7 gennaio 2016

L'Approfondimento culturale ORIANA FALLACI:LA SUA COLLOCAZIONE POLITICA E L'ISLAM






Oriana Fallaci, la sua collocazione politica e l’Islam e provo a  dire come la vedo io.
Ho sostenuto che Oriana fallaci non fosse ne di destra nè di sinistra.Almeno nei termini in cui “destra e “sinistra”, venivano declinati in Europa prima del trionfo del pensiero unico
Era invece certamente e fondamentalmente una individualista radicale.
Nonostante questa caratteristica molto evidente, la dominante interpretazione del mondo  (per intenderci brevissimamente, di tipo tatcheriano , per cui non esiste la società e l’individuo vale solo se ha talenti, li sa spendere e quindi ha la forza e il diritto dalla sua; malsano approdo corruttivo della destra liberale), è un clima in cui  la Fallaci non sarebbe mai stata a proprio agio.
.Nel suo radicalismo individualista, Oriana Fallaci, non trova mai la “società”. Trova la religione (è atea;sa bene i misfatti del cristianesimo e della controriforma, ma ci passa sopra) , trova le persone di successo, trova se stessa (sempre; quando intervista, finisce di sovrapporsi); ama (e odia insieme) persino uno che è il suo opposto (che più opposto non si puo), ma che è ingombrante come e più di lei: Pasolini.
Religione cristiana, anzi cattolica, Italia del passato, geni della cultura occidentale, sono il suo nazionalismo e la sua bandiera, insieme al culto dei personaggi del mondo – e solo di quelli – che lei reputa “giganti”. Insomma è uno strano amore per un paese e un “occidente” pensato e non reale. E’ la più chiara affermazione del suo radicalismo individualista.  
Non è berlusconiana, non le piace il rozzo individuo di successo (perchè non ha le palle, non è uno statista, è probabilmente ignorante  e sta con i fascisti e con Bossi, non certo perchè è ricco e di successo),. Ignora il suo corteo di nani e di ballerine.
Non ama nemmeno i comunisti, ricambiata per le sue posizioni anti palestinesi (filo israeliane?) e per le sue critiche (certo non infondate) a paesi comunisti (anche quelli diventati icone della “sinistra”, come il Vietnam del Nord).
Qui bisognerebbe incominciare un discorso che ci porterebbe molto lontano. Quello che conviene dire, senza dilungarsi troppo, è che le sue critiche sono, di nuovo,  lo specchio del suo individualismo: o con Oriana o contro Oriana, anche quando lei non c’entra .
Il suo non essere di destra e di sinistra è orgoglioso snobismo. Il suo parlar chiaro è il disprezzo per il “politicamente corretto”, cioè per la finta moderazione delle parole che nasconde realtà mediocri, spesso crudeli e sempre opportunistiche.
Come si fa a non essere d’accordo? Come si fa a non vedere la mediocrità dei presunti leader occidentali? A non vedere la melassa in cui si agitano – non solo in Italia – i politici occidentali che si possono definire come si vuole fuorchè statisti, anche oggi, in un tempo che lei non puo conoscere?
Così nasce “la rabbia e l’orgoglio”.
Le ragioni storiche e geopolitiche che hanno condotto alla tragedia delle torri, la interessano non più di tanto. Non può ignorarle del tutto (era una donna molto intelligente e colta), ma non le sembrano poi così importanti. L’offesa è lei e il “suo” mondo occidentale, di cui è orgogliosissima
La rabbia è altrettanto accecante: fanatici e terroristi sono gli islamici; tutti, che odiano il suo occidente e disprezzano le opere d’arte più che le vite.
L’islam ha fatto fuori i Budda afghani; non i talebani, l’Islam. Non le passa per la testa che fino a ieri i budda erano al loro posto e i musulmani, non i buddisti, li ammiravano e li sentivano come propri. Gli scempi dell’Isis, che lei non ha conosciuto, in Siria, in Irak, ovunque siano arrivati, per lei sarebbero stati perpetrati dall’Islam, non da fanatici, contro altri islamici, che ne andavano orgogliosi e ne avevano cura .  