7 marzo 2015

Recensione film :VIZIO DI FORMA di Paul Thomas ANDERSON



Locandina italiana Vizio di forma


da:
http://www.donnealtri.it/2015/03/microcritiche-un-marlowe-figlio-dei-fiori/

Un Marlowe figlio dei fiori


Vizio di forma è un noir divertente che prende spunto dai tanti Marlowe che la cinematografia degli anni ’70 ha prodotto. Paul Thomas Anderson, al suo settimo film, dimostra di essere un cinefilo che, senza eccedere in gigionerie citazioniste, s’ispira ai grandi del cinema di quegli anni. Chi non ricorda Eliot Gould che Robert Altman ha rappresentato alle prese con il suo gatto (che non voleva cambiare marca del cibo) o Robert Mitchum diretto da Dick Richards in Marlowe il poliziotto privato o ancora Jack Nicholson/J. J. Gittes che Roman Polanski ha proposto nella Chinatown di L.A.?
Al centro della vicenda c’è Doc Sportello (un perfetto Joaquin Phoenix), un investigatore privato hippy, spinellato e inattendibile, nella Los Angeles degli anni Settanta. Doc nella sua casa di Gordita Beach riceve la visita inaspettata della sua ex compagna che lo coinvolge in un caso complesso che include una grande varietà di personaggi: spacciatori, ex tossicomani, adepti di sette pseudoreligiose, un suonatore di sax che fa la spia, detective FBI, organizzazioni massoniche di dentisti, case chiuse gestite per riciclare il denaro sporco, avvocati maldestri e così via.
Come nelle storie di Marlowe, della trama si capisce poco ma è irrilevante rispetto allo scoperchiamento del mondo della ricca borghesia californiana che si rivela satura di intrighi e corruzione. Tutto ciò avviene grazie a questo improbabile investigatore, personaggio in linea con un filone della letteratura americana che propone come protagonista la figura dell’anti-eroe. Basti per tutti citare Rip van Winkle, capolavoro dello scrittore newyorkese Washington Irving.
Tratto dal libro Inherent vice di Thomas Pynchon il nostro Doc si troverà indagato, a sua volta, per omicidio, alle prese con movimenti politici di estremisti da un giro di nazisti a un gruppo stile Black Panthers e perseguitato da un ossessivo poliziotto (Josh Brolin) che rappresenta una sorta di alter-ego. Doc Sportello, in fondo, è un altro “Drugo” Lebowski, il fannullone narrato dai fratelli Coen, che ama la marijuana e i cocktails alla vodka, la cui vita viene sconvolta dalla visita di due sicari. Del resto sembra che i Coen per questo personaggio si siano ispirati proprio al Lungo Addio di Chandler.
La voce fuori campo è di Sortilège, interpretata dalla cantautrice Joanna Newsom, che appare in qualche frame. Per impersonare Shasta, l’ex compagna di Doc di cui è ancora innamorato, Anderson ha scelto il volto e il corpo sfuggente di Katherine Waterston. Altri famosi attori si sono prestati a piccole parti o cammei: Benicio del Toro è l’avvocato Sauncho esperto di marina, Eric Roberts è il magnate costruttore, Owen Wilson è Coy la spia, Reese Whiterspoon è Penny Kimball procuratore e compagna occasionale di Doc.
La canzone di Neil Young “Journey through the Past” sottolinea un momento magico ormai lontano perché siamo in piena era di Nixon e il flower power è già al tramonto.

Ghisi Grütter

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