Una riflessione condivisibile .Non solo pensiamoci,ma agiamo.
Vedere le immagini della Nord Corea è inquietante.
Un popolo ridotto in schiavitù da un figlio di papà che gioca
alla guerra è uno spettacolo osceno e tremendamente penoso allo
stesso tempo. L'esaltazione di masse omologate e acclamanti mi ha
ricordato il fascismo, quando anche noi eravamo nord-coreani. La
mancanza di libertà di critica fa retrocedere un'intera nazione
nella demenza civile. Con l'accentramento del potere aumentano
povertà, fame, ignoranza, disuguaglianza e si sviluppa il fungo
saprofita dell'opportunismo. Manifestare sostegno al capo diventa
una questione di sopravvivenza materiale. Ma anche di protezione
della propria autostima, per illudersi di essere sostenitori
liberi e non schiavi coatti.
Guai concedere al potere di concentrarsi. E credere che cedendo
sovranità ad un solo uomo tutto sarà più facile e si potrà sempre
tornare indietro. Guai pensare che i controllori del potere siano
solo gufi disfattisti da isolare. Che la televisione di Stato
debba essere filo-governativa per legge, piena di fedeli
entusiasti come la giornalista che ha dato la notizia del test
nucleare nord-coreano.
Ci stanno propinando riforme costituzionali, istituzionali ed
elettorali per rendere - dicono - più fluida l'azione di governo.
La democrazia muore sempre per mano del carismatico che
promette governabilità.
C'è una forza di gravità che attira verso la voragine della
dittatura. Basta rilassare la presa e i diritti precipitano.
Massimo Marnetto
Libertà e Giustizia di Roma
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