IL CASO SPOTLIGHT
Regia di Thomas Mc Carthy
Con Micheal Keaton, Rachel Mc Adams, Mark Ruffalo, Bryan
D’Arcy James, Liev Screiber, Stanley Tucci, John Slattery
A lezione di giornalismo
A lezione di giornalismo
Evviva
il giornalismo! Sembra di tornare ai tempi d’oro di Walter Cronkite, uno degli
uomini più famosi degli Stati Uniti, e alla trasmissione-inchiesta “Sixty Minutes” della CBS con i suoi obiettivi d’informazione
oggettiva, rigorosamente professionale e, perché no, politically correct.
Sembra
anche che Micheal Keaton invecchiando azzecchi tutti i film, l’anno scorso
interpretando l’attore principale di “Birdman”
e quest’anno il giornalista Walter Robinson in “Il caso Spotlight”. In
effetti, questo è un bel film tratto dalla storia vera dell’inchiesta condotta
scrupolosamente della squadra dei quattro giornalisti all’interno del giornale “Boston Globe” con il suggerimento e la
complicità del nuovo direttore Marty Baron. Il tema è quello della pedofilia
dei preti ma ancor più grave è la connivenza da parte dei Vescovi e degli alti
prelati. Da un caso singolo di prete pedofilo il gruppo di “Spotlight“ risale a un fenomeno che
dovrebbe essere esteso a circa il 6% degli ecclesiastici cattolici e che, si
scoprirà, superò a Boston il centinaio di colpevoli. Infatti, a partire dal
gennaio 2002 Il “Boston Globe “
iniziò a pubblicare gli articoli che portarono alla condanna di 150 sacerdoti e,
in tal modo, il quotidiano vinse il premio Pulitzer nel 2003.
Il
film ha un bel ritmo - da far dimenticare la sua durata di 2 ore 10 minuti – ed
è un crescendo d’intensità e di velocità, vivamente sottolineato dalla musica, specie
nel finale. Il film è un vero prodotto americano in cui i cattivi e i buoni
sono facilmente identificabili: sembra un po’ di vedere i film western quando
“arrivano i nostri” a salvare i bianchi dagli indiani…solo che qui gli indiani
sono i preti cattolici con l’assenso di tutto l’establishment
cittadino. I buoni, invece, sono gli avvocati che mangiano seduti sulle
panchine cibo dal contenitore di plastica o i giornalisti cui gli amici portano
una pizza da assaggiare sul computer. Per loro troppa è l’importanza del
proprio lavoro, è una sorta di missione cui si dedica la propria vita
rinunciando anche a una vita privata, a quasi tutto…eccetto il footing. Nella vastità dell’inchiesta,
implicata nel losco affaire, non
poteva mancare la consenziente Scuola cattolica, basti pensare al ruolo
importante che questa istituzione ricopre nella “buona” borghesia bostoniana.
Non è certo un caso che a uscire lo scandalo allo scoperto è proprio in questa città,
dove c’è un’elevata concentrazione cattolica, il 47% della
popolazione. Una Boston bellissima, che è forse la città più europea di tutti
gli Stati Uniti, con la sua orografia dalla collina al mare e la sua morfologia
con casette a schiera all’inglese e case unifamiliari in Shingle style.
Gli
attori de “Il caso Spotlight” sono
tutti molto bravi in particolare Mark Ruffalo – candidato all’Oscar 2016 - e in
questa parte sembra aspirare a essere l’erede di George Clooney.
Ghisi
Grütter
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