Virginia Raggi 1
Virginia Raggi a me appare come la persona sbagliata capitata nel posto sbagliato nel momento peggiore. Nei confronti della enormità dei problemi di Roma è come una orfanella chiamata a risolvere l'enigma della Sfinge. Andrebbe soltanto compassionata. Lapidarla con una feroce sassaiola è come pretendere di liberarsi da un cumulo di errori, rispetto ai quali lei e i grillini non c'entrano nulla, con un cazzotto, uno sberleffo, un rutto. Dai marpioni di destra e sinistra, al pubblico facilone e beota Virginia Raggi viene offerta in pasto come un provvidenziale capro espiatorio. Da questa commedia tragicomica Roma non viene minimamente aiutata.
Virginia Raggi 2
"Non è che pur di cacciare Virginia Raggi con ignominia, così come per Marino si ricorse agli scontrini taroccati e alle multe, oggi si soffia sulle fiamme e si chiudono gli accessi alle acque? Sono emergenze vere, ma quanto sono usate strumentalmente? Vuoi vedere che la testa della Raggi verrà issata come trofeo in vista delle elezioni? Ma i cittadini romani non sono così trattati da carne da macello e da poveri coglioni? E meno male che i giudici hanno sentenziato che Mafia Capitale non esiste..."
"Poeta"
Chi nella polemica politica fa ricorso al termine «poeta» come insulto liquidatorio perché sprezzante, racconta di sè una storia interessante. Quella di chi usa i valori antifascisti e qualche conoscenza culturale e storica come piffero incantatore per poter meglio costruire e realizzare un potere politico economico personale, di cricca e fazione. I giovani fratelli Favola, partigiani trucidati dai nazifascisti, si trasformano così in favola da vendere in campagna elettorale,... come gli ottanta euro o il milione di posti di lavoro, a rafforzare un sistema di potere incarnato nell'asse Renzi-Berlusconi, nel Patto del Nazareno, nella Leopolda. E' ovvio che chi non accetta e rifiuta non può che essere bollato come inutile e fastidioso poeta. Da quelle parti lì non c'è più scelta e visione di classe, incontro progressista tra popolo ed élite. Lì prevalgono mercato, banca e bottega, magari con il supporto di mafia e massoneria. Beninteso il tutto camuffato sotto la cortina nobile di una retorica accompagnata dall'ammiccare dell'occhiolino furbo. Perbacco, qui si lavora e si fa sul serio: mica siamo poeti! Pasolini per questo c'è rimasto morto ammazzato. Per non parlare di quel visionario
velleitario di Aldo Moro. O di Falcone e Borsellino, quei folli temerari a vocazione suicida.
Roma ad agosto
Spostarsi tutti insieme dalla città alla spiaggia come mandrie in transumanza. Intasare strade, ristoranti, bed and breakfast. Portarsi al seguito valige, bambini, cane e nonna. Ricreare altrove lo stesso sovraccarico di saturazione e confusione caotica. Trasformare angoli bellissimi di territorio, paesaggio e natura in discarica umana. Basterebbe fare in modo che le ferie fossero in turni organizzate. Mai stato così bene come in questo periodo in una città semivuota. Poco traffico, niente code, silenzio irreale. Sonno e sogno, riflessione e passeggio, lettura e scrittura. Manca solo la pioggia, ma è in vacanza pure quella.
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