1 febbraio 2016

FAMILY DAY:ALCUNE RIFLESSIONI ....FORSE UTILI

Alcune riflessioni prese da un gruppo chsuo di amici sul family day di cui tanto si è parlato e scritto in questi giorni.Riflessioni che ci possono aiutare a rimettere al suo posto la questione





Fioroni, Meloni, Maroni, e poi Quagliariello, Gasparri e Giovanardi che inneggiano in coro alla mamma, e poi le monachelle giulive e CasaPound con i suoi petardi: il meglio di questa Paese si è riunito al Circo Massimo a manifestare la sua inconsumabile e inconsumata fede famigliare. Mi conforta ricordare le immagini di Marino che sfila sorridendo in testa al Gay Pride, e sancisce in Campidoglio il diritto di una coppia ad amarsi acquisendo tutti i diritti civili previsti. Forse è anche per questo che Marino è stato fucilato. Ci stiamo provando dai tempi dei Dico. Incapace di lasciar che gli umani si uniscano senza il supporto di stampelle chiesastiche e altre foglie di fico, questo Paese è rimasto in Europa il fanalino di coda arretrato.
Gian Carlo Marchesini 


Credo che occorra rispettare sia i Sacramenti, sia la Costituzione; ma, per rispettarla, bisogna conoscerla. E il matrimonio previsto dalla Costituzione non è un Sacramento, ma un istituto posto a base della famiglia come società naturale (art.29) ; poi, può essere o civile, oppure religioso (concordatario) e solo in questo secondo caso il Matrimonio è un Sacramento  - come dice la Chiesa - ed ha effetti civili - come riconosce lo Stato(Cavour docet). Direi che sarebbe bene non fare confusione: non mi risulta che lo Stato Italiano stia legiferando sul Matrimonio religioso.
Armando Bussi

 A me sembra che il punto non sia la nostra Costituzione, le pretese dei cattolici e le nostre leggi e meno che meno a chi va la pensione di reversibilità del marocchino, poligamo per religione. Tutto ciò è oggetto di un pensiero ormai fortemente maggioritario, di studio dei giuristi e di implementazione dell'interfaccia tra usanze e religioni, problema diventato d'attualità causa la mescolanza delle genti.
Mi sembra che il punto dolente e non solo dolente al Circo Massimo, sia la step child adoption e forse l'adozione tout court.
Esaminiamo la prima. Uno dei due coniugi monosesso ha un figlio: si desidera che l'altro coniuge lo riconosca. Perché? Oggi su Repubblica c'è un lungo articolo di Michela Marzano che tenta di descrivere i vantaggi della SCA, ma non fa che ulteriore confusione. E allora, perché si vuole la SCA? Supponiamo che io mi separi da mia moglie e che lei si rifaccia una vita (come si dice in gergo), il suo nuovo marito sancito da divorzio e nuovo status della coppia (di fatto o risposati) vuole adottare i figli di lei e miei? Perché? Cosa guadagnano i ragazzi? Io, risposato regolarmente, non ho mai pensato di adottare i figli di mia moglie e viceversa. Perché? Ma perché un padre e una madre in questo caso già ci sono e bastano.
Passiamo alla coppia monosesso. Se il figlio proviene da un precedente matrimonio, ricadiamo nel mio caso con minor modifications. Se invece il figlio non ha un padre noto e una madre nota, la sua nascita è frutto di una di due pratiche di cui una è peggio dell'altra. In un caso si tratta di appropriarsi di un seme (lotteria del donatore incognito), nell'altro di appropriarsi di una parte di corpo femminile (stavolta necessariamente noto) e non solo: di procedere cinicamente a un distacco del bambino dal corpo che lo ha gestito nove mesi e partorito.
A me la cosa non piace proprio per niente, manca sempre un atto di amore, di desiderio, di assistenza durante la gestazione che leggittima la parola figlio. Se qualcuno vuole procedere così, per me è libero di farlo, nel senso che non glielo impedisco, ma esigo che non mi si impedisca di ritenerlo riprorevole.
In questo dò perfino ragione a Bagnasco: avere un figlio non è un diritto, il bambino è la parte più debole e va protetto, i figli sono doveri. Perfino per una coppia sterile, mentre si può prevedere l'inseminazione da parte del seme del marito, che per qualche ragione meccanica o fisiologica non arriva a fecondare, l'inseminazione da uno sconosciuto mi sembra la fine dell'amore tra i due.
Ci sono tanti bambini abbandonati che aspettano due genitori, e qui li farei adottare anche da una coppia omosesso, non è vero che tutto quello che si può fare si deve fare, già decidiamo un sacco di cose per i bambini, persone cui si impongono le nostre decisioni, vediamo di alleggerire al massimo questo fardello.
Poi ripeto: non impedisco niente a nessuno, ma mi riservo il diritto di disapprovare.
 Piero Marietti


