Paolo Maddalena


Mentre oggi iniziano le votazioni per il Presidente della Repubblica,che hanno avuto una premessa irrituale come le consultazioni del Presidente del Consiglio con i segretari di tutti i partiti tranne il Movimento Cinque Stelle, svoltesi presso la sede del Partito Democratico al Nazareno,Tre Righe sottoscrive la candidatura di Paolo Maddalena,augurandosi con questo di far un attimino riflettere su quali dovrebbero essere le qualità che dovrebbe possedere un Presidente della Repubblica,che non fosse il risultato di patti segreti ed inconfessabili tra giovani leader rampanti e vecchi leader condannati.

Soprattutto un Presidente dalla parte dei cittadini.


Paolo Maddalena vice presidente della Corte Costituzionale ,79 anni,napoletano di nascita e romano di adozione.

Un’esperienza civile e professionale al servizio dell’Italia .

Un modo di pensare non convenzionale,scomodo,non asservito ai poteri forti né ai partiti politici ma sempre e comunque pronto a mettere a disposizione le sue conoscenze e le sue competenze in favore del Paese.

Sarebbe perfetto:un Presidente della Repubblica al servizio degli italiani,in difesa e tutela del Paese,contro la sua progressiva svendita in favore delle fauci rapaci del neocolonialismo finanziario di cui l’Italia è vittima,resa possibile anche grazie all’asservimento dei suoi leader politici.

Una voce fuori dal coro:ferma,autorevole,saggia.

Come Pertini,se mi permettete il paragone.

Domenico Fischetto


Riportiamo le conclusioni di un intervento di Paolo Maddalena al convegno su "Consumo di suolo e riconversione ecologica della città" :


“Salvare il territorio e salvare il lavoro di tutti, in ultima analisi, richiede, secondo la Costituzione, l’intervento di tutti. Ed è evidente che è in nostro potere salvare innanzitutto il nostro“territorio”, e cioè “le risorse” che la Terra, la “iustissima tellus”, abbondantemente ci offre.


Uno, dunque, è l’imperativo categorico che si impone per vincere la cosiddetta crisi finanziaria: “tornare alla terra”. Alla “nostra terra”, che è ricchissima di caratteristiche particolari, come la bellezza del paesaggio e la feracità dei suoi terreni coltivabili. Tornare alla Terra, tra l’altro, significa anche far rivivere le caratteristiche proprie del nostro popolo, universalmente riconosciute nella“creatività”e nel “culto della bellezza”, vuol dire anche impegnarsi nella ricerca, nella cultura e nelle attività produttive di beni reali.


Dunque, una volta assicurate in mano nostra le cosiddette “industrie strategiche”, occorre dedicarsi all’agricoltura, all’artigianato (protetto dal comma secondo dell’art. 45 Cost.), al turismo, e, come si diceva, cominciare da una grande opera pubblica di ristabilimento dell’equilibrio idrogeologico della nostra Italia.


In tal modo potremo vincere anche la pervicace speculazione finanziaria internazionale, e saremo in grado di tornare al “mercato reale”, rendendo produttivo il nostro impareggiabile territorio nazionale.”