28 gennaio 2015

LE AFFINITA' TRA LA SINISTRA ITALIANA E LA ROMA



Singolare è l'affinità  che traccia Marchesini tra la sinstra italiana e la squadra di calcio.Leggiamo la sua riflessione.



Sono notoriamente un aficionado, grazie anche alla complicità di mio figlio, della Roma. E, probabilmente grazie anche alla contrapposizione con i miei genitori, democristiani integrali e integerrimi - oltreché ovviamente al ’68 - sono un irriducibile militante della sinistra. Vorrei provare a spiegare perché per me c’è una qualche affinità e assonanza tra i comportamenti recenti della Roma e quelli, anche meno recenti, della sinistra nostrana. Cominciamo dunque dalla mia ama...ta squadra. Dopo la batosta con il Bayern (7 a 1!), la Roma è rimasta come interiormente spezzata. Sembra non credere più in se stessa, è demotivata, sofferente, come assente e sospesa. Nei primi tempi di ogni partita si direbbe cercare di nascosto un varco per uscire alla chetichella dal campo. Insomma, mostra platealmente di avere paura. Poi, nel secondo tempo, rinfrancata dall’esserci ancora, riprende confidenza e fiducia, e, grazie al talento o a un colpo di genio di qualcuno, segna e quantomeno pareggia. Ma la scena tormentata si ripropone alla partita successiva. Insomma, il problema della squadra è un problema di testa. Non ha bisogno di un allenatore, ma di un motivatore terapeuta.
Per la sinistra italiana il problema, per quanto diverso, non lo è poi così tanto. Ciò che la ostacola, impedisce e trattiene è …la paura di vincere! E se poi vince, cosa farà, quali enormi responsabilità dovrà assumere, e se poi non ce la fa? Ecco, la Roma non crede di essere più capace di vincere alla grande come una volta, prima che arrivasse il ciclone Bayern. La sinistra, almeno questa sinistra qui, non vuole vincere, preferisce i piccoli agi e comfort dell’opposizione minoritaria cui è abituata. Ha paura dello scenario complesso e complicato che, una volta vinto, dovrebbe affrontare. Preferisce lasciare ad altri il lavoro duro del governo, a chi ne è così irresistibilmente attratto da correre ad allearsi anche con chi del lavoro sporco è indiscusso maestro.
 
Gian Carlo Marchesini

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