Il Presidente del Consiglio, sig. Matteo Renzi
Sig. Renzi,
ho smesso da tempo di votare PD, anzi, di votare tout court, quindi non intendo rammaricarmi per questo mediocre gruppo dirigente.
D’altronde il mondo è pieno di politici mediocri; non vedo come un paese incolto e traffichino come il nostro, potrebbe darsi leader di grande statura. La logica del sistema, ovunque nel mondo, pretende che le intelligenze importanti stiano altrove. In politica, oggi servono mediocrità, per lo più arroganti.
Quindi non è per questo che non la stimo.
Non la contesto nemmeno per essersi circondato di cervelli mediamente deboli (tranne rare e inaspettate eccezioni), privi di proprie convinzioni, palesemente e sconsolatamente pappagalleschi.
C’è però una cosa che mi indigna, pur se conscio della impossibilità per lei – figuriamoci per i suoi – di afferrare il senso tragico di questa amoralità.
Lei ha sostenuto e sostiene che un numero non indifferente di voti è determinante per definire il rilievo politico del destinatario di quel consenso. Convinzione corretta;ma lei sostiene anche che non importa chi sia questo destinatario e che, in virtù del consenso ottenuto, chiunque sia, ha il diritto di essere riconosciuto tra gli attori che definiscono la struttura della “democrazia” del paese.
In altre parole, se un delinquente ottiene voti sufficienti, il paese deve riconoscergli lo stato di leader, con cui è giusto definre accordi di qualunque tipo.
Del vecchio Berlusconi non mi importa molto; ma il fatto che, per lei, un delinquente con condanna passata in giudicato sia l’alleato con cui collaborare, illumina molto bene quale sia la sua idea di democrazia.
Forse lei potrebbe eccepire che si tratta poi soltanto di un truffatore, che ha frodato lo stato, con amici impresentabili e non di un assassino seriale o cose così.
In questo caso la sua giustificazione peggiorerebbe le cose, lasciando intravvedere quale sia la sua idea di potere e di stato.
Comunque lei ha privilegiato – per necessità, sostiene; per affinità, sostengo - un accordo con il vecchio delinquente.
Mi è balenata in testa un’idea: Berlusconi non se la sente più di combattere. Per di più, i numeri gli sono sfavorevoli.
Nell’incontro, non ha preteso nulla in cambio. Ha soltanto deciso che lei sarebbe stato l’uomo capace di realizzare le sue idee politiche e lo ha riconosciuto come suo successore. Era quello che lei pensava da sempre.
Anche di questo però, onestamente, posso farle addebito parziale. Lei può godere della circostanza attenuante di una indubbia forza: si è formato respirando a pieni polmoni la mefitica atmosfera berlusconiana. E’ un imprinting letale.
Una cosa dovrebbe essere sicuramente in grado di fare. E’ una cosa molto facile, che non pretende altro che il non ripetere cose che insultano la mia intelligenza e non aumentano neppure la sua presa sugli ignoranti plaudenti che non sanno catalogare le persone cui si riferisce.
Non dica mai più, per piacere, che i suoi maestri sono stati don Milani e l’on. Tina Anselmi.
Umberto pradella
n.b.: non sono un metalmeccanico di Landini; nemmeno un pensionato della CGIL; non appartengo a nessuna corrente del PD, nè ne faccio parte; non sono iscritto a nessun partito.
Ho fatto il liceo (serio; prima delle moderne riforme e della tragica farsa della Gelmini), sono laureato in Bocconi e costruisco le mie opinioni liberamente.
Non posso che condividere quanto scrive Umberto
Quanto al Cavaliere ,dato che non puo' piu', dopo una onorata carriera , aspirare alla Presidenza della Repubblica poiche' un complotto marxista-leninista lo ha seccato,:penso che sia giusto dargli la presidenza in un ente di prestigio a titolo di ricompensa per il bene fatto al paese
La presidenza della Croce Rossa penso sia la carica giusta.
saluti
L.M.
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