Lo sa bene che i fanatici ci sono ovunque (e che ovunque i fanatici, sempre, hanno infierito sulle opere d’arte degli odiati nemici), ma finge di non saperlo.. Grida che l’islam – facendo di tutto un fascio – è sinonimo di terrorismo e fanatismo e non vede i fanatismi che crescono ovunque, e non le frega niente di quello indù, per esempio: semplicemente lo ignora, come ignora che il male e la crudeltà efferata, insieme alla pretesa di dominio assoluto, hanno allignato nell’occidente laico, non secoli, ma pochi decenni fa:  fascismi, nazismo, colonnelli e generali (eppure ha amato Panagulis).....;e ancora oggi, razzismi, fanatismi  e violenze prosperano  fuori dal mondo islamico. E’ antifascista davvero, ma non vuole ascrivere al suo occidente quelle deturpanti ideologie fanatiche; il suo “occidente” non le contempla.   .
Non le passa per la testa che la religione è violenza per il solo fatto di predicare l’assoluto e di imporlo tutte le volte che ci riesce (eppure lo sa). Tutte le tre religioni del libro affondano in tradizioni prima orali e poi scritte che mescolano la misericordia e la benevolenza (per chi ci crede) alla violenza brutale, predicata e raccontata (per gli “infedeli”). Tutti i libri “sacri” sono della stessa pasta, nessuno escluso.
Ritiene (e vuole che sia così) che  l’islam – in blocco – sia mosso da una assoluta volontà di dominio totalitario di tipo religioso (anche qui evitando paragoni, consapevole del fatto che per primi abbiamo tentato di esportare la dittatura del cristianesimo, visto che parla di “crociate al contrario”),  dimenticando che, dalla caduta dell’impero turco (ma anche prima), sono state le “laiche”potenze occidentali a dominare e prevaricare il mondo (fregandosene della religione, per fortuna, ma non per questo con meno brutalità).
Non distingue (non le importa un fico secco) tra i diversi islam sunniti, sciiti, wahabiti e nemmeno le interessa il modo in cui – a prescindere da queste differenze – le confessioni islamiche siano vissute e codificate nei diversi paesi: Siria, Libano, Irak, Iindonesia, Iran, Arabia e Emirati, Turchia, Bosnia (dove i fanatici all’azione sono stati i cristiani), Africa araba e sub- sahariana....
Non si ferma a capire se  la lotta sia all’interno dell’Islam e se l’occidente ci sia capitato dentro per le ignoranti e crudeli idiozie proprie   
Oriana Fallaci sorvola su moltissime, troppe cose e chiama alla guerra . Non chiama alla guerra contro i fanatici (tutti i fanatici). Chiama alla guerra contro i fanatici islamisti e li fa coincidere con i musulmani tout court.
Chiama alla guerra senza curarsi del “dopo”, di cui sembra non le importi molto.
E’ certo che io non vorrei mai essere musulmano. Ma non voglio nemmeno essere cristiano e tantomeno cattolico. Rivendico il mio ateismo e lo difenderei con Oriana, se chiunque volesse piegarmi a un dio. Peraltro sono certo che anche tra i musulmani ci sia una caterva di atei o almeno agnostici.
E’ certo che  mi  nutro, nel mio piccolo, del passato, delle belle cose, dell’arte che capisco (non mi sognerei mai di cancellare quella che non capisco). E’ certo che non voglio privarmi della arte figurativa rifiutata dall’Islam (quello fanatico, visto che un miliardo di musulmani e più, invece, ci convive con piacere) e memmeno della grandissima arte non figurativa islamica.
Credo fermamente in alcuni valori, come nella uguaglianza di genere, ma anche in altri che non sono amati nemmeno in occidente, oggi.
Sarei disposto alla guerra, se qualcuno pretendesse di farmeli rinnegare.
Il fatto è che non credo la guerra sarebbe tra occidente e islam; quasi sicuramente sarebbe trasversale, tra chi quei miei valori coltiva e chi no e i fanatici li troverei, come sempre, da tutte due le parti .
C’è molto di bello nello sfogo di Oriana Fallaci, perchè è una che sa scrivere bene, persino quando lo fa di getto e senza revisioni. Ma rimane uno sfogo rabbioso.
Non è una rabbia nata solo dalla tragedia delle torri: nasce dal suo individualismo che l’ha costretta a esiliarsi a New York per dieci anni e che le torri hanno fatto esplodere insieme al cemento e al vetro. La sua malattia lunga e irreversibile, ci ha messo lo zampino.
Umberto Pradella  .

Nessun commento:

Posta un commento