30 agosto 2017

Marco Minniti ed il golpe Borghese




In questa estate horribilis, il ministro dell'interno Marco Minniti ha raccolto una serie di responsabilità gravissime. Fosse stata la figuraccia fatta nel caso dell'inafferrabile Igor il russo, alla quale sembra essere sul punto di aggiungersi quella delle fantasmatiche quattro bestie di Rimini, presunti magrebini (perché proprio magrebini è una cosa che forse solo la Meloni potrebbe spiegarci), fossero state solo queste figuracce, avremmo liquidato l'operato di Minniti come quello di un incompetente. Ma il nostro ministro dell'interno è andato oltre. Ha colpito pesantemente l'opera e la credibilità delle ONG, sulla base di semplici ipotesi investigative di un magistrato, allo stato attuale non suffragate neppure da un qualsiasi rinvio a giudizio di qualsivoglia operatore umanitario. Ha lasciato che sedicenti autorità libiche prendessero in mano la gestione della delicatissima questione della tratta di esseri umani, che fuggono dalla guerra, impegnando così l'Italia a finanziare l'azione dei libici, che già battono cassa. Ha ordinato gli sgomberi a Roma, che sono stati tra le pagine più tristi e vergognose della repubblica, con uomini, donne e bambini buttati per strada e sfollati con i getti d'acqua degli idranti. Ha alimentato una tensione sociale altissima, consentendo tra l'altro che appartenenti a una realtà come Forza Nuova, sia pure scortati dalla digos, irrompessero in una chiesa per assistere a una celebrazione eucaristica. Lascia che la terza carica dello Stato, la Presidente della Camera, venga quotidianamente irrisa e minacciata. In pochi mesi, Minniti ha messo a repentaglio la tenuta delle istituzioni. La nostra mente non può che tornare al clima che l'Italia respirò nel 1970, quando, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre, si tentò un colpo di stato, denominato golpe Borghese, dal suo organizzatore Junio Valerio Borghese, sotto la sigla Fronte Nazionale, insieme ad Avanguardia Nazionale.

Massimo Frana

Per approfondire

Voglio riportare quello che sarebbe stato il proclama con cui Borghese si sarebbe rivolto agli italiani, qualora il golpe fosse riuscito:

« Italiani, l'auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo. La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, e ha portato l'Italia sull'orlo dello sfacelo economico e morale ha cessato di esistere. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, vi saranno indicati i provvedimenti più importanti ed idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della Nazione. Le forze armate, le forze dell'ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi; mentre, d'altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli che per intendersi, volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi. Italiani, lo stato che creeremo sarà un'Italia senza aggettivi né colori politici. Essa avrà una sola bandiera. Il nostro glorioso tricolore! Soldati di terra, di mare e dell'aria, Forze dell'Ordine, a voi affidiamo la difesa della Patria e il ristabilimento dell'ordine interno. Non saranno promulgate leggi speciali né verranno istituiti tribunali speciali, vi chiediamo solo di far rispettare le leggi vigenti. Da questo momento nessuno potrà impunemente deridervi, offendervi, ferirvi nello spirito e nel corpo, uccidervi. Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso TRICOLORE, vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno all'amore: ITALIA, ITALIA, VIVA L'ITALIA! ».

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