Quelle che seguono sono le riflessioni di Gian Carlo.
D.F.
Giacomo Boni, archeologo e uomo
d'arte e cultura al quale il barone Blanc a fine Ottocento aveva dato
incarico di costruirgli una dimora con Villa centrale e sette villini
immersi nel verde di un parco sulla Nomentana, il tutto ricavato dai 4
ettari acquistati a Pietro Aglieri, che li coltivava a vigna, Giacomo
Boni, dicevo, uomo che aveva il culto della bellezza, pensò di creare e
racchiudere dentro Villa Blanc il meglio delle forme eleganti e belle di
allora, E quindi nel parco mise a dimora le essenze arboree di basso e
alto fusto più pregiate, e per la Villa al centro del parco, in ambienti
funzionali alle esigenze degli ospiti, scelse e utilizzò il meglio di
materiali, pietre, marmi e metalli lavorati secondo le forme e gli stili
che primeggiavano all'epoca. Villa Blanc divenne così una struttura
unica dentro un parco stupendo. La sintesi di quanto di meglio il mondo
allora avesse espresso.
Ora la Luiss, Università privata di
Confindustria, con il via libera ottenuto nel 2011 dalla Giunta
Alemanno, sta trasformando quello che sopra ho sinteticamente
descritto, un unicum arboreo e architettonico di grande pregio, in una
sede per corsi di alta finanza destinati a 900 manager che avranno a
disposizione all'interno, per le loro auto, otto parcheggi. La cosa
produrrà di sicuro molto denaro - e se no, che corsi di alta finanza
sarebbero...
Villa Blanc sta così per essere piegata e
sottomessa allo spirito mercantile dei tempi. Il che, come scelta e
risultato, al Comitato Villa Blanc, ai sette soci che hanno fatto
ricorso prima al TAR e ora al Consiglio di Stato, ai seimila cittadini
che hanno firmato un analogo rifiuto, alla totalità dei consiglieri
municipali e comunali che l'hanno sottoscritto, evidentemente non piace
affatto. Il progetto della Luiss non dovrebbe neppure piacere al
Consiglio di Stato, visti i vincoli che tutelano l'integrità del parco
boschivo, e quanto dispone il PRG per la destinazione della Villa, dei
suoi spazi e servizi, a vantaggio delle esigenze dei ragazzi della
scuola dell'obbligo. Rispettiamo i diritti della proprietà privata: non
però al punto che essa possa calpestare i vincoli ribaditi nel tempo e
le norme del Piano Regolatore. Altrimenti qui verrebbe accettato e
sancito che ognuno può fare ciò che gli pare. E che a determinarlo è il
lucro privato, a scapito dell'interesse pubblico. Il sindaco Marino e
l'assessore Caudo stavano tentando di produrre, tra le due dimensioni,
la mediazione migliore. Non ne hanno avuto il tempo.
Oggi di
Villa Blanc e dei suoi cento anni di storia i ragazzi e le ragazze delle
scuole di Piazza Winckelmann sanno solo che si tratta di un «grande
bosco».
I manager che pagano possono godersela entrandoci in
macchina. I ragazzini che studiano a pochi metri, ristretti in spazi
stitici, non ne sanno nulla.
Così funziona l'attuale società?
Gian Carlo M.
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