8 gennaio 2016

CONDANNATO EX ASSESSORE ALLA CASA, IL PD ORA CONDANNI PUBBLICAMENTE UN CERTO MODO DI FARE POLITICA





                                                                      Il Campidoglio


L’ex assessore capitolino alla Casa Daniele Ozzimo è stato condannato a due anni e due mesi nell’ambito di uno dei due procedimenti collegati al maxi processo di mafia capitale. La sentenza è arrivata nella tarda mattinata di giovedì 7 gennaio dal presidente della X sezione del Tribunale Gup Alessandra Boffi ha accolto la richiesta della Procura riguardo l’ex assessore alla Casa della giunta Marino.(da cinquequotidiano.it)
 Certamente la sentenza che lo ha condannato ,ha valutato gli atti da lui compiuti e li ha ritenuti contrari ai suoi doveri d'ufficio .La pena inflitta ne è la giusta conseguenza.Ora ci sarà il consueto strascico giudiziale e la storia non  finisce qui e ne sentiremo ancora parlare.

A questo proposito,vorremmo  dire la nostra.
Ozzimo è  figlio dei tempi,di un certo modo di fare politica all'interno del Partito Democratico .Un modo di comportarsi,certamente disinvolto ,che non era più percepito come contrario all'etica e alla morale ma proprio perchè praticato dalla maggioranza dei colleghi di partito,era inteso invece come un comune modo di fare,attraverso cui ognuno si coltivava il proprio orticello.Per questo si  "raccomandava" qualcuno,per questo si accettavano i soldi per finanziare la propria campagna elettorale.Così fan tutti ,perchè non lo devo fare io?La risposta sarebbe semplice se a sovraintendere un’organizzazione politica,un partito come quello Democratico  ci fosse stata una scuola di pensiero che avesse indicato la strada della dirittura morale e dell'onestà,non solo intellettuale a questo punto.Ma ,e ci riferiamo sempre all’interno del Partito Democratico,dalle sue origini (2008)ai giorni nostri c'è stato una specie di liberi tutti,in cui ogni lepre che correva per un incarico pubblico era libera di trovarsi gli spazi ,appoggi e i finanziamenti come meglio credeva,con disinvoltura ed opportunismo.Non tutti ovviamente .Ma chi non si comportava così era semplicemente fatto fuori.Fuori da tutto:incarichi pubblici ed interni.Bisognava essere ,diciamo così,flessibili e  con uno stomaco forte.Chiudendo e aprendo alleanze,pugnalando alle spalle i fratelli di qualche momento prima,pur di accaparrarsi qualche consenso in più,qualche finanziamento in più,Anche border line ,in zone grigie in cui almeno il buon senso,if any,avrebbe sconsigliato di addentrasi.Invece si andava avanti,si curavano le relazioni pericolose,non si percepiva il pericolo anzi gli appoggi ricevuti si esibivano come una specie di trofeo.Peccato che  chi il favore ,l'appoggio ,il finanziamento lo aveva dato, non lo aveva fatto in maniera disinteressata.Il saggio dice:il favore ha un costo.Se tu chiedi una cosa a me e io te ne chiedo uno,se va bene,in cambio.E così via come una catena di S.Antonio.Non in maniera plateale,beninteso,sempre in maniera soft ma pur sempre trattato come merce di scambio .Io do una cosa a te ,tu dai una cosa a me.Niente di illegale ,per carità,ma pur sempre forzando le regole del gioco,che si dovrebbero basare sulla  lealtà e sulla correttezza come minimo,quelle scritte e quelle non scritte.Se un capogruppo,nell'era Alemanno,chiede cosa ci sia per lui durante una discussione in cui si parlava di finanziamenti pubblici,e lo dice in pubblico non si rendeva conto di dire qualcosa sopra le righe oppure lo diceva perchè consapevole che questa sua affermazione avrebbe trovato se non il consenso dei presenti ma almeno una certa comprensione?Se un presidente di commissione,nell’era Marino,dice in un’assemblea pubblica che se  Buzzi gli avesse finanziato la campagna elettorale, avrebbe accettato,non sono questi comportamenti che ormai fanno parte di un modo di comportarsi e di vedere le cose in cui non c’è più spazio per la serietà e la dirittura morale,per la politica intesa come servizio ma c’è invece e soltanto il libero arbitrio?I cittadini sono visti come numeri non come persone che desiderano essere amministrati consapevolmente e coscienziosamente e per  questo delegano al loro eletto il potere di governare a loro nome.Gli incarichi pubblici vengono interpretati come occasione  di crescita/carriera politica e non solo , non come servizio alla cittadinanza.Si comincia da consigliere municipale (ex circoscrizionale),e poi pianin pianino,sgomitando,per usare un termine eufemistico,si arriva alla Camera e al Senato,transitando per il Campidoglio e la Pisana.Guardatevi i curriculum dei 19 eletti a Roma nelle ultime elezioni politiche e poi diteci che non è così.
Molto ancora dovrebbero scavare i giudici.E ne troverebbero a centinaia di questi comportamenti ,chiamiamoli così,anomali.
Ozzimo è stato condannato ed è giusto che sia così.Ma che questa condanna si accompagni ad una rigenerazione della politica all'interno del Partito Democratico,ad un ritono alle origini,ad una svolta a 360 gradi del modo di comportarsi che finora ha prevalso.
Ci sembra difficile.Ma pur sempre ne vale la pena  provarci.
Domenico Fischetto

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