Arrivo all’argomento matrimonio, adozione particolare, omosessualità e parto un poco da lontano.
Avevo intenzione di rispondere alla mail di Zanonato e mi sono trattenuto, perchè ero troppo arrabbiato, ma la considerazione di Piero mi ha convinto a dire la mia sull’argomento. Piero ha perfettamente ragione e con lui quelli come Giò e Franco che hanno condiviso il suo ragionamento . Voglio ricordare però che la SCA è il frutto stupido e arzigogolato del compromesso necessario, in questo paese, per tentare di uscire dai troppi medioevi in cui ci dibattiamo per colpa di quelli che credono nel disegno intelligente e raccontano di uguaglianza tra l’ipotesi evoluzionistica (che tale non è  e ne ho scritto, ma non so a chi sia arrivata) e la cervellotica ipotesi della evoluzione come teleologico cammino verso la realizzazione dell’uomo a immagine del creatore. Per questi, l’embrione è vita intelligente e arrivano a dire che sia meglio lo stupro di un minore che l’aborto. Il cardinale di Milano, reputato “progressista” caldeggia la istituzione , nelle scuole italiane, delle festività islamiche, con la solita complicità confessionale che pretende la religione, qualsiasi religione, specialmente quelle del libro, come guida di ogni comportamento pubblico oltrechè privato.
Allora dico con chiarezza che lo stato deve essere laico e considerare tutte le religioni come fatti privati che non devono mai travalicare il confine di ogni associazione.Se i patti lateranensi pretendono il contrario è ora di fare una battaglia per eliminarli dalla Costituzione.  
Dico che è vero: gli omosessuali (per cui ho un profondo rispetto; nelle mie rare fantasie sulla divinità, me la sono sempre immaginata donna e lesbica) non devono pretendere di potersi sposare. Sono gli eterosessuali che devono abolire questo stanco rito insensato – anche civile – falso e ipocrita e sostituirlo con un pulito e vero contratto notarile, valido per tutti: etero, gay, lesbiche, bigotti e atei.
Vorrei ricordare a Zanonato che la chiesa si è interessata del matrimonio molto tardi nella sua storia e che per un bel pezzo di strada lo ha lasciato nelle mani dei signori, vassalli, valvassini e valvassori.
Vorrei dire a Zanonato (se mi legge, altrimenti spero che qualcuno gli mandi questa mail) che il sacramento è tutta roba sua; che la costituzione parla di famiglia naturale (non certo voluta dal suo dio) ma mai di uomo e donna come componenti unici e escludenti, persino quando tocca la genitorialità, che non esclude in nessun caso, i genitori adottivi, che spero siano tantissimi per alleviare le sofferenze di quegli embrioni sfortunatamente sopravvissuti e diventati vite di bambini e ragazzi abbandonati e stuprati da preti pervertiti (non gay sfortunatamente). Vorrei ricordare a Zanonato che “naturale” significa che anche noi facciamo parte del mondo animale e non della creazione di un dio annoiato e sadico e che nel regno animale, cui apparteniamo senza alcuna prerogativa “altra”, almeno 200 specie di mammiferi e non praticano “abituale omosessualità”. Vorrei aggiungere che sto con papa francesco quando rampogna la supremazia del capitale sulla vita, ma che la sua generosità nell’accogliere i non credenti e quindi anche me – anche loro oggetto della misericordia divina – non mi interessa. Eviti di pretendermi pecora riottosa del suo gregge.
Quindi, per finire, ammetto che non mi va nemmeno l’utero in affitto, fregola presuntuosa di borghesi benestanti per i quali tutto il mondo è compreso nelle loro abitudini e nei loro desideri, ma il cardinal Bagnasco e il cardinal Ruini e il cardinal Scola parlano, insieme al cardinal Bertone e tanti altri monsignori, per mantenere  dominio sull’ignoranza e sul loro privilegio.
Se Zanonato crede nel matrimonio indissolubile e sacro si accomodi pure, ma non cerchi di impormelo.Nelle vite in comune, etero o omo, ci sono quelle che filano via lisce (direi una fortunata minoranza) e quelle dove tutto va storto prima o poi. Se si preferisce che un bambino viva in una di quelle in cui silenzi, mugugni, corna e contro corna, accuse e ripicche, fino a odii e, finalmente ciascuno per la propria strada, con rancori più o meno grandi e figli usati come clave, sostenendo che la presenza di un maschio e una femmina siano garanzia di crescita armonica e di affetti coinvolgenti benedetti da un qualche dio, non posso che sorridere di tanta caparbia fede, ma penso che quei figli sarebbero cresciuti meglio in un ambiente diverso e meno sacro.
Umberto Pradella

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