rapporto annuale “going for growt”, pubblica una tabella in cui la Grecia appare come la più avanti sulla strada delle riforme. Poi la ritira e la ripubblica in modo diverso, per minimizzarne l’impatto. Peccato che quella originale fosse già stata postata; diventava impossibile cassarla del tutto. Hanno cambiato anche il titolo del capitolo in cui c’era la tabella, perchè “eurozona, il frutto delle riforme” (sottotitolo: “la Grecia guida la classifica ocse”) è sembrato imbarazzante, visto come quel frutto ha ridotto la Grecia.
 
“la dimensione globalizzata del capitalismo finanziario ha fatto sì che la corruzione della legalità, dai paesi di maggior influenza politica ed economica si espandesse velocemente anche negli altri” (Guido Rossi, il sole24ore).
 
Allora, se nel mondo imperano politici di questa fatta; se la corruzione delle idee ha raggiunto questi livelli; se gli interessi sono giudicati importanti e la loro difesa, esclusiva missione della politica; se la Tatcher può dire che la società non esiste e esistono soltanto gli individui, decretando l’ufficiale sacralità dell’interesse individuale, unico parametro dell’azione politica, possiamo meravigliarci che le mafie, le lobbies, la corruzione,... non siano più distinguibili dal “normale mondo degli affari” e abbiano sostituito, mantenendo intatta la facciata e i titoli del racconto,l’agire per il bene comune?
Il guaio è che tutto questo non riguarda soltanto l’Italia, ma il mondo.
Questa globalizzazione della “mafia”, ormai sovrapponibile, anzi incorporata nelle regole del mercato e del profitto, rende difficilissimo ogni tentativo di cambiamento.
Affari sporchi e affari puliti si sono integrati.Sono sempre meno distinguibili (di chi i rifiuti arrivati nella terra dei fuochi? chi a Bhopal? Chi dava  lavoro ai morti del Bangladesh? Sono migliaia e migliaia i casi. Distinguibili dagli affari delle mafie?)
Il capitalismo finanziario, la nuova religione, è la prima – sulla faccia della terra a non pretendere di essere perfetta; anzi, è consapevole dei propri limiti e delle proprie lacune. Sostiene soltanto di essere insostituibile; sostiene che non ci sono alternative possibili e praticabili. Lì, sta la sua forza.
Convincere maggioranze nel mondo; per questo, sarà lavoro lungo e faticosissimo. La politica e i politici staranno dall’altra parte.
Soltanto la  ri-creazione dell’equilibrio tra la  persona, i suoi diritti e la sua centralità (al posto del profitto fine a se stesso) e la “società” come bene comune, può far ritrovare la differenza tra la legalità e le mafie di ogni tipo.
Sarà un processo lungo, temo, globale come la religione da combattere.
Umberto Pradella

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